Con la pandemia, le palme “filadas” di Su Nuraghe diventano virtuali

palma filada

Il tempo del coronavirus, nell’interrompere e sospendere tutte le attività, ha fatto annullare la consegna delle palme filadas, intrecciate alla sarda, tradizionalmente offerte al vescovo di Biella, al cappellano di Su Nuraghe e a presbiteri della Diocesi di Biella, per essere portate in processione la domenica che precede la Pasqua.
Ciò nonostante, una particolare palma è stata realizzata a Magomadas (Oristano) dal tenente colonnello Luciano Sechi, autore e compositore dell’Inno della Brigata “Sassari” che, nell’inviarne la fotografia, scrive: “Ho voluto condividere con voi la Croce-ostensorio che ho preparato, con al centro un rarissimo ricordino in argento del Congresso Eucaristico di 72 anni fa”, augurando “buon cammino verso la Pasqua, sperando in tempi migliori”.Continua a leggere →

Virus e poesia: restamos in domo/stoma ëntecà/quedamos en casa/restiamo a casa

Biella, laboratorio linguistico sardo-piemontese-castigliano – Martedì 28 aprile, ore 21:00 – collegamento Skype con La Plata (Argentina) con la poesia di Tore Spanu di Pozzomaggiore

Tragopogon porrifoliusAi tempi di coronavirus, il laboratorio linguistico di Su Nuraghe continua in collegamento Skype con il Circolo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina), superando mari e oceani attraverso l’uso della lingua materna nella poesia, tra storia, cultura e cronaca del tempo presente – fatti del giorno, “de die in die” nei versi di Tore Spanu – testi in “Limba” per imparare a leggere e scrivere in sardo e in piemontese, anche per chi non è o non parla sardo o piemontese, ma conosce ed usa la lingua materna anche diversa dal sardo o dal piemontese – traduzione in piemontese letterario nella versione dij Brandé, a cura di Sergi Girardin, di Caraglio (Cuneo), in lingua italiana, curata da Roberto Perinu, Biella – traduzione in castigliano resa da Matteo Rebuffa, Candelo (Biella) – testo di presentazione e poesia “Si solu restamos in domo” sono di Tore Spanu, di Pozzomaggiore (Sassari) – coordina Biagio Picciau.Continua a leggere →

Aprile, una parola sarda al mese: A come ACCATZINADDU

Radici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico di storia e di cultura sarda a Biella

incipit A in Giampaolo Mele, Die ac NocteACCATZINADDU è un aggettivo sassarese riferito a ‘qualcuno che ha assunto l’aspetto e la consistenza della calce secca’ (Bazzoni). Ma questa spiegazione non ha alcun senso; Bazzoni ha perduto oramai il significato del verbo, talché non propone alcuna locuzione esemplificativa. Questo verbo in realtà è pan-sardo e si riscontra principalmente nell’uso di Quartu e del campidanese meridionale: ingatzinái ‘imbrogliarsi, incepparsi, ammatassarsi’, ‘abbarrare agaffiados, arréscius’ (Puddu); esempio: mi s’est ingatzináu su tacconi in su bináriu ‘il tacco si è incastrato nei binari’ (Puddu); séu totu ingatzinada me is faìnas ‘sto affogando nelle tante faccende’ (Dedola). Base etimologica è il sumerico gaz ‘to kill, beat, thresh (grain)’ + in ‘abuse’. Ma è più congruo il sumerico ḫaza ‘to hold, trattenere’ + in ‘abuse’. In questo secondo caso abbiamo il significato di ‘trattenere abusivamente, ossia senza la volontà del soggetto’.Continua a leggere →

Da Biella all’Argentina, videopoesia tra Piemonte, Sardegna e Patagonia

laboratorio Linguistico in videochiamata

Prossimo appuntamento martedì, 28 aprile, alle ore 21:00

Martedì 31 marzo, il Circolo Sardo di La Plata “Antonio Segni” e il Circolo Culturale Sardo di Biella “Su Nuraghe” hanno organizzato un laboratorio Linguistico in videochiamata.
Un incontro a distanza con lettura di poesie, storie e racconti di migrazioni sarde e italiane, che, attraverso mari e oceano, mette in contatto lingue e culture sarde e piemontesi, fino alla parlata spagnola in uso in America Latina.
Incontro a distanza tra Europa e Nuovo Continente, che ha visto la partecipazione di Marianela Fava Signorini, del Circolo Sardo di Neuquèn (Patagonia), dal Sud dell’Argentina, che ha letto strofe e paragrafo della presentazione della poesia “Corona di spine”, di Tore Spanu, in sardo, italiano e castigliano.Continua a leggere →

È morto Antonio Urru di 82 anni, originario di Belvì

Antonio UrruCristianamente è mancato all’affetto dei suoi cari, di 82 anni.
Lascia la moglie Caterina; i figli Maurizio con Irene, Stefano con Paola, gli adorati nipoti Gioele e Viola; le sorelle Luisa e Santina, con le rispettive famiglie; cognati, cognate, nipoti e parenti tutti.
Nato a Belvì (Nuoro), Antonio lascia le montagne della sua Barbagia alla fine degli anni Cinquanta per approdare in Valle Elvo, dove già risiedeva una piccola comunità di conterranei provenienti dalle stesse zone dell’Isola, e lavorare come custode presso una villa locale.
All’ombra di questi monti trascorrerà tutta la sua vita, tra casa e lavoro, operaio in diverse fabbriche, concludendo la sua operosa esistenza alla Filatura di Pollone.
Abile ballerino, ha collaborato nei laboratori di danze e balli sardi organizzati dal Circolo Su Nuraghe. Grande devoto della Madonna di Oropa e profondamente legato alle tradizioni della sua terra, in occasione dell’Anno Giubilare 2000, fu tra i primi a rispondere all’appello per formare il gruppo di preghiera di “Su Rosariu cantadu” e accompagnare con il “Deus ti salvet, Maria” e antiche pregadorias chi moriva lontano dalla terra di origine.Continua a leggere →