I nomi sardi, tra i più antichi del Mediterraneo, distinti da quelli italici

pettirosso
Pettirosso (foto Franco Lorenzini).

Mi permetto con modestia di presentare qua appresso le etimologie relative ai dodici uccelli di Su Calendariu 2015 (alcune moltiplicate in omaggio ai molteplici nomi di certi pennuti), premettendo che, essendo spesso i nomi sardi tra i più antichi del Mediterraneo, hanno in generale un nome che li distingue molto o poco da quello italico (e da quello latino). Si tratta però, ancora e sempre, di arcaici nomi mediterranei, che sono rimasti incistati soltanto in Sardegna per il carattere conservativo della sua cultura. Va da sé che dal 1720 l’influsso italiano ha soffiato sempre più forte sulla cultura popolare sarda, ed i nomi della fauna ne hanno risentito, talché in molti casi sta prevalendo – purtroppo – il nome italico, che le giovani generazioni, piallate dalla cultura televisiva, stanno adottando. Un esempio è quello di Rùndine (il volatile messo in copertina di Su Calendariu 2015), che nella Sardegna più arcaica viene chiamato Rùnkina (aviònimo autenticamente sardo, che ha prodotto anche un cognome).
RÙNKINA ‘rondine’ (Hirundinidae) ha il significato arcaico di ‘falce perfetta’ (a causa della forma delle ali in volo), dal sum. rum ‘perfetto’ + kin ‘falce’: rum-kin.
BRABÍSI ‘pettirosso’ (Barigadu), anche brinci. Altrove vien detto barbarùbia (letteralmente: barbarossa), ma è una paronomàsia dovuta all’incontro tra brab-ìsi ed il rosso del suo petto. Per brabísi, da un antico *barbísi, la base etimologica è l’akk. bāru (un sinonimo per ‘aperta campagna’) + bīšu ‘proprietà, possesso’: bār-bīšu = ‘signore dei liberi spazi’, causa l’ubiquità di questo bel passeraceo.
GRISOTTI, grisu, kilísi, criḍḍólu ‘pettirosso’ (Erithacus rubecula) (Sarrabus). Base etimologica nel sum. gir ‘dono, gift’ + šud ‘preghiera, benedizione’: gir-šud ‘dono della benedizione’ (notisi la considerazione che veniva fatta a questo uccello, che nei tempi arcaici doveva essere considerato sacro, o quantomeno uccello-guida nel ver sacrum).Continua a leggere →

Il pettirosso nidifica in Piemonte e Sardegna, migra nel Grande Nord

Il pettirosso è l’immagine guida del mese di marzo di Su Calendariu 2015, edito dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella – Fotografie di Franco Lorenzini – testi di Lucio Bordignon – In italiano, latino, piemontese e sardo i nomi degli uccelli ritratti: pettirosso – Erithacus rubeculapiciuruss, petrussbarbarubia, grisotti, grisu, princiotta, fra gavinu.

pettirosso

Il pettirosso è un uccellino molto conosciuto, perché, spesso si avvicina alle case in cerca di cibo, soprattutto in inverno, quando frequenta i nostri giardini in cerca di bacche, frutta e lombrichi. Ama molto frequentare le mangiatoie per uccelli dove predilige il pastone per insettivori e le briciole di pane. È una specie di foresta che nidifica nei nostri boschi, ricercando i posti più freschi e umidi, spesso esposti ai quadranti settentrionali. Se abbiamo una popolazione locale che nidifica, sia in Piemonte che in Sardegna, è pur vero che vi è anche una popolazione che migra verso il Grande Nord, spingendosi in estate sino al Circolo Polare Artico dove si riproduce nelle foreste di aghifoglie, dette in gergo “taiga”, che abbandona col sopraggiungere del freddo, per venire a svernare nel bacino del Mediterraneo interessando sia il Piemonte che la Sardegna. È proprio in questo periodo che diventa visibile, perché esce dal fitto della foresta dove ha allevato i suoi piccoli, per spingersi nelle campagne, negli orti, nei frutteti, negli uliveti e nei parchi. In questo periodo diventa talmente confidente da stare a pochi metri dall’uomo, aspettando che questi gli lanci del cibo, o seguendolo passo passo nelle operazioni di preparazione della terra, che portano alla luce vermi e altri insetti di cui il pettirosso è ghiotto. Sverna copiosamente anche nella macchia mediterranea ed è una delle specie invernali più frequenti in Sardegna, mentre è piuttosto localizzato sull’Isola in estate a motivo del clima caldo-secco. Territoriale all’eccesso, difende con estrema violenza il suo territorio dai suoi simili, sia durante la riproduzione, l’inverno ma anche durante le soste migratorie, caso raro tra gli uccelli. Specie in buono stato di conservazione.

