Uscire dai propri “cortili di casa”, scoprire “cosa c’è fuori”

La Festa del Vino 2010 di Gattinara: un’occasione per «fare sistema» – attuare una reciproca collaborazione, uno scambio di “capacità” e potenzialità – imparare a valutare ed apprezzare sapientemente quanto si ha

presidenti camere commercio
I Presidenti delle Camere di Commercio di Biella, Novara e Nuoro osservano il campionario del progetto Lane autoctone

Quattro mesi scarsi ci separano dall’inizio del 2011, anno di celebrazione del 150° Anniversario dell’Italia Unita. Eminenti figure istituzionali hanno spesso ricordato nell’ultimo anno le potenzialità e le opportunità della relativa imminente occasione che attende il Bel Paese, anche in considerazione del periodo di crisi, non solo economica, che oggi coinvolge l’intera società nella quale viviamo. Queste parole di richiamo e di esortazione non risultano essere voci inascoltate: già in questi giorni, infatti, è possibile, talora, respirare nell’aria un clima di attesa e di progettualità comune in sintonia con lo spirito che dovrebbe animare non solo le ormai prossime celebrazioni nazionali, ma la quotidianità di uno Stato avanzato e coeso che si definisca tale.
L’edizione 2010 della Festa del Vino di Gattinara (VC) è stata per molti aspetti un esempio virtuoso e concreto di una simile realtà, grazie ad un connubio operativo tra genti di Piemonte e di Sardegna. Prendendo ispirazione da un recente messaggio pronunciato presso l’Accademia dei Lincei dal Presidente della Repubblica in carica, Giorgio Napolitano, il quale ha rammentato la necessità di una «Unità Nazionale attraverso la valorizzazione delle identità e delle autonomie locali», i vari protagonisti della manifestazione “enologica” hanno dato luogo ad un complesso di circostanze nelle quali sono state poste le basi per una futura condivisione di percorsi comuni attraverso la somma delle reciproche diversità, onde conseguire un complessivo sviluppo economico, sociale e culturale.Continua a leggere →

Accabadora, misteriosa e pietosa antica madre

Premio Campiello 2010 a Michela Murgia, premio alla letteratura sarda ed italiana Scrittori che contribuiscono ad arricchire il patrimonio letterario dell’Italia intera dando mostra a lettori nazionali e stranieri di una fertile “fantasia identitaria“.

mazzocca
Sa mazzocca de s'accabadora custodita a Narcao (CI) da Mario Bullegas

Sabato 4 Settembre, a compimento di un percorso che l’ha vista fare incetta di riconoscimenti in giro per l’Italia, partendo dal Premio Dessì di Villacidro (VS) nel 2009, a quelli del 2010 di Mondello (PA), Cuneo (CN) ed Alassio (SV), Michela Murgia ha vinto nettamente la 48° Edizione del Premio Campiello, diventando, così, sia la quarta donna, sia il secondo autore nato in Sardegna a ricevere il prestigioso riconoscimento letterario negli ultimi anni, facendo così seguito all’exploit di Salvatore Niffoi nel Concorso del 2006 con l’opera “La vedova scalza“.
La competizione, coinvolgente scrittori del calibro di Lerner, Pennacchi, Carofiglio e Pariani, ha visto il prevalere del romanzo “Accabadora“, edito da Einaudi, storia di una donna sarda che, oltre al mestiere ufficiale di sarta, “aiuta a morire” i malati terminali come una misteriosa e pietosa antica madre.
Bruno Vespa, presentatore della serata di premiazione, ripresa in diretta televisiva da Raiuno, ha commentato l’evento dicendo che «nella gara tra il giallo, la memoria e la fantasia, ha prevalso la fantasia ((Cfr. M.Lomonaco, Premio Campiello: vince Michela Murgia, in www.ansa.it.))», riconoscendo, così, solo al libro “Scintille” di Gad Lerner, dedicato alla storia della famiglia dell’autore, un esplicito sguardo rivolto al passato ed alle radici personali. Similmente sembrano comportarsi altri commentatori della vittoria e dell’opera della scrittrice di Cabras (OR), anche sardi, proprio in relazione alla figura di s’accabadora. Tra costoro è possibile rintracciare chi, da una parte, sembra non voler affrontare un tema tabù come quello dell’eutanasia, chi dall’altra pare rifiutare l’accettazione della sopravvivenza di aspetti ancestrali nella cultura isolana, anche solo a livello ipotetico ((Cfr. D.Turchi, Il culto dei morti nel passato e la funzione de “s’accabadora”, in D.Turchi e A.C. “A Cuncordia” – a cura di, Il culto dei morti in Sardegna e nel bacino del Mediterraneo, IRIS, Oliena, 2008, pp.12-17.)).Continua a leggere →

L’assedio ai pastori nel “castello” dell’economia

Le ragioni della protesta del Movimento Pastori Sardi – manifestazione a Cagliari martedì 14 settembre – analisi di mercato evidenziano in Sardegna una perdita del 25% del prezzo di vendita del latte per i produttori nell’ultimo biennio – il paradossale caso Italia denunciato da “Sole 24ore” e dal Quotidiano “Avvenire”

avvenire
Quotidiano Avvenire (7 settembre 2010, p. 18) - Articolo sulle ragioni della protesta del Movimento Pastori Sardi e il paradossale caso Italia.

