Riaperto il ciclo autunnale delle lezioni di cinema

Come annunciato, sabato 20 settembre si è riaperto il ciclo autunnale delle lezioni di cinema per “conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore.
Le serate sono presentate da giovani sardi di seconda e di terza generazione.
Il primo appuntamento ha visto alla ribalta Rinaldo Chiola, sardo di seconda generazione, nato a Biella da madre sarda, che ha presentato “Ybris”, ultima opera di Gavino Ledda.
Interessanti le assonanze colte con la nostra situazione di “disterraus“, “sradicati“.
Attraverso la vicenda allegorica della maturità umana ed artistica di Gavino Ledda, il film Ybris – opera simbolica la cui interpretazione non sempre è facile – ci ha permesso, almeno in alcune scene, di immedesimarci proprio in quel bisogno di ricomporre il rapporto con la nostra terra di origine, la natura e le nostre radici.

Battista Saiu


Rinaldo Chiola
Rinaldo Chiola

Riprende Su Nuraghe Film

Sabato 20 settembre riprende l’attività di Su Nuraghe di Biella; primo appuntamento: “Ybris” un film di Gavino Ledda.
Dopo la pausa estiva, con ancora negli occhi le suggestive immagini dell’inaugurazione di Nuraghe Chervu e nel cuore il lutto per la scomparsa della nostra socia decana “zia Virginia Mereu”, riprendiamo l’attività.
Il calendario si presenta particolarmente ricco e interessante a partire dalla nuova serie di “Su Nuraghe film“, rassegna di cinema per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore.
Le lezioni di cinema che qui presentiamo saranno tenute, come per le passate edizioni, da giovani soci, sardi di seconda o di terza generazione, nati fuori dall’Isola, uomini e donne, impegnati pubblicamente: Rinaldo Chiola, assessore della Città di Biella, Chiara Argiolas, Mario Rovetti ed Antonio Pusceddu, rispettivamente consiglieri nei Comuni di Mongrando, Andorno Micca e Ponderano.

I primi filmati relativi alla Sardegna sono i “Voyage du Roi Humbert Ier en Sardaigne“, opera del regista Francesco Felicetti: cinque “cineattualità” del 1899 che raccontano la visita all’isola da parte del Re sabaudo, Umberto I, con la regina Margherita.
Nella cineteca regionale sarda altre poche e rare pellicole testimoniano di altri film girati o semplicemente ambientati nell’isola, come “Cainà” di Gennaro Righelli, “La Grazia” di Aldo De Benedetti, “Cenere” di Febo Mari, quest’ultimo interpretato da Eleonora Duse, tutti direttamente o indirettamente ispirati a Grazia Deledda.
Dagli archivi dell’Istituto Luce di Roma provengono le immagini della fine degli anni ’20, finalmente accessibili grazie al film “Sonos ‘e memoria“, per la regia di Gianfranco Cabiddu.
I quattro nuovi film del quarto ciclo “Su Nuraghe film“, lezioni di cinema per “conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore“, si presentano particolarmente interessanti, poiché, accanto alle immagini accattivanti del recente passato dell’Isola offerte dalle pellicole di Cabiddu, si affiancano due significative produzioni che hanno caratterizzato sino agli anni ’70 del Novecento la cinematografia sarda: “Pelle di bandito” (1969), che rientra a pieno titolo nella visione stereotipata della Sardegna pastorale. Lo stesso dicasi de “I protagonisti” (1968), che, pur rispondendo alle esigenze dei media, fa emergere la variante interessante del problema del banditismo legata al ‘boom’ turistico caratterizzato all’epoca della Costa Smeralda.
A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, quando in tutta Italia emerge una nuova generazione di cineasti, anche in Sardegna si afferma un gruppo di autori, fra i quali Gianfranco Cabiddu e Gavino Ledda, rappresentati in questa rassegna da “Sonos ‘e memoria” (1995) e “Ybris” (1984).

Battista Saiu


Rinaldo Chiola

Rinaldo Chiola, di madre sarda, è nato a Biella nel 1971.
Diplomato all’Istituto Tecnico per Geometri “Vaglio Rubens” di Biella , si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Firenze con perfezionamento nelle discipline economiche, proseguendo successivamente gli studi presso l’Università degli Studi di Torino.
Dopo una breve parentesi post diploma come allievo ufficiale pilota, ha maturato un’esperienza lavorativa nel campo dell’informatica .
Inizia la sua carriera politica nel 1988 nell’ambito del movimento giovanile della Democrazia Cristiana e, nel 1998, occupa la carica di Segretario dei Giovani Popolari.
Consigliere comunale di Biella dal giugno del 1999 al settembre del 2001, nel 2007 viene eletto alla segreteria cittadina di Dl – La Margherita, ricoprendo l’incarico nella direzione regionale come responsabile del settore istruzione .
Assessore al Comune di Biella dal 2004, prima con la delega alle Politiche Sociali e, dal 2006, con quella dell’Educazione, Innovazione Tecnologica, Sport e Servizi Demografici; è membro del direttivo di ANCI Federsanità.

