“Madre dell’ucciso” di Biella, Sardegna nel mondo attraverso l’arte

La madre dell'ucciso di Francesco Ciusa

La quinta edizione di Gli orti de La Malpenga avrà per tema: “la montagna che sarà” con didattica, laboratori, espositori, conversazione nel verde – produzione e degustazione di torrone sardo – arrivo delegazione da La Plata (Argentina) per firma di gemellaggio con Su Nuraghe di Biella

La V edizione della manifestazione “Gli Orti de La Malpenga” a Vigliano Biellese (BI) del prossimo weekend del 28 e 29 Settembre 2019 (orari dalle 9,30 alle 18,30), sarà l’occasione per un fruttuoso incontro di saperi, esperienze, prodotti e persone. Tra queste i Sardi dell’Altrove ed, in particolare, gli emigrati isolani riuniti intorno al Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella e gli amministratori del Circolo Sardo Antonio Segni di La Plata (Argentina), i quali sigleranno il “gemellaggio tra Nuraghes”, finalizzato alla realizzazione di programmi comuni e iniziative di scambio nei mesi a seguire.
Il gemellaggio è evento di incontro e di comunità, promosso da Alessandra Zedda, Assessore al Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, ospitato all’interno di Villa La Malpenga, luogo che, storicamente e nei fatti, ha unito i Sardi della migrazione del ‘900 attraverso l’arte. Nel suo parco, infatti, è stata custodita per decenni la statua in marmo della Madre dell’ucciso, capolavoro dell’artista nuorese Francesco Ciusa (1883-1949), opera riscoperta pochi anni or sono grazie alla locale Sardegna dell’emigrazione.
La scultura, presentata in gesso alla Biennale di Venezia del 1907, è da oltre un secolo celeberrima nella storia dell’arte moderna. Rappresentando una Sardegna di vita d’epoca reale (un’anziana nuorese nell’atto di compiere sa ria, la veglia funebre per il figlio ucciso in una faida), essa è diventata un simbolo dell’Isola attraverso il linguaggio universale dell’arte – caratterizzato da messaggi forti e simbolici -, capace di comunicarne valori e costumi oltre culture, confini e distanze. Francesco Ciusa, con la sua “vecchina”, è riuscito a iscrivere l’arte sarda nel contesto mondiale, portando la “Sardegna” al di là del mare, dando ai Sardi di ogni dove ed età un’immagine nella quale riconoscere una parte di sé, dalla propria storia, dell’amata “madre-patria”.
Sin dalla sua presentazione l’accoglienza di pubblico per la Madre dell’ucciso, oltre che da parte dei critici di settore, fu tangibile. Diverse furono le copie commissionate, alcune in bronzo, altre sempre in gesso. Una copia in marmo fu realizzata per Paolo Triscornia, industriale del marmo e collezionista di Carrara, il quale, dopo averla esposta nel 1934 nel proprio stand in occasione della I Mostra Celebrativa del Marmo di Carrara, la vendette al conte biellese Vittorio Buratti il 2 Aprile 1942. La statua – acquistata forse con la mediazione del pittore sassarese Giuseppe Biasi che in quegli anni viveva a Biella -, andò ad adornare, così, il giardino della Villa Malpenga, ove la stessa opera è rimasta custodita fino al suo recente rinvenimento.
La Madre dell’ucciso in marmo, anche durante le prossime giornate de “Gli Orti de La Malpenga”, sarà esposta al pubblico presso il Museo delle Migrazioni. Cammini e Storie di Popoli, in Pettinengo (BI), sito di proprietà extraterritoriale della Regione Autonoma della Sardegna.
Il Museo di Pettinengo di via Fiume, 12, è visitabile tutte le domeniche dalle ore 14:30, alle ore 18:30 – Info e su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: La madre dell’ucciso di Francesco Ciusa, statua ritrovata alla Malpenga, esposta al Museo di Pettinengo

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