Stupore, disorientamento e dispetto sono le sensazioni immediate che accompagnano la lettura delle notizie rinvenibili negli articoli di giornalismo di questi ultimi giorni in stretta connessione alle ragioni della protesta del movimento dei pastori sardi.
Due le fonti di spunto al presente scritto: la prima Lunedì 6 Settembre 2010, con la pubblicazione, sul sito del quotidiano Il Sole 24 Ore, del pezzo di Andrea Franceschi dal titolo “Lo strano caso della ricotta «made in Romania» prodotta con i soldi dello stato italiano“; il secondo nucleo ispiratore è rintracciabile sul giornale Avvenire di martedì 7 Settembre 2010, a p. 18, con due articoli congiunti, a firma di Andrea Zaghi, intitolati rispettivamente “I pastori in piazza. Inizia il confronto” e “È scontro sul pecorino rumeno“. Ivi si segnala, oltre allo sviluppo della relativa vertenza a livello nazionale, la poco chiara vicenda attinente l’attività produttiva di una ditta casearia con sede in Romania, ente partecipato da un’impresa a sua volta controllata per il 76% del suo capitale sociale dallo Stato Italiano attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico. Si apprende, in particolare, come la società d’oltre confine produca con latte rumeno ed ungherese formaggi e latticini ovini distribuendoli sul mercato mondiale, pur non servendosi del marchio formale del “made in Italy“, col nome italiano di alcune tipiche specialità di settore, quali, ad esempio, “pecorino“, “ricotta“, “toscanella“, mozzarella, mascarpone. La società di controllo a partecipazione pubblica italiana, inoltre, risulta essere costituita con il fine di «promuovere il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane ed assistere gli imprenditori nelle loro attività all’estero».Continua a leggere →

Tricolore a Nuraghe Chervu, saluto ai Generali della “Sassari”

alzabandiera
Biella, ottobre 2008, Alzabandiera. Cerimonia di intitolazione dell'area monumentale di Nuraghe Chervu.

Venerdì 10 settembre il Tricolore sventolerà sui pennoni dell’area monumentale di Nuraghe Chervu quale omaggio e partecipazione alla cerimonia del cambio del Comandante della Brigata meccanizzata “Sassari” tra il Gen. B. Alessandro Veltri ed il Gen. B. Luciano Portolano che avverrà a Sassari, presso la Caserma “Gonzaga”, alla presenza del Comandante del 2° Comando delle Forze di Difesa del Sud Italia e delle Isole.
La Comunità dei Sardi di Biella, vicina col cuore e in condivisione agli alti valori che animano i “Sassarini” nel costante e fedele impegno al servizio della Patria, intende confermare anche attraverso il Tricolore gli impegni assunti nell’ottobre 2008, quando la Brigata “Sassari“, nella persona del suo Comandante, il Generale Alessandro Veltri omaggiò la Città di Biella con l’illustre Sua presenza ed attraverso l’allestimento di una edizione straordinaria della Mostra Storica «“I Diavoli Rossi”. La Brigata “Sassari” nella Grande Guerra». In quella occasione si svolse la sontuosa cerimonia di intitolazione dell’area monumentale di “Nuraghe Chervu“, dedicata alla gloriosa Brigata, sito edificato nel 90° anniversario della fine della Grande Guerra, in memoria ed ossequio ai Caduti Sardi e ai Caduti Biellesi.Continua a leggere →

Sardegna e Val d’Aosta, tra Europa, Africa e Vicino Oriente

Festa Sarda a Pont Saint Martin, musica e sapori di identità – nella sezione fotografias è possibile vedere alcune immagini della festa di Pont Saint Martin

piatto d'argento
Tenores di Bono

Con successo si è conclusa la terza edizione della Festa Sarda di Pont Saint Martin (Aosta) organizzata nei giorni 3, 4 e 5 settembre dal nascente Circolo “Forza Paris”: tre giorni di musica, danze e cibi buoni all’insegna della tradizione.
Le giornate, patrocinate dalla Regione Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste e dal Comune di Pont Sant Martin, hanno visto la presenza del Coro polifonico “Padentes” di Desulo (Nuoro), del Coro “Viva Voce” di Donnaz (Aosta), di “Su Tenore” e del Gruppo folk “Giovanni Maria Angioy” di Bono (Sassari).
Attraverso le diverse formazioni artistiche che hanno animato le serate è continuato un dialogo mai interrotto tra cultura alpina e cultura mediterranea con al centro due Regioni di frontiera – Sardegna e Valle d’Aosta – soglie privilegiate che parlano all’Europa attraverso le montagne, all’Africa e al Vicino Oriente, attraverso il “Mediterraneo”, il “mare di mezzo”, “mare che sta tra le terre”, mare che – da sempre – unisce, mette in comunione universi altri.
Ne sono esempio tratti identitari comuni riscontrabili negli abiti tradizionali femminili in cui il capo delle donne è rigorosamente velato come quello delle ragazze del Gruppo folck di Bono, piuttosto che le melodie e le sonorità di canti prodotti esclusivamente dalla vibrazione della voce come il “canto a cappella” che rimanda ai primordi, al sorgere della cultura.
Sublime dimostrazione: Su cantu a tenore, riconosciuto “Patrimonio intangibile dell’Umanità”, inserito dall’UNESCO tra i Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity.Continua a leggere →