Luglio – Casa Sardegna a Biella, i nuraghi verso l’UNESCO

Nuraghe Alvu, Pozzomaggiore

Da Biella, che nel corso del 2019 ha ottenuto il riconoscimento di “Città Creativa UNESCO”, l’appoggio al Comitato “La Sardegna verso l’UNESCO” affinché l’Isola con il suo patrimonio paesaggistico, archeologico, storico, artistico e culturale diventi patrimonio dell’umanità.

Scelte tra oltre 15.000 fotografie, 377 tessere a rappresentare tutti i comuni dell’Isola, compongono i dodici mosaici che illustrano Su Calendariu 2021 edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Nurnet – La rete dei Nuraghi

Tutte le foci dei fiumi più importanti erano presidiate, così come le valli e gli impluvi collinari o montani. Tutti i golfi e gli approdi più comodi e rilevanti dell’Isola erano presidiati da nuraghi e da villaggi più o meno importanti, così come i passi montani o collinari. Qualcuno sostiene che, nell’epoca delle grandi foreste, sarebbe stato più agevole lo spostamento lungo la costa a bordo di imbarcazioni leggere, che potevano trasportare anche merci, invece di seguire i sentieri impervi dell’interno. Allo stesso modo dovevano essere sfruttati gli alvei dei torrenti, liberi da boschi e da arbusti, poiché ripuliti annualmente dai flussi impetuosi delle acque. Si è anche riscontrato come le torri fossero prevalentemente allineate almeno per tre punti, e che più linee così determinate s’intersecassero in punti singolari: punto singolare dove era presente un manufatto nuragico.
In Sardegna, insomma, il paesaggio può ben dirsi determinato e segnato dai monumenti nuragici, non esistendo un luogo da cui non si possa traguardare o essere visti da una torre.

Marco Chilosi

Nell’immagine, mosaico di nuraghi con al centro “Nuraghe Alvu”, Pozzomaggiore (Sassari), foto di Giovanni Sotgiu

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