Lucio Bordignon

È morto Giuseppe Petretto di Giave (Sassari), comandante a Biella

Giuseppe PetrettoCircondato dall’affetto dei suoi familiari, è mancato Giuseppe Petretto, di 89 anni. Ne danno il triste annuncio i figli Vanni, Pina, Marina, Donatella, Sandro e Loretta, con i rispettivi consorti e gli adorati nipoti; la sorella Amelia, unitamente ai parenti tutti.
La sepoltura sarà celebrata martedì 3 marzo alle ore 15.00 nella chiesa parrocchiale di Chiavazza. Il caro Giuseppe sarà tumulato nel cimitero di Chiavazza. Il santo Rosario sarà recitato lunedì 2 marzo, alle ore 17.00 nella cappella della casa di riposo OASI di Chiavazza.
Nato a Giave (Sassari), nel 1926, ancora giovanissimo, nel 1944, Giuseppe entra nell’Arma dei Carabinieri per essere assegnato al comando delle stazioni di Nuragugume, Dualchi, San Gavino Monreale.
Attraversato il mare, si trasferisce nelle Marche, a San Lorenzo in Campo, in provincia di Pesaro. Nell’agosto del 1970, il definitivo trasferimento, a comandare l’importante Stazione dei Carabinieri di Biella, per dieci anni, fino alla pensione, dopo essere stato onorato delle insegne di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana e la Medaglia d’Oro per lungo comando.
Ai piedi del Mucrone, il maresciallo Petretto si è circondato di amorevole rispetto per serietà, capacità e umanità profuse nello svolgimento dei suoi compiti, lodate da ufficiali e subalterni. Uomo che ha saputo trasmettere valori a figli e nipoti; la sua figura integerrima è ancora oggi ricordata.
Nostalgicamente legato alla terra di origine, da sempre seguiva le mitiche vicende della squadra di Gigi Riva e di Gianfranco Zola. La domenica, con l’orecchio incollato per la radiocronaca diretta, dalla finestra di casa con vista sui campi di calcio, osservava i ragazzi giocare. Passione che non lo ha mai abbandonato, rimanendo davanti alla televisione a seguire il suo “Cagliari”, fino agli ultimi giorni.
Con gli amici e coi figli era solito dire: “Unu carru e a bidda”, a significare la volontà di ritornare a trascorrere il resto della sua vita in Sardegna: ma l’amore per i figli e i tanti nipoti l’ha ancorato a Biella. A Giave, nella parrocchia in cui è stato battezzato, le campane hanno suonato a lungo. Suoneranno ancora domani durante suo ultimo viaggio. Riposerà nel cimitero di Chiavazza accanto alla moglie, Maria Sogos, che l’ha preceduto di un anno.

Battista Saiu

Torta e mimose per la grande anima femminile di Su Nuraghe

torta festa della donnaSono stati addobbati con decorazioni gialle i saloni della biblioteca del Circolo Culturale Sardo di Biella per la Festa della Donna.
Sabato 7 marzo, dalle ore 21, le porte di Su Nuraghe si spalancheranno per celebrare “sas Feminas/Fumne”, l’altra metà del cielo, parte importantissima della Comunità isolana che vive ai piedi del Mucrone.
Durante la serata ci sarà la distribuzione di mimose a tutte le donne presenti. I tradizionali ramoscelli dorati, confezionati dall’Angolo del Fiore, verranno serviti su un grande cesto cerimoniale appositamente realizzato da zio Agostino Angotzi, utilizzando fronde di olivastro, salice e canna di Sardegna. Dopo di che, sarà possibile gustare la grande torta che riproduce la geografia dell’Isola, disseminata di nuraghi di cioccolato, preparata dalla Gelateria Bertinetti di Biella. Nell’occasione verranno anche consegnati cesti ricolmi di prodotti sardi, premio alla migliore maschera dell’ultimo Carnevale svoltosi a Su Nuraghe.
Nel mentre, tra saggi dei corsi di danze e balli, accompagnati da melodie isolane e continentali, l’omaggio a tutte le donne, in sintonia con la ricorrenza della giornata mondiale che celebra la donna, la grande anima femminile di Su Nuraghe.

Salvatorica Oppes

Su Nuraghe Calcio Biella vince 5-4 contro La Granda

Su Nuraghe Calcio Biella, La Granda

Martedì 22 febbraio, presso il Centro Sportivo “Vittorio Pozzo” di Ponderano si è svolta la seconda giornata del girone di ritorno del campionato di calcio a 7, promosso da A.C.S.I (Associazione Centri Sportivi Italiani).
In campo, Su Nuraghe Calcio Biella a sfidare “la Granda”, i padroni di casa con i quali condividono la stessa struttura sportiva per gli allenamenti. La partita, diretta dall’arbitro Guido Franceschini è stata molto combattuta, con Su Nuraghe in continuo attacco per cercare di ovviare alla mancanza di un suo giocatore. La squadra, diretta da Giovanni Mocci e Pietro Lecca, nonostante la formazione ridotta (con anche le riserve infortunate, impegnate negli studi o al lavoro), ha comunque voluto onorare l’impegno calcistico, lottando con convinzione fin dall’inizio. Scelta saggia e coraggiosa che li ha portati alla vittoria su un avversario troppo sicuro di sé, adagiato sul provvisorio effimero alloro prontamente fatto appassire.Continua a leggere →