Museo delle Migrazioni: a Pettinengo tre occasioni per visitare un mondo tutto da scoprire

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Domenica 4 giugno 2023, alle ore 15:00, prima giornata di apertura estiva del “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli”, in via Fiume, 12, a Pettinengo.

Le esposizioni sono allestite nella casa museo appartenuta a Gastone Mazzia. La famiglia biellese, emigrata in Francia, ha voluto donare, attraverso il Circolo Culturale Sardo di Biella, la casa padronale alla Sardegna affinché venissero valorizzate le storie di tante migrazioni con al centro quelle di Sardi e di Piemontesi.

Divenuto l’unico bene extraterritoriale della Regione Autonoma in capo al Patrimonio e al Demanio, il museo accoglie diverse collezioni, migliaia di minerali tra sardi e da tutto il mondo; centinaia di animali impagliati; numerosi corredi familiari e domestici, che parlano di lavoro, festa e quotidianità, come quelli provenienti da case di ex mondine o come le marche da burro della montagna biellese insieme alle “pintaderas”, gli stampi utilizzati in Sardegna per decorare il pane.

Al centro degli allestimenti, la statua marmorea della “Madre dell’ucciso”, “Sa Mama de su mortu” di Francesco Ciusa (Nuoro, 1883 – Cagliari,1949). Opera importante per la storia dell’arte italiana del Novecento, con la Sardegna che entra da protagonista nella cultura della Penisola oltrepassando le Alpi e gli oceani. Dell’artista sardo che ha scelto di operare in Italia, rifiutando offerte americane di lavoro, esistono copie in bronzo della statua di gesso esposta alla Biennale di Venezia del 1907, acquistata nel 1939 dalla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari. Si conoscono successive versioni in bronzo: la prima, su richiesta dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione, fusa subito dopo l’esposizione del 1907, si trova alla Galleria d’Arte Moderna di Roma; un’altra sembrerebbe essere stata eseguita per un museo londinese; un’altra ancora, in gesso, è esposta nella Galleria d’Arte Moderna di Palermo. Copia in gesso anche al “Museo Ciusa” Nuoro, città natale dell’artista.
La copia marmorea esposta a Pettinengo venne acquistata dal conte Vittorio Buratti nel 1942 direttamente dalla Galleria d’Arte di Paolo Triscornia di Ferdinando di Carrara per arredare la sontuosa villa La Malpenga. Da allora, l’importante opera è stata custodita nel Biellese.

Ora, per turisti, studiosi ed amanti dell’arte Italiana del Novecento, un’occasione in più per venire a visitare anche un tutto da scoprire, con Pettinengo che accoglie altri due musei: il “Museo dell’Infanzia”, gestito dall’Associazione “Piccola Fata”, e il “MUSA – Museo degli acquasantini e della sacralità dell’acqua“, realizzato grazie alla sinergia attivata tra il DocBi – Centro Studi Biellesi, l’Amministrazione comunale e le associazioni di Pettinengo.

Dal 4 giugno e fino ad ottobre, inizia la contemporanea apertura dei tre musei aderenti alla Rete Museale Biellese in collaborazione con il Comune di Pettinengo. Tutti e tre a ingresso libero.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine, studenti della University of Southern Mississippi, di Hattiesburg, in visita al Museo delle Migrazioni di Pettinengo

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