Martedì 27 gennaio 2015, alle ore 21, a Biella, al Teatro Sociale “Villani”, andrà in scena “Actus tragicus” di Ferdinando Crini (Premio “Teatro e Shoah” 2010 – Roma), promosso da E.C.A.D. (Ebraismo Cultura Arti Drammatiche) e Università Tor Vergata, con allestimento teatrale a cura dell’Associazione Culturale Dode di Biella. Ingresso gratuito.

Terzo appuntamento biellese per il Giorno della Memoria 2015, atto unico presentato da Valeria Ubertino, per la regia di Enrico Bernardi, ha come attori Luca Antonello (colonnello F. Henker); Mirko Cherchi (prigioniero 72457 – Giuda); Francesco Logoteta (prigioniero 84178 – Pietro); Carlo Mutto (comandante W. Schwindler).
“Sul palco, spoglio come un patibolo, il colonnello Scwindler, comandante un campo di sterminio nazista, obbliga i deportati a recitare a soggetto; in palio, la possibilità di rimanere in vita fino alla successiva recita. Per onorare la visita di un suo camerata – afferma Ferdinando Crini, autore dei testi – Scwindler ha preparato un argomento speciale, con lo scopo di far cadere i due prigionieri che sono riusciti a sopravvivere più a lungo. Improvvisamente, il gioco sadico del nazista prende una direzione inattesa e rivelatrice”.
Teatro impegnato con quattro coprotagonisti, tra i quali, Francesco Logoteta e Mirko Cherchi, responsabile del Laboratorio teatrale di Su Nuraghe, artefici negli ultimi anni di produzione di testi e rappresentazioni per il Giorno della Memoria, ripetutamente promosso ed ospitato nelle sale della Comunità sarda di Biella.
Da Due anni, la collaborazione con la Chiesa Evangelica e della Riconciliazione di Biella, di Istituzioni pubbliche e benemeriti Enti, con il prezioso patrocinio della Comunità Ebraica di Vercelli, Novara, Biella e Verbano Cusio Ossola, si offre la possibilità ad un pubblico più ampio di assistere e partecipare alla rappresentazione ed elaborazione del ricordo perché il dramma del Novecento non abbia a ripetersi mai più.
“Non è soltanto un gioco perverso da parte di questo comandante del campo di concentramento – afferma Mirko Cherchi – è una ricerca profonda su Dio, la sua esistenza e la sua concretezza; su quanto Dio è l’artefice dell’umanità e viceversa quanto gli uomini sono gli artefici di Dio.
Domande profonde che non possono avere risposte per gli uomini-strumento dell’ideologia nazista costretti alla prova di Dio dal comandante carnefice“.Continua a leggere →