Il Comune di Orani, in Sardegna, ricorda il Partigiano “Cuffia”, morto per la libertà in Valle Cervo, in Piemonte

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Orani (NU) – Conversazione con Battista Saiu sul giovane Salvatore Solinas – “Cuffia” – caduto sui monti di Tavigliano, nel Biellese.

“Il Partigiano Cuffia. Orani ricorda”. Questo è  il titolo della conferenza organizzata dall’Archivio biblioteca “Primo Maggio” di Orani col patrocinio del Comune di Orani., che si terrà nel parco della biblioteca comunale giovedì 27 luglio 2023 alle ore 21.

Dopo i saluti del Sindaco Marco Ziranu seguiranno gli interventi della professoressa Anna Cacciatori, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Nuoro, e il saluto di Marina Moncelsi, direttrice dell’Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’età contemporanea nella Sardegna Centrale (ISTASAC).

Prenderà infine la parola il professor Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, per illustrare la figura del partigiano “Cuffia”, oggetto di una recente ricerca a cura dell’ANPI Biellese e di “Su Nuraghe”.

Nel nome del partigiano “Cuffia”, morto a 19 anni per la libertà, sono iniziati già da qualche mese i lavori “diplomatici” in vista di un possibile gemellaggio tra il Comune di Tavigliano (BI), paese in cui il giovane garibaldino fu ucciso dai tedeschi nel gennaio del 1944, e quello di Orani, in provincia di Nuoro, terra di origine dei genitori di Salvatore Solinas. Era questo il vero nome di “Cuffia”, primo martire combattente della Valle Cervo, durante la guerra di Liberazione.

Il Sindaco di Tavigliano, Gino Mantello, saluta così gli oranesi che parteciperanno alla serata: «Carissima Comunità di Orani, sono lieto di porgerVi il mio saluto e quello di tutta la Comunità di Tavigliano. Qualche mese fa abbiamo ricordato, in collaborazione con il circolo “Su Nuraghe” di Biella, la figura di Salvatore Solinas, ragazzo di diciannove anni, caduto sui nostri monti per il bene della patria. Credo sia un dovere ricordarsi di un giovane che con la sua vita ha contribuito alla costruzione della Repubblica Italiana. Ricordare per non dimenticare e per trasmettere alle gioventù future i valori della patria. Stiamo progettando un futuro gemellaggio Tavigliano-Orani. Sono certo che un giorno ci incontreremo, qui da noi e da voi, per suggellare questa amicizia Piemonte-Sardegna, ricordando Salvatore Solinas».

In occasione del 25 aprile scorso il Circolo “Su Nuraghe” di Biella si era fatto promotore del rifacimento della lapide dedicata al Partigiano ucciso nei pressi del cimitero di Tavigliano. Durante la cerimonia di inaugurazione era stato distribuito ai presenti un opuscolo di 36 pagine dedicato alla figura di Solinas, in cui si raccontano le circostanze della sua morte nel contesto della guerra partigiana nel Biellese e nel Canavese. Salvatore, infatti, da civile abitava con la famiglia a Ivrea, in via Palma, oggi via Quattro Martiri.

L’ANPI biellese, che ha sostenuto con entusiasmo l’iniziativa di qualche mese fa, manda oggi il suo saluto ai partecipanti alla serata, con le parole di Luciano Guala, vicepresidente del Comitato provinciale di Biella: «La Sezione ANPI P. Lanati Vallecervo e il Comitato provinciale di Biella si uniscono al vostro consesso, auspicando di poter dare continuità a questo primo lavoro congiunto. Prendiamo in prestito le parole dei Partigiani: “e se fosse da rifare, faremmo lo stesso cammino».

Il Circolo Su Nuraghe intende, nel futuro, proseguire le ricerche sui giovani Sardi che diedero la vita nella lotta di Liberazione in terra Biellese, approfondendo le figure dei martiri Antonio Lepori, “Sergio” di Aggius, (Sassari), Caduto in combattimento a Mongrando il 13 gennaio 1945 e Gerardo Salis, “Palmiro”, vittima dell’eccidio di Salussola del 9 marzo 1945. I combattenti Sardi – o di origine isolana – nelle file dei Partigiani biellesi furono 27.

Nel gennaio del ’44 alcuni camion con militari tedeschi, avvertiti da una soffiata, arrivano in piazza a Tavigliano, mentre una squadra di quattro Partigiani è intenta a una corvée di vettovagliamento nel negozio di alimentari del paese. La proprietaria li aiuta a fuggire dal retro. I quattro sono inseguiti e fatti oggetto di colpi di mitraglia lungo i prati che conducono alla frazione Sella. Uno di essi, Salvatore Solinas – “Cuffia” – viene ferito mortalmente al fianco. Il Partigiano “Sbaffo” (Clemente Negro) tenta invano di sorreggerlo, per poi ripararsi in una buca dove viene nascosto e protetto da una valligiana fino al calar del sole. I nazifascisti danno il colpo di grazia a Solinas sparandogli alla testa, tengono in ostaggio alcuni abitanti sospettati di essere fiancheggiatori dei ribelli e prendono a schiaffi il parroco del paese, don Lega, che protesta quando infieriscono sul cadavere del ragazzo appena ucciso. Prima di ritirarsi i tedeschi danno alle fiamme alcune cascine, tra cui quella di Giovanni Negro, il futuro partigiano “Balòc”.

Riccardo Pozzo

Nell’immagine, locandina e copertina dell’opuscolo

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