«S’ardia de s. Antine», 1700 anni di Costantino Magno in Sardegna

Sagra di San Costantino a Pozzomaggiore 6-7 luglio 2013 – La chiesa di Pozzomaggiore in cui si venera Costantino Magno I imperatore venne consacrata il 5 luglio 1923, voluta dagli emigrati e dai reduci della Grande Guerra.

Pozzomaggiore, Ardia di San Costantino
Pozzomaggiore, Ardia di San Costantino, sas iscortas de su caddu de punta.

Ormai alle porte è il periodo delle vacanze… un pensiero corre veloce al sole, al mare e alla “nostra” meravigliosa Sardegna.
Per chi sceglierà come meta l’Isola ed abbia il desiderio di esplorarla suggerisco di dedicare un giorno alla visita dell’entroterra, ricco di sagre e d’incontri con un popolo pronto a riabbracciare i suoi figli emigrati e ad accogliere i turisti.
Tra le prossime manifestazioni segnalo nel territorio di Pozzomaggiore (SS), la Sagra di s.Costantino, che si rinnova ogni anno, il 6 e 7 luglio, dal 1923.
È caratterizzata da una corsa di cavalli chiamata “Ardia“.
L’Ardia vede la partecipazione di numerosi cavalieri tra cui “su caddu de punta” (il cavallo di testa della corsa) che impersona l’imperatore Costantino seguito dalla sua scorta, composta da sei cavalieri, contraddistinti da una camicia ed un copricapo colore rosso.
Preannunciata da scariche di fucili a salve ha inizio l’Ardia con corse a pariglia verso il santuario e per alcuni giri, a ritmo sfrenato, attorno alla chiesa, in senso antiorario ed orario.Continua a leggere →

Chiara Vigo, “Piccola fata”, Donne del filet, tramandare “il saper fare”

Immagini di Chiara Vigo nella sezione fotografias

Chiara Vigo
Chiara Vigo disegna un foglio beneaugurale confezionato con bioccolo di bisso che consegna all'Associazione Su Nuraghe di Biella.

Lo scorso fine settimana è stato particolarmente intenso: le celebrazioni di “Sa Die de sa Sardigna” si sono intrecciate con (T)essere insieme a Pettinengo. Così, venerdì sera, un gruppo di “Donne del filet” di Su Nuraghe si è recato nell’oratorio di S. Grato e S. Eusebio di frazione Gurgo per partecipare ad un evento eccezionale: l’incontro con Chiara Vigo, di S. Antioco, ultima “maestro di bisso“, ultima depositaria di un’arte antichissima, che risale a oltre quattromila anni fa, arte menzionata nella Bibbia e – secondo alcune fonti – portata in Sardegna dalla comunità al seguito della principessa ebrea amante dell’imperatore Tito ed ivi esiliata.
Chiara è una persona straordinaria, carismatica, che si pone subito agli interlocutori con semplicità, aprendo il suo cuore e spiazzando la mentalità economica ed edonistica di cui è permeata la nostra società. Chiara lavora un materiale infinitamente prezioso, che proprio per questo non può essere venduto, ma solo donato, goduto e ammirato, quale patrimonio dell’umanità come le grandi opere d’arte… “Il maestro non deve tenere nulla per sé, solo quanto gli serve per una vita dignitosa, deve amare i discepoli per quello che sono e non per come li vorrebbe, il maestro deve insegnare oralmente, con la parola e il gesto, solo quello che il discepolo può portare via…“.
Quando, nel Ventunesimo secolo si sentono espressioni come queste, si capisce subito di avere a che fare con una persona straordinaria e si entra subito in sintonia con lei. Durante la splendida serata un pubblico molto numeroso, che gremiva la chiesa, ha assistito affascinato ad una piccola dimostrazione di filatura, a una serie di piccoli riti suggestivi in cui Chiara ha filato e legato al dito di alcune bambine un filo di bisso, invitandole a riportarlo in Sardegna prima delle nozze, così da averne in cambio il cuscino per le fedi tessuto da lei. Al termine, durante il ricco rinfresco, Chiara Vigo si è ancora intrattenuta con un gruppo di persone, a cui ha donato alcuni piccoli, preziosissimi bioccoli di bisso.Continua a leggere →

“Sardi bella gente”, testimoni con orgoglio anche a Biella

Saluto del Sindaco di Biella Dino Gentile alla Comunità sarda per “Sa Die de sa Sardigna”
Immagini della festa bella sezione fotografias

Launeddas a Nuraghe Chervu
Launeddas a Nuraghe Chervu con Matteo Muscas, Nicola Diana e Tore Agus .

