Filet di Oropa, incontro tra Figlie di Maria e donne di Su Nuraghe

Donne del Filet al lavoro al Ricetto di Candelo e nella sede di Su Nuraghe
Donne del Filet al lavoro al Ricetto di Candelo e nella sede di Su Nuraghe.

Mercoledì 9 aprile, alle ore 15.30, le Donne del Filet del Circolo Culturale Sardo di Biella si recheranno ad Oropa a far visita alle Figlie di Maria.
L’incontro, previsto da tempo, sarà momento di scambio di esperienze su tecniche di ricamo e metodi di conservazione e restauro, mettendo in comune saperi acquisiti con la pratica e l’esperienza. Un’occasione attesa per lavorare insieme e vedere qualcosa di bello, che magari qualcuna vorrà provare a rifare. Quotidianamente le donne consacrate che prestano servizio ad Oropa, operano a contatto diretto con il ricco corredo di stoffe, paramenti e arredi custoditi presso il Santuario. Un vero e proprio tesoro da loro salvaguardato con cura ed amore.
A seconda delle occasioni, vengono utilizzati paramenti preziosissimi, molti dei quali adornati con pregiatissimi ricami. Alcuni realizzati a meandro secondo tecniche tipicamente sarde.
Dal canto loro, le Donne del Filet cuciono alla sarda su supporti da loro stesse realizzati, intrecciando fili per dar forma a disegni armoniosi, riproducendo motivi tradizionali di cui si ritrovano esempi proprio ad Oropa.
In epoca recente, artefici dei filet oropensi sono state alcune donne di Sardegna, tra queste, suor Maria Battistina – al secolo Caterina Sotgiu di Bosa – Pietatina di clausura al Cottolengo, giunta a Biella alla fine degli anni Trenta del Novecento. Alla sua morte, ha lasciato i telai da ricamo alla nipote “zia Antonietta Sotgiu”, fondatrice del gruppo delle “Donne del Filet”.Continua a leggere →

Su Re, film in Limba sarda, la Passione di Cristo sbigottisce ancòra

Sabato 12 Aprile, Biella, ore 21.00, proiezione a Su Nuraghe del film Su Re del regista nuorese Giovanni Columbu – sottotitoli in italiano – ingresso libero.

LocandinaLa lezione di cinema per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore, sarà tenuta da Gianni Cilloco (1979), Sardo di seconda generazione, la madre è nativa di Semestene (Sassari) ed il padre di Collinas – Villanovaforru (attuale Medio Campidano). Trasferitosi a Biella per scelta e per lavoro, da circa 7 anni collabora alla realizzazione delle proposte culturali del Circolo “Su Nuraghe” di Biella.
L’opera che verrà analizzata sì è distinta al 30° Torino Film Festival del 2012 e all’International Film Festival Rotterdam del 2013, focalizzando la sua attenzione sul racconto evangelico della Passione di Cristo, ambientata in una Sardegna ancestrale e senza tempo, in quel Supramonte ove il Monte Corrasi, con i suoi graniti e le sue nude pietre, diventa uno scenario ideale e quasi “metafisico”.
La realizzazione di Su Re e stata un’impresa corale dalla genesi assai faticosa. Un progetto produttivamente difficile, per ben due volte bocciato dalle istituzioni statali «perché ritenuto non interessante. In effetti, perché raccontare ancora la storia di Gesù, peraltro in lingua sarda» (cfr. V.Biolchini, Anche i sardi hanno ucciso Gesù. Lo sconcertante e potente “Su Re” di Giovanni Columbu). Ciononostante esso è stato messo in piedi con la Luches Film del regista, sovvenzionato poi dalla Regione Sardegna e “di tasca propria” dallo stesso Columbu. L’autore, «uomo di talento, filosofia ma anche di grande tenacia», ha dovuto anche ricorrere ad una sottoscrizione pubblica per reperire i finanziamenti utili, trovando il supporto economico di molti amici, tra i quali la Sacher Distribuzione di Nanni Moretti – maestro che quasi dieci anni prima aveva premiato il talento del cineasta isolano per il celebre cortometraggio Arcipelaghi -, cui si è da ultimo aggiunta Rai Cinema. Il sostegno – non solo culturale, ma propriamente umano – è stato garantito da menti “aperte” e disponibili al dialogo, quali, in primis, don Mario Cugusi, parroco a Cagliari e, in veste di supervisore, don Antonio Pinna, consulente esegetico e vicepreside della Facoltà Teologica della Sardegna. Determinanti sono state, altresì, la collaborazione del Teatro Lirico di Cagliari, per la preparazione dei costumi e la partecipazione di decine di interpreti locali non professionisti, alcuni dei quali provenienti dai Centri di Igiene Mentale (cfr. L.Saba, “Su Re”, quando il tempo diventa storia, in TIP 500, Marzo 2014).Continua a leggere →

Palme sarde intrecciate ad Atzara portate in processione a Biella

Alle ore 9 del mattino, incontro in episcopio con il vescovo, con presbiteri e donne consacrate della Diocesi di Biella

Palme di Atzara nell'immagine di August Sander (1927)
Palme di Atzara nell'immagine di August Sander (1927).

