Davide Mereu di Sorgono sarà al Circolo Su Nuraghe di Biella alle ore 21

Venerdì 28 Aprile 2006, celebrazione della Festa de Su Populu Sardu in ricordo dei “moti antifeudali del 1794”

La sera del 28 aprile nei saloni del Circolo suoneranno e balleranno alla musica di un organetto proveniente dal cuore dell’Isola: nel continente per motivi artistici, saranno ospiti infatti gli amici di “LOBAS: Laboratorio di Musica, Danza, Cultura e Tradizioni Popolari”, di Sorgono (NU). Sul palco, all’organetto, sarà Davide Mereu. Vediamo di conoscerlo.
L’inizio della sua formazione musicale risale al 1988, quando inizia lo studio della chitarra classica; nel 1996 si diploma in solfeggio al Conservatorio di Sassari. Dal 1995 intraprende lo studio dell’organetto diatonico nella danza popolare, approfondendo particolarmente il repertorio tradizionale sardo.
Dal 1998 infatti è organettista durante le attività del Gruppo Folk Sorgono nelle sagre e feste più importanti della Sardegna. Partecipa nel 2000 come musicista ai concerti di Simetnica, che si svolgono in Salento, in Bretagna ed in Sardegna. Con il gruppo Prendas nel 2002 collabora con Paolo Fresu nel CD “Humbras”. Nel 2003 è titolare del corso di organetto sardo durante lo Spring Folk Fest di Muravera (CA). Con il padre Gianni, storico “motore” del Gruppo Folk Sorgono ed insegnante di danze tradizionali, e con la sorella Cristina, valente ballerina, fonda nel 2003 “LOBAS: Laboratorio di Musica, Danza, Cultura e Tradizioni Popolari. Questa formazione partecipa a numerosi festival di danza popolare, tra cui i noti “Capodanze” e “Zingaria” in provincia di Foggia. Il 2006 li vedrà tornare a giugno nell’ambito del Gran Bal Trad di Vialfrè (TO). L’estrema versatilità musicale di Davide, che per inciso ha appena 25 anni, la sua grande tecnica e profonda passione sono garanzia di una serata che lascerà gli appassionati pienamente soddisfatti.

Gabriele Gunella

XV Gara podistica di montagna “Gran Premio Castello di Zumaglia”

30 Aprile2006 – Organizzata da Su Nuraghe

Il 30 Aprile 2006, alle ore 9.00, davanti al “Bar Roma”, Ronco B.se, partirà la XVI edizione della Gara Podistica Gran Premio Castello di Zumaglia, organizzata dalla sezione sportiva del Circolo Su Nuraghe di Biella.
In tutte le precedenti edizioni, la bella manifestazione atletica, ha registrato una partecipazione molto numerosa.
All’appuntamento di quest’anno anticipato di un giorno rispetto al passato, saranno presenti atleti provenienti anche da altre province. Come di consueto, la premiazione avverrà alla Cascina Alee, presso la sede della Comunità Montana, in territorio di Ronco Biellese. A seguire rinfresco per tutti con prodotti tipici sardi.

Felicitazioni! Quattro nuove lauree a Su Nuraghe

Alice Falchi, nata a Biella il 2 Maggio 1978, ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna, con votazione finale di 104/110. Ha svolto la tesi in genetica agraria dal titolo “Valutazione di linee isogeniche di mais e dei loro ibridi che differiscono per un QTL che controlla la concentrazione di ABA fogliare“, relatore prof. Pierangelo Landi.


Elena Trozzola, nata a Biella il 12 Giugno 1980, ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere, presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro” di Vercelli, con votazione 108/110, discutendo una tesi di Etnologia dal titolo; “La festa come simbolo di identità. Studio etnologico sul campo: la Settimana Santa a Siviglia“, relatore prof. Piercarlo Grimaldi, correlatore prof. Battista Saiu.


Stefania Ascoli, nata a Biella il 5 Luglio1980, si è laureata in Giurisprudenza, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, con votazione finale di 105/110, discutendo una tesi di diritto penale dal titolo: “La tutela penale dell’integrità sessuale dei minori“, relatore prof. Davide Petrini.


