Pregare in sardo, Rosariu cantadu a Pettinengo

Rosariu cantadu a Pettinengo

Puntualmente, ogni anno nel mese mariano, i Sardi di Biella si recano a Pettinengo per unirsi in preghiera con gli abitanti di Canton Gurgo nella chiesa che con loro stanno restaurando. L’antico oratorio seicentesco, intitolato a San Grato d’Aosta e Sant’Eusebio da Cagliari è luogo di incontro di fede e cultura, dove è possibile pregare in lingua materna. Così è stato lunedì 23 maggio, con “Su Rosariu cantadu”, intonato parte in sardo, parte in latino e in italiano, significare, anche nelle diverse espressioni linguistiche la capacità di state assieme, animati dalla grazia dello Spirito e dalla volontà fraterna di comprendere. “Chi ha lo Spirito Santo – afferma Sant’Agostino – è nella Chiesa, la quale parla tutte le lingue“. La comprensione (latino comprehensio -onis), è l’atto e la capacità di capire, cioè di “afferrare” (cum-prehendere, prendere in modo deciso, fermo, cioè “afferrare insieme cose che stanno dinanzi a me”) con la ragione un contenuto conoscitivo.
Dopo il Deus ti Salvet Reyna in sardo e il Salve Regina in latino, si è voluto condividere un momento di ulteriore fraternità, tra torte, pane carasau, salsiccia sarda, toma e maccagno biellese col vino nuovo di Domenico, frutto delle prime vinificazioni della nuova vigna recentemente impiantata nelle terre di Atzara, in provincia di Nuoro.

Simmaco Cabiddu

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