Sabato 12 Aprile 2014, si ripeterà a Biella la consegna delle palme “filadas”, intrecciate alla sarda, donate al vescovo, mons. Gabriele Mana, a sacerdoti e a religiosi della Diocesi.
Di buon’ora, una nutrita delegazione del Circolo Culturale Sardo di Biella partirà dalla sede di via Galileo Galilei per recarsi in episcopio reggendo in mano palme artisticamente intrecciate, appositamente realizzate ad Atzara (Nuoro).
Nel centro del Mandrolisai, l’uso di intrecciare le palme si è mantenuto nel tempo senza soluzione di continuità. Ancora oggi, le palme vengono tagliate la vigilia della Domenica di laetare, seguendo le indicazioni cromatiche in uso da sempre nella Chiesa. Per sette giorni le foglie recise rimangono a riposare acquisendo la morbidezza indispensabile alla perfetta lavorazione.
Operazioni complesse che coinvolgono l’intero paese con il dono, il taglio delle giovani foglie ancora chiuse e la loro custodia in appositi ambienti necessariamente bui, fino al momento dell’intreccio.
Tutte le sere della settimana che precede la domenica in cui verranno portate in processione, gli abitanti si ritrovano: eccezionalmente, le palme destinate a Biella saranno le prime ad essere intrecciate per permettere di farle pervenire in tempo utile.
Come in antiche veglie, si tramandano, con il gesto e con la parola, gli antichi saperi appresi.
Eredità arcaiche che continuano, con immutata freschezza, a donarci testimonianza di quelle radici cristiane sovente enunciate. Patrimonio inglobato, fin dai primordi, dalla nuova Fede, testimoniato dall’ingresso di Gesù in Gerusalemme, quando, con foglie di palma e fronde verdi, venne acclamato “Re dei Giudei”, proprio con quel titolo che lo avrebbe inchiodato al legno della croce.

Simmaco Cabiddu

Terra di sole, Terra di neve, ricordo di Alessandro Sanna

acquerello di Irene Rossi per le poesie di Alessandro Sanna
Acquerello di Irene Rossi per le poesie di Alessandro Sanna.

Venerdì 11 aprile 2014 – Biella, ore 21. Le sale di Su Nuraghe saranno la sede naturale in cui verrà ricordato Alessandro Sanna nel secondo anniversario della sua scomparsa. La famiglia, i soci della Comunità sarda e tanti Biellesi dedicano all’amico scomparso una serata speciale con lettura di poesie tratte dal volume “Terra di sole, Terra di neve”, raccolta di composizioni poetiche di Alessandro Sanna.
L’opera, pubblicata nel 1999 nella collana “Ammentos” di Su Nuraghe di Biella, è arricchita dalle illustrazioni di Irene Rossi.
Le immagini che si sovrappongono – scrive Battista Saiu presentando l’opera di Sanna – affiancano perfettamente il messaggio scritto; le sequenze dettate dalle corde dell’emozione traspaiono lo sviluppo visivo dei concetti delle poesie quasi le stesse fossero ispirate dall’immagine e l’ermetismo dei versi racchiudesse a corolla colori e gioia del segno grafico che così bene le rappresenta“.
Terra di sole, Terra di neve – continua Saiu – indicano due condizioni non solo climatiche della vita, può nevicare dappertutto ma in certi luoghi di più, il sole brilla ovunque ma in certi luoghi di più, vi sono terre nelle quali è protagonista. La separazione netta dei due stati non esiste, le sfumature possono essere innumerevoli come le condizioni della vita, diverse ogni mattino e ogni sera. In Piemonte nevica di più, in Sardegna c’è più sole, ma i pensieri, le notazioni si compenetrano scambievolmente“.
Venerdì sera, gli amici daranno voce ad Alessandro leggendo alcune sue poesie, ricordandolo con le parole che ci ha lasciato in eredità.
A tutti i presenti verrà donata una copia del volume “Terra di sole, Terra di neve” edito da Su Nuraghe.

Simmaco Cabiddu

Musiche e canti sardi ad Oropa, senso di nostalgia e di infinito

Domenica di laetare ad OropaImmagini visibili nella sezione Fotografias

Ieri, quarta domenica di Quaresima, il Circolo Su Nuraghe si è recato, come già negli scorsi anni, al Santuario di Oropa. Parecchi erano vestiti con i costumi tradizionali e, con il canonico rettore del Santuario, accompagnati dal suono delle launeddas di Tore Agus e Matteo Muscas, sono entrati solennemente nella Basilica Antica seguendo lo stendardo della Madonna di Oropa e S. Eusebio da Cagliari.
La quarta di Quaresima viene detta domenica di “laetare”, perché interrompe l’austerità del periodo penitenziale: per questo il Sacerdote indossa i paramenti di colore rosaceo. Il Rettore del Santuario, canonico Michele Berchi, ha celebrato la liturgia, che proponeva il Vangelo di Giovanni sul miracolo della guarigione del cieco nato, ed ha tratto da questo brano, circostanziato e stimolante, validi spunti di riflessione per il cammino quaresimale verso la Pasqua.
Le “Voci di Su Nuraghe”, hanno decorato degnamente la celebrazione, al termine della quale don Berchi ha espresso il suo apprezzamento per i canti in Limba che commuovono e comunicano un senso di nostalgia e di infinito, ed ha poi invitato il Circolo a tornare, in qualsiasi momento, al Santuario.
Al termine della S. Messa, dopo il canto dei Gosos dedicati alla Madonna “Mama de Oropa consoladora”, eseguiti con organo e launeddas, sono stati messi a disposizione dei fedeli dei piccoli sacchetti di grano per “sos nenneres”, antica tradizione che consiste nel far germogliare il grano in piatti che, abbelliti con fiori e nastri colorati, vengono portati in chiesa il giovedì Santo, e posti a decorazione dell’altare del S. Sepolcro.Continua a leggere →