Il pastore sardo è elemento armonico che vive sul territorio

LocandinaSabato 28 giugno, Sonia Bora Madeddu presenterà “Trittico pastorale”, per la regia di Ignazio Figus, CondiVisioni, 2008, della durata di 82 minuti.

“Trittico pastorale” è un film-documentario in tre parti, incentrato su diversi aspetti della cultura pastorale della Sardegna centrale. Lo spirito di questo lavoro è quello di analizzare il concetto di cambiamento, rappresentandolo come componente funzionale della narrazione: lo spunto di riflessione è sull’essere pastori oggi.
Cosa significa svolgere la propria attività lavorativa nella società sarda contemporanea?
Fare il pastore, infatti, prevede una competenza che può essere appresa esclusivamente sul campo. Il pastore è l’uomo che vive sul territorio come elemento armonico, offrendo una mediazione tra le proprie esigenze e quelle della natura che lo circonda.
Cosa avviene quando questo meccanismo viene meno, cioè quando la modernità modifica un equilibrio senza ripensarlo?
Il film si addentra nel difficile compito di raccontare questa fase delicata, concentrandosi sul vissuto del pastore.

Biella, due grandi sughere in città, omaggio alla terra sarda

Sonia Bora MadedduSabato 28 giugno 2013 – A Biella, alle ore 21, nelle sale del “Punto Cagliari“, in via Galileo Galilei, 11, appuntamento con le lezioni di cinema di Su Nuraghe Film “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”. Ingresso libero.
Salirà in cattedra Sonia Bora Madeddu, sarda di seconda generazione, giovane mamma, nata a Biella, madre di due gemelli, Matilde e Sofia. Figlia del biellese Gillio e di Anna Madeddu di Villaputzu, terza di sei figli.
La mamma è giunta a Biella nei primi anni Settanta per fare l’operaia. Dopo una prima esperienza lavorativa a Palermo, è approdata sotto il Mucrone dove ha conosciuto l’uomo che, in breve tempo, sarebbe diventato suo marito.
Dal loro matrimonio nascono due figlie, Katiuscia e, secondogenita, Sonia.
Amo la Sardegna – afferma Sonia – da quando ero piccolissima. Avevo appena tre mesi e qualche giorno ed ero già arrivata a Villaputzu, ospite di zia Ersilia e dei prozii, fratelli dei genitori di mamma. Da trentasei anni, tutti gli anni, puntualmente, sono ritornata al paese dei miei avi sardi“.
A Biella, nella casa di Sonia, il marito Davide ha messo a dimora due grandi querce da sughero, omaggio alla terra di origine della giovane sposa sarda.Continua a leggere →

«Pizza, pitza, pitta, pita»: parola ebraico-araba, sarda e mediterranea

Volontari di Su Nuraghe
Volontari di Su Nuraghe.

Sabato 1° giugno 2013 si è svolto l’incontro conviviale “pizza al Circolo” che, anche questa volta, ha fatto registrare il “tutto esaurito. Un facile successo che si ripete ad ogni appuntamento. Serate serene in piacevole compagnia, con cibi buoni, cucinati secondo tradizione nel grande forno a legna costruito con maestria da “zio Agostino Angotzi”.
La generosità dei volontari di Su Nuraghe è l’altro grande ingrediente a conferma della buona riuscita della serata.
Nel Biellese e in altre località in cui gli emigrati sono radicati, proverbiali sono divenuti i piatti tipici della cucina mediterranea, tra cui la pizza.
PIZZA, PITZA, PITTA, PITA. È parola sarda e mediterranea. In Planargia si nomina pita un pane di forma allungata. In altre aree del centro-Sardegna il nome è pitza.
La pitta non deriva dal napoletano pizza, poichè lo stesso pizza è un termine mediterraneo coevo a quello sardo e alla pitta ebraico-araba. Il vocabolo pizza in quanto ‘focaccia’ apparve già nel 997 nel latino medievale di Gaeta (DELI).
In Sardegna accanto a pita, pittza abbiamo, con la stessa origine, pidza ‘piega, crespa’, al pari di pidzu, piza ‘sfoglia’, ‘strato, pellicola’, ‘velatura’, ‘sigillo di lumaca, velo di latte serenato, di birra fermentata’; campidanese pillu. E con ciò siamo giunti a collegarci con altri nomi sardi di pane, quale pillonca, pizéri, pizzuríus. E mentre pillonca nell’antichità era un pane carasatu d’orzo a sfoglia, oggi la forma fonetica di base (pigg- pidz-, pill-) è estesa ad indicare vari tipi di pane di frumento molle, talora grosso ma molto più spesso schiacciato (tipo ippianada de Ottiéri), nonchè su pane de cicci (una varietà di tzicchi).Continua a leggere →

