Alcune immagini della giornata di festa sono inserite nella sezione fotografias.
Domenica 14 marzo, Quarta di Quaresima, la Comunità dei Sardi di Biella si è recata in pellegrinaggio ad Oropa, ai piedi della Vergine Nera. Le loro voci si sono unite a quelle dei cantori di Cori Biellesi per intonare all’unisono, i Gosos, le lodi a Maria nell’antica lingua dei Sardi.
Un unico percorso di fede e di cultura che continua sulle orme del loro antesignano Eusebio da Cagliari, Eusebio di Vercelli, inviato in Piemonte nel IV secolo per innestare la nuova cultura, la fede nel Padre e la venerazione a Maria, “Deipara“, Madre, Genitrice di Dio.
Un modo semplice e concreto per conservare e tramandare identità, tenere vive quelle radici cristiane di cui sovente si sente parlare.
Accolti dal Rettore del Santuario, canonico Michele Berchi, i Sardi hanno indossato gli abiti della festa, in sintonia cromatica con il celebrante; ad accompagnarli il loro Cappellano, don Ferdinando Gallu.
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Biella e Cagliari sono due città profondamente diverse, separate dalla distanza, dal mare, dalla dissomiglianza della natura e dalla difformità di clima, ma unite tra di loro dalla storia degli uomini. Più specificamente il legame trova una sua radice importante in quel ambito esistenziale che viene a toccare i bisogni e gli aspetti più profondi dell’individuo, ossia il mondo della religione e della fede: in essa i Santi costituiscono quella “nube di testimoni” ((Lettera agli Ebrei XII, 1)) che estendendosi sulla penisola, come sull’Europa, ne ha protetto e fecondato i diversi territori a livello religioso, culturale, artistico e sociale ((Cfr., G.Ravasi, Testimoni: quando la fede cambia la storia, in Luoghi dell’Infinito, n. 133, anno XIII, Ottobre 2009, p. 4)).
Ancora oggi, nella IV domenica di Quaresima (Lætaere) e nella III di Avvento (Gaudete), il colore liturgico penitenziale lascia il posto al rosaceo, affidando al segno del cromatismo la significazione della momentanea interruzione dei digiuni, mentre la gioia, che conclude le Tempora traspare anche dalle letture della feria IV e VI di settembre: Esultate Deo auditori nostro! Jubilate Deo Jacob! Summite psalmum jucundum cun cithara. Comedite pinguia et bibite mulsum! Secondo il Liber Sacramentorum, citato in nota da mons. Righetti, questo rito ha conservato abbastanza intatto il suo originario carattere festoso, e ricorda tanto bene le brindate campagnole dell’antica Roma al termine della vendemmia.
Sabato 27 marzo, alle ore 8.45, accompagnati dal nostro Cappellano Don Ferdinando Gallu, consegneremo le palme filadas, intrecciate alla sarda al Vescovo di Biella, ai Frati di San Sebastiano e al Rettore del Santuario di Oropa; partenza dal Circolo alle ore 8.20.
Le palme, come i rami d’ulivo, costituiscono l’immagine ricorrente della Domenica che precede sa Pasca de Abrile. Tale consuetudine trae origine nello stratificarsi di varie esperienze susseguitesi nel tempo.