Sabato 20 febbraio, ore 21, nelle sale di via Galilei, 11, a Biella, nuovo appuntamento con le lezioni di cinema Su Nuraghe Film, per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore. La serata verrà presentata da Maurizio Calesini Sotgiu, sardo di seconda generazione.
In cartellone Toccos e Repiccos – Campanari in Sardegna, un cortometraggio prodotto dall’ISRE, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna (2000), regia di Ignazio Figus, durata: 89 minuti.
Toccos e Repiccos si propone di documentare quanto ancora resta in Sardegna del mondo dei campanari. Un mondo che non è solo di singolarità di soggetti, ma anche di comunità, luoghi, abilità tecniche, ricorrenze religiose e quotidiane ancora immersi nei tempi lunghi scanditi dal suono delle campane.
Le riprese iniziate nel 1998, sono state realizzate a Paulilatino, Barrali, Suelli, Senorbì, Lodè, Jerzu, Bonorva, Orotelli, Irgoli, Galtellì e Onifai. Il film, stigmatizzando la nostalgia per un mondo che pur persistendo non pervade più la vita quotidiana della maggior parte dei paesi della Sardegna, ripropone anche la citazione di una delle ultime edizioni del Festival dei Campanari, mostrando, in aggiunta a quanto già documentato, la maestria degli esecutori provenienti da Aritzo, Siniscola, Loculi, Dorgali, Ruinas, Abbasanta, Sedilo e Torpé.
Nitido nel racconto delle immagini quanto sobrio nei suggerimenti interpretativi, il documento persegue, secondo una costante di precedenti lavori cinematografici del regista, l’ambizione di renderci la realtà che documenta secondo il peculiare punto di vista dei soggetti protagonisti.
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Sabato 13 e domenica 14 febbraio, verrà dato in premio alle migliori maschere che parteciperanno al Carnevale degli adulti e a quello dei bambini organizzato da Su Nuraghe di Biella la Tessera Filatelica che contiene il nuovo francobollo Sa Sartiglia di Oristano, che verrà emesso dalle Poste Italiane il giorno 12 febbraio 2010.
La tradizione vuole che, al fine di scongiurare durante il Carnevale le continue sanguinose risse che avvenivano fra arborensi e soldati aragonesi, che naturalmente erano circondati di odio da parte dei locali, pieni ancora di livore per la sconfitta subita e la libertà perduta [i quali] coglievano l’occasione del trambusto carnevalesco per accoltellare e stecchire i dominatori.[1] La lungimirante intuizione del canonico Dessì (1543), nel tentativo di rappacificare Sardi e Aragonesi, contribuiva alla cristianizzazione dell’Isola rimuovendo le violenze consumate durante il periodo di Carnevale. La presenza degli odiati Aragonesi forniva “materia prima” e pretesto per il mantenimento di riti arcaici di propiziazione dell’annata agraria attraverso il sacrificio umano. Generalmente, le vittime designate venivano individuate tra i forestieri. Nel caso dell’Arborea, la cattura e l’uccisione di soldati aragonesi, responsabili della cocente sconfitta avvenuta nelle campagne di Macomer pochi decenni addietro (1478), soddisfacevano a due esigenze: propiziare la fertilità del nuovo ciclo vegetativo ed eliminare fisicamente il nemico. Ostilità e rancore antichi, originati dalla “licentia invadendi”, la licenza di invasione, concessa nel 1297 [2], da Papa Bonifacio VIII a Giacomo Secondo di Aragona, data in cambio di un consistente censo feudale annuo. Il pontefice dava al sovrano d’Aragona il consenso affinché quelle terre potessero essere occupate con la forza, senza tener conto delle entità statali che in quei territori già esistevano. Ventisei anni dopo, l’infante Alfonso IV costituirà per conquista (1323-1326) il Regnum Sardiniae et Corsicæ, escogitato a suo tempo dal pontefice, attraverso l’occupazione dei territori del Cagliaritano, della Gallura e di parte del Logudoro.
A Biella, la Caritas ha raccolto 23.654,70 Euro – È stato consegnato a don Ferdinando Gallu il frutto della sottoscrizione Un Euro per Haiti, promossa dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe – Affisso in bacheca il resoconto della colletta.
Dopo la Gran favata di sabato 6 febbraio, la festa di Su Nuraghe continua.