Rosa Corbelletto, nata a Sassari il 16 Ottobre 1978, si è laureata in Scienze della Comunicazione presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino, voto finale di 110/110, discutendo una tesi in Storia dell’Europa dal titolo: “La persecuzione dei Rom e Sinti nell’Italia fascista. Dalle misure di pubblica sicurezza all’intervento civile“, relatore prof. Nicola

La scrittrice Bianca Pitzorno, una Sassarese originaria di Graglia

Singolare ed emblematica presenza quella di Bianca Pitzorno nel panorama letterario italiano ed internazionale. La sua formazione, le origini familiari complementari fanno della scrittrice sassarese dalle ascendenze continentali la protagonista di un messaggio di positività universale, di apertura alle culture di ogni angolo della piccola Terra ed oltre (suo è infatti “Extraterrestre alla pari”).
Terra dei padri, la Patria per lei madre Sardegna, nucleo originario materno del vecchio Piemonte, entrambi uniti, cercati, resi utile e bella integrazione dalla reciproca civiltà della pietra, fusa in un unicum indissolubile dalla sacralità del comune lavoro nell’Isola.
Anche questo ha voluto significare la cittadinanza onoraria di ritorno conferita da Graglia a una figlia di Sassari anche sua, riunita in un abbraccio ideale come gli orientali ying e yang mostrano al mondo. I Bertino materni ricordati da Salvatore Satta, Merletto di Graglia, generoso e accogliente, hanno dato spunto ed inizio alla riscoperta del lavoro degli impresari locali in Sardegna, portatori nell’Isola della loro esperienza tanto da “trasformare le pietre in oro” come ha brillantemente sintetizzato lo scrittore nuorese. Da lontani ricordi fotografici documentati fatiche e risultati sardo biellesi è ritornata alla vista e alla conoscenza dei nostri giorni la testimonianza delle opere lontane, ancora e sempre presenti perché fatte di materiale primordiale come l’antica civiltà nuragica.
Le vecchie immagini di archivio, conservate con precisione ed affetto sono diventate grazie al nostro presidente, mostra orgogliosa, una prima volta in estate in Graglia, una seconda volta in autunno a Su Nuraghe, nuovamente ying e yang nell’opera e nel risultato comune. Grazie all’impegno del sindaco di Graglia Astrusa e al presidente del circolo Saiu un nuovo tassello, importante, rende più solido il sodalizio antico Biellese/Sardegna avente come congiunzione la fatica e l’ingegno, il superamento delle difficoltà che si traduce in uno stesso nobile modo nelle due lingue: tücc ün e forza paris, “insieme” per un maggior valore e miglior risultato. Il calendario 2006 del Circolo, anno di Pietro Micca minatore, di Grazia Deledda Nobel per la letteratura, ha una scelta di queste immagini recuperate, è un foglio all’insegna dell’Isola, ma anche del Biellese come spesso sono le cose grandi, come la prosa di Bianca Pitzorno, sassarese di Graglia.

Alessandro Sanna

Tre giorni di festa in occasione dell’Incontro tra Cori promosso dal Coro Burcina