Vent’anni fa il Consiglio Regionale della Sardegna istituiva la “Giornata del Popolo Sardo”, ovvero “Sa Die de sa Sardigna”, in ricordo dei vespri sardi del 28 aprile 1794, sommossa a Cagliari che costrinse alla fuga la corte piemontese – Viceré e nobiltà sabauda – accusata di amministrare l’isola con disprezzo ed arroganza, senza alcuna considerazione – appunto – del popolo sardo. La rivolta si estese a Sassari e ad Alghero e il governo di Torino si vide quindi costretto ad accettare talune richieste d’autonomia della “nazione sarda”.
Quell’evento in Sardegna segnò il passaggio dalla storia feudale di un popolo sottomesso a quella dell’anelito d’indipendenza e di riscatto di una vocazione antica.
Che i Sardi fossero un popolo orgoglioso, forte e determinato lo sapevano già Romani nel III secolo a.C. , allorché la Sardegna (insieme con la Corsica) divenne Provincia Romana: nonostante i ripetuti tentativi, le legioni romane non riuscirono mai a conquistare l’interno dell’isola e chiamarono “Barbaricine” quelle tribù agguerrite e “Barbagia” quelle zone inespugnabili.
C’è sicuramente una forza straordinaria che viene da lontano e che anima ancora oggi la gente di Sardegna, nell’isola e fuori, legatissima alla propria lingua e alle proprie tradizioni (e meno male!).
Sa Die de sa Sardigna, da vent’anni, è occasione di conoscenza storica e di promozione del valore della fierezza, testimoniata con orgoglio anche a Biella dove vivono migliaia di Sardi che sono bella gente unita ai Biellesi da vincoli di amicizia, da tante espressioni di originalità culturale che sono stimoli fortissimi per una comune ricerca d’identità .
Mi unisco ai festeggiamenti di Sa Die de sa Sardigna in Biella e abbraccio tutti i Sardo-Biellesi.Continua a leggere →

A Biella, il Popolo sardo ricorda i moti antifeudali del 1794

Nuraghe Chervu

Domenica 16 giugno 2013 – Biella – Le esplosioni beneaugurali delle salve dei “Fucilieri di Su Nuraghe“, annunciano l’inizio del terzo giorno di festa del Popolo sardo, ricordo dei moti antifeudali dell’aprile 1794 quando, a Cagliari, il Viceré Vincenzo Balbiano fu costretto alla fuga e 514 funzionari arroganti e corrotti vennero catturati e rispediti in Continente.
Prima della Missa Majore, sul sagrato intitolato ad Alberto Ferrero della Marmora, un breve intrattenimento musicale con launeddas, solitti e sonette, poi il culto divino officiato da padre Epifanio e da mons. Salvatore Pompedda, collegiale di Oropa, già cappellano militare della Legione Carabinieri Sardegna.
Un rito solenne, decorato da canti in “Limba” delle “Voci di Su Nuraghe” con la presenza ufficiale della Città di Biella rappresentata dalla fascia tricolore del Sindaco indossata dell’avv. Pietro Barrasso, capogruppo di maggioranza presso il Consiglio Comunale di Biella.
Prima dei riti di congedo, la benedizione del “pane di Sant’Eusebio”, impartita dal cappellano di Su Nuraghe, don Ferdinando Gallu.
Alla fine della Messa, sul sagrato, altre salve di fucile prima della cerimonia presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu per deporre l’omaggio floreale ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi e intonare con l’antica Confraternita della Ss. Trinità di Graglia il canto del “Miserere”.Continua a leggere →

Festa sarda a Biella, legami tra Piemonte e Sardegna

Festa sarda a Biella

Nella sezione fotografias le immagini della tre giorni di festa

Sabato 15 giugno, il Chiostro di San Sebastiano di Biella è stato animato da “Balli, suoni di Sardegna e canti alpini” ad opera del Gruppo Folk “Amedeo Nazzari” di Bareggio Cornaredo, accompagnati nelle figurazioni coreutiche da launeddas, solittu e sonette dei “Bagamundus” di Tore Agus, Matteo Muscas e Nicola Diana. Una colonna sonora arricchita dalle esecuzioni del Coro “100% misto Made in Biella” e dalle melodie di Massimo Zaccheddu.
La serata, inaugurata dal sindaco di Biella, Dino Gentile e dal presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu, è stata una concatenazione di canti e melodie tra “fili sardi di memoria e intrecci alpini“, a significare il legame profondo che unisce le genti di Sardegna che vivono ai piedi delle Alpi e il Piemonte.
Basti pensare come san Sebastiano, tempio civico della Città di Biella, conservi oltre 500 anni di storia locale, con significative connessioni con la storia isolana, primariamente la figura di Alberto Ferrero della Marmora, senatore del Regno di Sardegna le cui spoglie mortali sono custodite nella cripta della basilica, unitamente a quelle dei tre generali che fecero l’Italia.Continua a leggere →