XXVII Special Olympics, Atleti “Speciali” biellesi in terra sarda

Asad Biella
La squadra di pallacanestro Asad Biella che ha vinto l'oro ai XXVII Special Olympics.

Da sabato 18 a giovedì 23 maggio l’Asad Biella ha portato i suoi atleti “Speciali” in terra sarda.
Si sono svolti a Villasimius, all’interno del Tanka Village, i XXVII giochi nazionali estivi “Special Olympics” con le discipline di Calcio,Golf, Pallacanestro e Tennis.
Il team Asad Biella è stato accolto all’aeroporto di Cagliari da una delegazione di volontari sardi e da questa prima accoglienza abbiamo subito capito la grande disponibilità, allegria e simpatia che la Sardegna aveva preparato per noi!
Sono stati raggiunti ottimi risultati: Oro nella Pallacanestro, Argento nel Calcio a 5 ,svariate medaglie nel golf e nel tennis singolo e doppio.
La serata di apertura svoltasi a Cagliari ha portato nella città una ventata di novità e stupore che si leggeva nelle facce delle persone che hanno visto sfilare i team delle diverse società di tutt’Italia, il passaggio delle bandiere portate dai componenti dell’esercito e l’arrivo della fiaccola olimpica con l’accensione del braciere. Le giornate nel villaggio oltre ad essere scandite dalle gare e dai vari appuntamenti di spettacolo e convivialità hanno visto il crearsi nuove amicizie che si protrarranno nel tempo.Durante le gare i nostri atleti sono stati aiutati e… coccolati da questi splendidi volontari ragazze e ragazzi sardi che avevano messo al primo posto la volontà di esserci per tutti e in ogni momento!!Continua a leggere →

Sardi e Piemontesi, cantare e pregare in sardo a Pettinengo

Gurgo di Pettinengo
Gurgo di Pettinengo, partecipanti a Su Rosariu cantadu.

Giovedì 30 maggio 2013, a Pettinengo, nell’Oratorio di S. Grato di frazione Gurgo, si è concluso il mese mariano con “su Rosariu cantadu”, un Rosario particolare, animato da un buon gruppo proveniente dal Circolo Su Nuraghe, che si è unito agli abitanti del luogo. Sotto la guida del Parroco, don Ferdinando Gallu, si sono sgranate le decine, alcune cantate a alcune recitate: così, alle voci dei cori maschili e femminili che hanno cantato Babbu nostru e Deus ti salvet Maria, si sono alternate le fresche voci giovanili che hanno intonato Padre nostro e Ave Maria. La popolazione, seguendo le preghiere in sardo su un foglio appositamente distribuito, ha seguito e cantato in sardo, soprattutto il canto finale, i gosos di N.S. di Oropa, che tutti hanno cantato “Mama ‘e Oropa consoladora”.
Terminata la recita del Rosario, don Gallu ha illustrato gli ultimi lavori di recupero dell’antica struttura, che doveva essere abbattuta, ma che la comunità dei Sardi e dei frazionisti ha voluto salvare: con il ricavato della sottoscrizione del 2012, “un euro per San Grato”, si sono terminati gli intonaci interni; inoltre è stato ripristinato il portone laterale, che consentirà soprattutto alle persone anziane di evitare i ripidi scalini semicircolari dell’ingresso in facciata. Il Parroco ha ricordato che le chiese devono essere usate: così, dopo i rosari del mese di maggio, la struttura ospiterà venerdì 14 giugno, alle ore 21, un interessante incontro sulla lavorazione del bisso, che Chiara Vigo illustrerà in tutti i suoi aspetti tradizionali.Continua a leggere →