Salendo su per lo stretto vicolo del Bellone mi rendo conto che le scarpette con tacchi alti mi obbligano ad acrobazie cui non sono più abituata da tempo! Passo davanti alla sinagoga. Pare una comune antica casa di borgo. La porta, così usuale, ben la occulta agli occhi del viandante, così come vuole la tradizione… eppure la comunità ebraica è presente al Piazzo di Biella fin dal 1300!
Arrivo sino al Palazzo del Comune. Sotto il porticato il gruppo dei coristi sardi, in costume caratteristico, prepara la voce con intonazioni e vocalizzi di varia ampiezza. Mi soffermo un attimo ad ascoltare, catturata. Proseguo per la chiesa di S. Giacomo e non posso che indugiare per ammirarla. La costruzione medievale ha subito molti restauri dal 1180 ad oggi, ma la facciata conserva ancora la decorazione gotica caratteristica, con le sue arcatelle in cotto e i tre pinnacoli. Il portico a tempietto, costruito nel 1600 per celebrarvi la prima parte del rito battesimale, quasi un po’ stona con il resto dell’edificio così semplice. La chiesa è gremita, fa caldo e…ahimè…l’unico posto a sedere è sulla panca vicina al confessionale. Da qui non potrò vedere molto dello spettacolo che si terrà questa sera ma…pazienza… almeno eviterò di stare in piedi!
Dopo il saluto delle autorità, il Coro Burcina di Biella apre la serata con il “Plaisir d’amour”. Emozionante.
Seguono altri cinque brani di un’intensità vocale vivissima. Ne “La ballata del soldato” rivivo per un momento l’atmosfera che mio padre sapeva creare quando, da piccoli, ci raccontava le vicende belliche legate alla Resistenza. Divertentissima “The lion sleeps tonight”. Ti fa venire il desiderio di mimare le movenze del re leone e, per un attimo, diventare bambino! Il Coro Le Chardon di Torino si esibisce con brani particolari, anche non tradizionali, come in “Non aprite quella porta” o “La luce del giorno”.
Essi hanno la forza di farti visualizzare scenari contemporanei dove il vissuto, nella sua quotidianità, assume i contorni della particolarità e dell’originalità. Quando tocca ai coristi di Florinas, in costume sardo, è come aprire un album fotografico sui paesaggi di Sardegna…Pennellate vocali di intensità e altezza diverse si uniscono, s’intrecciano, si distinguono caratterizzando l’esibizione. I testi in logudorese mi rimangono completamente ermetici… un’altra lingua… mi pare di cogliere suoni della fonetica greca, talvolta latina, forse portoghese… come vorrei conoscere quel dialetto! Mi parrebbe così di assaporare meglio un’appartenenza che so esistere più con l’anima che con le origini, ma non per questo sento meno vera. Di lato al confessionale, non posso vedere l’avvicendarsi dei coristi che si esibiscono nell’abside di S. Giacomo. Mi concentro quindi sulle voci e … sogno… La voce… La voce è l’espressione umana della razionalità, della creatività, del sentimento, dell’individualità che si muove all’esterno, in direzione della socialità. Il “dentro” che si manifesta “fuori“. Attraverso la Voce si possono esprimere le abilità musicali dello strumento “corpo“.
Questa sera la musica è davvero originale!
Non ci sono violini, pianoforti, arpe o cembali a produrla, ma “solo” dei corpi umani.
Ognuno con la sua individuale espressione, inimitabile, come una specie di impronta digitale vocale. A tratti visualizzo con l’immaginazione dei flash in cui mi sorprendo a cantare con un piccolo gruppo all’interno di una cripta sotterranea precristiana.
Le voci si abbracciano e disegnano nell’aria schemi virtuali dal potere terapeutico. Qualcosa di arcaico mi sfugge… e vengo completamente affascinata dall’idea del potere terapeutico della Voce.
Penso alla grandezza del Cristo che con la potenza della Voce risuscita Lazzaro. Sento la voce dell’Assessore alla Cultura di Biella, Giulio Salivotti. Sta ringraziando il presidente di “Su Nuraghe” per l’ospitalità generosamente offerta ai coristi sardi in questi giorni di permanenza nel Biellese. Il prof. Battista Saiu, di rimando, ricorda che la fratellanza tra Piemonte e Sardegna è molto antica e che a Biella le radici cristiane parlano sardo! Fu infatti Sant’Eusebio da Cagliari, nel VI secolo, a portare il culto della Madonna Nera venerata a Oropa.
Da allora essa dimora nel sacello della Basilica Antica continuando a dispensare grazie ai molti devoti che la invocano in soccorso. Ne sono testimoni i numerosissimi ex-voto esposti nelle gallerie del Santuario e aperte ai visitatori … Poi non odo più nulla. Né voglio sentire per alcuni istanti nulla al di fuori della Voce che mi parla al cuore.

Maria Grazia del Fabbro