Rinaldo Chiola


“Ybris”

Gavino Ledda, autore di Padre padrone (1975) e di Lingua di falce (1977), esordisce nel cinema con un poema allegorico di impervia decifrazione e di complessa struttura. Racconta come, dopo il servizio militare e la ribellione al padre, lui ritorni alla natia Siligo (Sassari), dove incontra l’ostilità della sua gente: li ha traditi, ha studiato, ha preso strade che soltanto i “don” (i signori) possono percorrere. L’ostilità della comunità lo induce a trovare il suo rapporto con la terra, con la natura, le sue radici. Si ritira a studiare nella capanna del vecchio pastore thio Pulinari.
L’interiore contraddizione del suo essere bifronte (pastore e scienziato) lo mette a confronto simbolicamente con Leonardo da Vinci, il grande che ha saputo sposare arte e scienza. Il risultato è in linea con la poliedrica parola greca del titolo: Ybris (1984), in sardo “alabru” (turbamento, oltraggio, conflitto, ferita, violenza, audacia, selvatichezza): un succedersi magmatico di parole, immagini, ricordi, sogni, fantasie in una chiave lirica, mistica, simbolica, che può richiamare sia Carmelo Bene sia Pasolini, non esente da stridori, ridondanze, cadute nel grottesco involontario, superfetazioni.
Gavino Ledda ha fatto due lunghi viaggi nella sua vita, il primo parte dalla nascita a Siligo, attraversa l’infanzia del pastorello analfabeta, e approda allo scrittore di un libro di grande successo; l’altro riparte da questa sua “seconda nascita” come scrittore: un viaggio che continua tutt’oggi.Del primo sappiamo qualcosa da “Padre Padrone“, poco del secondo.È per questo che Gavino Ledda scrive di nuovo la sua storia, interamente in sardo nella sua lingua materna: autore, regista e interprete del suo premiato film “Ybris“.


Rinaldo Chiola

Cena di pesce e numeri della sottoscrizione con premi offerti da soci

Sabato 12 luglio, durante l’annunciata “cena di pesce”, sono stati comunicati i numeri della sottoscrizione abbinati ai premi offerti dai Soci e messi a disposizione da alcune Ditte biellesi e di cui viene fornito l’elenco.
La Cena, particolarmente apprezzata, è stata preparata da Mina Colaianni, Mario Zara, Caterina Orrù, Rina Nurchi, Giovanni Floris e Anna Axana.

Nell’immagine allegata i cucinieri ritratti con gli Assessori della Città di Biella Rinaldo Chiola (Istruzione) e Nicoletta Favero (Pari Opportunità) mentre consegnano a Marco Trapella il premio offerto dall’Agenzia Kibo Viaggi (viaggio in Sardegna per due persone con soggiorno di una settimana).
I premi possono essere ritirati direttamente in via Galilei, 11 a Biella (anche nei mesi di luglio e agosto).

Le attività di Su Nuraghe riprenderanno sabato 6 settembre dopo la pausa estiva.

Battista Saiu

I cucinieri

La scomparsa di zia Virginia Mereu

Ieri, alle ore 11, 45 è mancata Virginia Mereu, socia decana del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe.
Questa sera, alle ore 20, nella cappella della Casa di riposo “Belletti Bona” di Biella si terrà la recita del rosario, intonato in lingua sarda e guidato dal nostro cappellano don Ferdinando Gallu.
Domani, 12 luglio, alle ore 9,30, i funerali.Continua a leggere →

Nuraghe Chervu: simbolo di unità e inno alla diversità

Alcune considerazioni del giovane socio (21 anni) Matteo Floris

Costruire un nuraghe fuori dalla Sardegna e a distanza di migliaia di anni? A Biella si può. Fino a qualche tempo fa in pochi avrebbero immaginato che ai piedi delle Alpi si sarebbe potuta realizzare un’opera simile, probabilmente unico caso esistente in Italia. Eppure, grazie alla collaborazione tra il Circolo Su Nuraghe e l’Amministrazione comunale di Biella, ci siamo riusciti. Per cogliere il senso di tale iniziativa è indispensabile non fermarsi ad un’analisi superficiale, che impedirebbe di capire le reali motivazioni che hanno portato a trapiantare il simbolo della millenaria storia sarda in una provincia piemontese, ma bisogna sforzarsi di andare un po’ più in profondità. Nuraghe Chervu (nome che deriva da quello del torrente biellese Cervo), è un simbolo di unità e un inno alla diversità, non un semplice capriccio folcloristico della numerosa comunità sarda di Biella.
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