Garibaldini biellesi, 27 dalla Valle Elvo, tre riposano in Sardegna

150° di Unità d’Italia – Tracce identitarie sarde e biellesi sulle orme garibaldine e gli ideali risorgimentali – Su 27 Garibaldini della Valle Elvo, sette presero parte alla Spedizione del 1860 detta anche “Spedizione dei Mille” – Tre Garibaldini biellesi sono seppelliti in Sardegna – Mostra storico documentaria – Ingresso libero

27 Garibaldini della Valle Elvo
Pannello 27 Garibaldini della Valle Elvo in mostra ad Occhieppo Superiore.

Verrà inaugurata sabato 18 giugno, a Occhieppo Superiore, nella “Sala delle carrozze” di Villa Mossa, all’interno della XVII edizione della Festa sarda “Sa Die de sa Sardigna“, la nuova tappa della mostra storica documentaria itinerante “Garibaldi dopo Garibaldi – Garibaldi e la Sardegna“.
La rassegna è suddivisa in tre sezioni: una curata dai “Veterani e Reduci Garibaldini – Riofreddo“; l’altra dall’Assessorato del Lavoro, Emigrazione-Immigrazione della Regione Autonoma della Sardegna, dal Comitato di Cagliari dell’Istituto per la Storia del Risorgimento e dall’Archivio di Stato di Cagliari; la terza dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, in collaborazione con la FASI (Federazione delle Associazioni Sarde Italia) e dai Circoli Sardi coinvolti nell’esposizione itinerante. Caratteristica della mostra è quella di studiare la microstoria del territorio in cui via via viene ospitata, incrementando con nuovi pannelli il percorso espositivo attraverso la riscoperta e la riproposizione di tracce identitarie sulle orme garibaldine e risorgimentali presenti nelle diverse località.
Per la rassegna di Occhieppo Superiore, la ricerca è stata curata al dott. Diego Presa di Biella e al dott. Paolo Bullita di Cagliari. Veniamo, condotti, così, in una sorta di accattivante caccia al tesoro, alla riscoperta dei nomi dei 27 garibaldini della Valle Elvo, tra cui quelli dei sette che presero parte alla Spedizione del 1860 detta anche “Spedizione dei Mille”. Si ricostruiscono biografie inedite corredate di fatti ed aneddoti, attraverso testimonianze dirette tramandate oralmente od oggetti custoditi in fondo ad antichi cassetti, prima che la memoria si affievolisca del tutto e irrimediabilmente si cancelli. Non senza stupore scopriamo che alcuni Garibaldini biellesi sono emigrati in Sardegna, tre riposano nella nostra, divenuta la loro Isola.
I dati sono ancora provvisori, ma i sette nomi fatti risalire alla spedizione del 1860 nel regno delle Due Sicilie sono estratti dall’elenco dei 35.000 garibaldini censiti dall’Archivio di Stato di Torino – informa Diego Presa – e sono relativi non solo alla spedizione dei primi “1.089” ma anche a quelle che nei mesi seguenti videro affluire dal Nord alla Sicilia e poi a Napoli più di 20.000 volontari. Gli altri nominativi risalgono alla tavola dell’arch. Giuseppe Maffei (1821-1901) di Graglia, così come riportato sulla stele e sulla base del monumento inaugurato nel 1886 ai Giardini Zumaglini di Biella“.
La ricerca condotta da Paolo Bullita ci rivela, per esempio, la storia di Emilio Campra che dal paese di Graglia (Biella), arriva a Thiesi (Sassari), verso la fine del 1800.
In famiglia – afferma Giorgio Porqueddu di Antonio, discendente diretto di Emilio Campra – si diceva che era stato un garibaldino dell’ultima ora e si conservavano alcuni reperti fra cui una carabina.
S’innamora e si sposa a Thiesi con Peralta Maria Francesca il 22 gennaio del 1882. Il primo figlio lo chiama Menotti, utilizzando lo stesso nome del primogenito di Garibaldi, probabilmente in onore al suo mito con il quale deve aver avuto rapporti nella fase finale delle iniziative garibaldine. Di lui sappiamo che era un imprenditore e che costruì tratti di ferrovia e parte delle banchine del porto di Olbia.
A Thiesi, si dice che iniziò come selciatore e che poi si dedicò all’impresa edile e stradale, grazie all’aiuto che gli diede suo figlio Menotti, che studiò da geometra.
Per curare una sorta di tumore alla guancia andò a Bologna dove morì l’11 dicembre 1916 all’età di 68 anni in via Castiglione. La sua salma non fu portata a Thiesi per cui se la famiglia ha fatto costruire un cenotafio questo si trovava nel distrutto cimitero e probabilmente non fu trasferito al nuovo come fece la famiglia Pettazzi. Dalla data di morte e dall’età si rileva che è nato nel 1848. Con questa data di nascita le possibilità che sia stato garibaldino aumentano notevolmente.

Giovanni Usai

2 commenti

  1. Complimenti per questa nuova ulteriore bellissima iniziativa.
    Purtroppo non potrò esserci il 18, perché già impegnato a Turi in Puglia, per lo scoprimento di un busto in onore di un garibaldino del posto, cerimonia organizzata nel corso della festa locale della famosa ciliegia “ferrovia”, uno dei frutti particolarmente graditi al Bisnonno tanto da piantarne degli alberi a Caprera.
    Mi auguro a presto

    Un cordiale saluto
    Giuseppe Garibaldi

  2. Molti auguri alla manifestazione e ringraziamenti a coloro che vi si dedicano,
    con amicizia,
    Annita Garibaldi Jallet

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