Giovedì 29 maggio 2025 il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo ha accolto i visitatori dell’Associazione Fili d’Argento di Ternengo, offrendo loro un’esperienza coinvolgente tra narrazione storica e scoperta del territorio.
Una quindicina di soci ha seguito con grande partecipazione la visita guidata condotta da Idillio, appassionato narratore e memoria storica del museo, che ha saputo intrecciare racconti personali e vicende collettive, facendo riaffiorare emozioni e ricordi nei presenti. L’iniziativa è stata promossa da Maurizio Alfisi, da tempo impegnato nella valorizzazione dei beni culturali locali come strumenti di partecipazione e sviluppo.
Tra gli allestimenti più apprezzati, la sezione etnografica con reperti appartenuti a più generazioni della famiglia di Giorgio Martinero, testimone dell’emigrazione imprenditoriale biellese verso la Sardegna. La sua vicenda, insieme a quella di altri 62 impresari della Valle Cervo, documenta un fenomeno migratorio che ha contribuito alla costruzione di opere pubbliche e infrastrutture nell’Isola: palazzi, strade, ponti e dighe, oggi parte integrante del paesaggio sardo.
Particolarmente significativa anche l’esposizione temporanea dedicata all’impresa Boggio Marzet, con strumenti di misura, fotografie d’epoca, taccuini e appunti relativi alla costruzione della strada Capoterra – Pantaleo – Santadi, lunga oltre 32 chilometri. Un progetto che dimostra quanto il lavoro biellese abbia inciso nello sviluppo materiale dell’Isola.
Durante la visita si è acceso un vivace dialogo tra visitatori e guida, trasformando il percorso museale in un’occasione di confronto sul ruolo delle migrazioni nel plasmare la società contemporanea. L’esperienza ha offerto spunti per nuove iniziative culturali e suggerito itinerari da scoprire a pochi chilometri da casa: è il principio del turismo di prossimità, oggi sempre più valorizzato come strumento di crescita sostenibile.
In questo senso, il Museo delle Migrazioni si configura non solo come luogo di memoria, ma anche come motore di sviluppo turistico ed economico per il Biellese. La sua proposta culturale attrae visitatori da tutta Italia, favorendo l’indotto su ristorazione, accoglienza, artigianato e piccole attività locali. Allo stesso tempo, la riscoperta delle vicende comuni tra Piemonte e Sardegna stimola flussi turistici verso l’Isola, promuovendo una narrazione positiva del fenomeno migratorio e rafforzando i legami tra le due comunità.
In questo quadro si inserisce la riflessione del presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, Battista Saiu, che dichiara: “Viviamo in un Paese ricco di storia e cultura. È possibile viaggiare a pochi chilometri da casa per riscoprire le proprie radici, scoprendo sorprendenti affinità nate da contatti sviluppati nel tempo e nella storia. Le migrazioni sono una fonte inesauribile di ricchezza umana e culturale, e comprenderne il valore significa investire sul futuro delle nostre comunità”.
Un valore che il Museo delle Migrazioni incarna pienamente: è l’unico bene extraterritoriale della Regione Autonoma della Sardegna situato fuori dall’Isola, a testimonianza della profondità dei legami culturali e umani tra Sardegna e Biellese. Inserito nella Rete Museale Biellese, dialoga con realtà affini come il Museo dell’Infanzia e quello dedicato alla Sacralità dell’Acqua, contribuendo a una rete integrata di offerta culturale che ha già dimostrato la propria efficacia in termini di attrattività e ricadute economiche.
Tra i suoi tesori, l’opera La Madre dell’Ucciso di Francesco Ciusa, capolavoro dell’arte sarda novecentesca, che da sola costituisce un forte elemento di richiamo per studiosi, appassionati e turisti. Accanto a essa, un percorso espositivo ricco e variegato con abiti tradizionali, strumenti musicali, documentari, cartografie migratorie e manufatti pastorali, in un racconto che coinvolge e stimola.
Il museo dedica particolare attenzione al duplice flusso migratorio: dei Sardi verso il Biellese e dei Biellesi verso la Sardegna, con oggetti e testimonianze che raccontano vite parallele, rafforzando la consapevolezza di un patrimonio condiviso.
L’ingresso è gratuito e le visite guidate sono disponibili tutto l’anno su prenotazione, mentre nei mesi estivi (luglio-settembre) l’apertura è garantita tutte le domeniche dalle 14:30 alle 18:30. Per informazioni e prenotazioni: Idillio, tel. 334 345 2685.
Con la sua capacità di unire valore culturale, attrattività turistica e impatto economico, il Museo delle Migrazioni si conferma non solo luogo della memoria, ma anche risorsa strategica per la valorizzazione del territorio e delle sue connessioni storiche.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine, Pettinengo, visitatori di “Filo d’Argento davanti alla statua “La Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa