Agosto, una parola sarda al mese: O come Occánnu

Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

incipit O, in Giampaolo Mele, Die ac NocteOCCÁNNU in log. significa ‘quest’anno’. Wagner lo fa derivare direttamente dal lat. hoc anno ‘in questo anno’; ma ciò non è vero. Intanto noto che in log. si usa anche accánnu, forma già registrata perfino nel codice di Sorres cap. 251: sas degumas de achannu passadu. Anche in còrso il termine comincia in a– (aguànnu). Di occannu c’è un uso particolare con le frutta primaticce: secondo lo Spano in Logudoro s’usa ğesokkannu o sokkannu per indicare il momento quando si mangia il primo frutto, e Wagner interpreta la strana locuzione con l’intrusione del nome di Gesù quasi a ringraziamento del piacevole momento delle primizie.
Si può notare come Wagner sia andato totalmente fuori strada. Lo stesso Wagner ed altri linguisti (vedi DES) credono infine che occannu sia una forma latina dotta, e quest’ipotesi (passata come certezza), buttata in finale quasi a suggellare l’inanità delle proprie ricerche, dimostra come sia impossibile accettare il lavoro di quanti, giunti all’ultima spiaggia, si rinchiudono tra le nubi fumogene dalle quali lanciano l’estrema perfidia, con la quale tentano di confondere un intero problema inducendo surrettiziamente una questione di lana caprina, ossia il dubbio se una voce sia di origine dotta o popolare, quasi che la scelta tra questo altalenare possa essere dirimente nell’indagine etimologica. Possiamo francamente osservare che l’intera questione, così presentata dagli etimologisti che mi hanno preceduto, sia ascientifica, e persino molesta.
Invero, la base etimologica di occannu, accannu è l’assiro a(k)kannu ‘ora, adesso’, e la seriore considerazione del lat. annus (in ablat. annō) ha portato a una lenta commistione dei due concetti, l’uno relativo a ‘questo momento’, l’altro relativo a ‘questo anno’.
Quanto a ğesokkannu, Gesù non c’entra affatto con la formula, la quale invece ha la base nell’accadico gisû(m), igisû ‘dono, regalo, contributo annuale’ (per i preti, i templi: con riferimento alle primizie) + akkannu. In stato costrutto si ha gisakkannu > gesoccannu col significato di ‘momento del dono annuale’ o simili.

Salvatore Dedola,
glottologo-semitista

Nell’immagine: l’incipit “O”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009

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