Visita al Museo delle Migrazioni, origini venete del 50% dei Biellesi

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Durante i primi mesi di quest’anno scolastico abbiamo avviato con l’insegnante di Inglese, Matteo Rebuffa, e la docente di Storia, Daniela Gavioli, un progetto chiamato “laboratorio storico – linguistico per l’integrazione”.
Per il progetto abbiamo dedicato circa un’ora settimanale durante la quale l’intera classe ha condiviso lo studio e la conoscenza di alcune lingue che vengono studiate a scuola come l’Italiano, l’Inglese, il Francese e lo Spagnolo e altre che venivano parlate solo da alcuni compagni, quindi sconosciute ad altri, come il Rumeno e l’Arabo.
Oltre ad aver trattato le madrelingue, abbiamo approfondito lo studio di alcuni dialetti, lingue materne come il Piemontese, il Siciliano e il Sardo.
Nel mese di aprile ci hanno comunicato che avremmo fatto una visita al “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” di Pettinengo, gestito dal Circolo sardo “Su Nuraghe” di Biella.
Per rendere omaggio all’ospitalità e al lavoro dei Sardi di Biella, abbiamo realizzato un lavoro di gruppo che consisteva nel tradurre, verso tutte le lingue e dialetti trattati in classe le ultime tre quartine della poesia “Sa mama de su mortu“ del poeta in limba sarda Montanaru. Fu scritta per celebrare la bellezza della scultura di Francesco Ciusa che abbiamo potuto ammirare durante la vista guidata al museo.
Dopo esserci divisi in gruppi abbiamo trascritto i versi su cartoncini colorati e creato la copertina sulla quale abbiamo disegnato il volto della statua di “la madre dell’ucciso” con le sue lacrime di pietra.
Una nostra compagna di classe, originaria della Sardegna, ha fascicolato i cartoncini con del sughero e dello spago, quello che i Sardi utilizzano comunemente per legare i salami.
Il 9 aprile, dunque, ci siamo recati in vista al museo di Pettinengo. Siamo stati accolti dal presidente del Circolo “Su Nuraghe” Battista Saiu nella chiesa di San Grato e Sant’Eusebio di canton Gurgo. Qui abbiamo ricevuto un’esauriente spiegazione di quello che avremmo visto nell’adiacente museo. Inoltre, tramite un rapido sondaggio effettuato tra i presenti, ci siamo resi conto che più della metà di noi avevano almeno un famigliare di origine veneta.
Successivamente abbiamo visitato il museo e, prima di ricevere la tradizionale merenda che ci è stata offerta, abbiamo consegnato il fascicolo redatto e ogni studente ha letto ad alta voce le tre quartine in lingua originale.

Giorgia Garbin,
classe I H ITIS, a.s. 2018/19

Nell’immagine: ragazzi e docenti della classe I H ITIS “Quintino Sella” di Biella davanti alla statua di Francesco Ciusa

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