VocidiDONNE, caffè letterario con profumi e gusti di Sardegna

Carlo Peruselli e Gian Andrea Rivadossi
Carlo Peruselli e Gian Andrea Rivadossi.

Giovedì 18 aprile, al Circolo Su Nuraghe di Biella, si è svolto un Caffè letterario organizzato in collaborazione con VocidiDONNE, un’associazione di donne di età e provenienza diverse che organizzano iniziative culturali e di impegno civile, volte ad aumentare l’autodeterminazione delle donne, le loro conoscenze, il loro impegno e interesse a diventare parte attiva della società. Il Caffè letterario è un iniziativa che VocidiDONNE organizza tutti gli ultimi giovedì del mese in luoghi itineranti.
Un pubblico numerosissimo, principalmente femminile, ha partecipato all’incontro-confronto sul libro “Accabadora” di Michela Murgia, introdotto e coordinato da Marina Deandrea, seguito dalla lettura di brani da parte di Paola Mazzuccato e Rita Atzei, dagli interventi di Battista Saiu, antropologo, presidente di Su Nuraghe, di Carlo Peruselli, Direttore della Struttura di Cure Palliative dell’ASL BI e di Gian Andrea Rivadossi, dirigente medico della Struttura Complessa Neurologia dell’ASL BI.
In apertura di serata, i partecipanti sono stati accolti da profumi e gusti di Sardegna con piatti tradizionali a tema, appositamente realizzati da Paola Saiu e Aldo Desogus, tra cui, oltre agli immancabili “mallureddos“, “papassinos” e “panadas“, “s’aranzada“, il dolce di mandorle tostate e buccia d’arancia carammellata, più volte citato nel romanzo “Accabadora”.
Accabáre in sardo logudorese è un termine che significa ‘finire, terminare‘ (es. un lavoro); anche nel senso di ‘far morire un malato terminale o un ferito gravissimo‘ nel senso di ‘completare l’esito‘ della malattia o delle tribolazioni; nel logudorese figurato – informa l’etimologo Salvatore Dedola – significa ‘completare‘, per esempio, la distruzione economica di un miserabile; nel sardo campidanese, è diffusa l’espressione: accabbàdda, ‘finiscila!, smettila!’, accabbufine, termine‘.Continua a leggere →

Omaggio alla terra biellese, alla terra sarda, ai diritti umani

Domenica 21 aprile, nella chiesa di San Giuseppe operaio di Vigliano Bielllese, si è tenuto il concerto del Coro “100& misto – Made in Biella“.

Coro 100% misto – Made in Biella
Vigliano Biellese, Coro 100% misto – Made in Biella.

Ospiti del parroco don Marco Cena, la serata, presentata da Gigi Mosca, ha proposto una selezione di canti della tradizione sacra e profana, con omaggio alla terra biellese e alla terra sarda, caratterizzata da: “Su bolu de s’astore“, di Tonino Puddu e “No potho reposare“, di Salvatore Sini e Giuseppe Rachel, elaborate entrambe da Sandro Montalto, e le bellissime “Ninna Nanna“, del biellese don Nelson Sella, “Muntagne dal me Piemunt“, di Gipo Farassino, “Signore delle cime“, di Bepi De Marzi ed una serie di canzoni moderne e colonne sonore, culminate nel brano “Mandela“, di J. Abraham, omaggio a Nelson Rolihlahla Mandela, l’anziano statista, eletto, dopo la fine dell’apartheid, primo presidente del Sudafrica, premio Nobel per la pace nel 1993.
Mandela è diventata la canzone-simbolo del nostro coro – afferma il maestro Sandro Montalto – Si tratta di un canto semplice ma emozionante, un canto tradizionale africano rielaborato dal compositore svedese Anders Nyberg, molto attivo nel mondo del pacifismo e dei diritti umani, che fa parte dell’opera Mayibuye.Continua a leggere →

Bambini e adolescenti in scena per “Sa Die de sa Sardigna”

Sabato 27 aprile, alle ore 21, a Biella, il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, presenta Libertatade, Libertad, Libertà, atto unico liberamente tratto da “Hombres y dinero” di Pietro Maurandi, messo in scena da bambini e adolescenti, di età compresa tra i cinque e i sedici anni per ricordare Sa Die de sa Sardigna, Festa del Popolo sardo, celebrata in Sardegna il giorno 28 aprile di ogni anno – ingresso libero.

LocandinaI testi e la regia sono di Mirko Cherchi, con la collaborazione di Francesco Logoteta, giovani attori animatori del laboratorio teatrale di Su Nuraghe. La finalità dell’evento teatrale, organizzato a corredo delle attività celebrative de “Sa Die de sa Sardigna“, è quella di conoscere, rappresentare e attualizzare elementi storici e significati sociali che hanno caratterizzato la fine del Settecento nell’Isola, con brevi visitazioni al secolo precedente.
In particolare, si vuole ricordare l’azione rivendicatrice di Agostino di Castelvì, marchese di Laconi, “Prima voce” dello Stamento che, nella seconda metà del XVII secolo, aveva rivendicato invano presso il governo spagnolo – pagando poi con la vita – le cariche sarde ai Sardi a fronte del pagamento del donativo, esose tasse da versare interamente a Madrid, che, nel 1667, ammontarono a settantamila ducati d’oro.
Diversi i soggetti coinvolti per la buona riuscita dell’evento: genitori, costumiste, volontari per allestimenti e vettovaglie: dopo le prove, tutti a tavola per conoscere, anche attraverso i sapori, l’isola di genitori, nonni, bisnonni e trisavoli.
Le “Voci di Su Nuraghe“, dirette da Biagio Picciau, proporranno alcune strofe dell’inno “Su Patriotu sardu contra a sos feudatarios“, vero e proprio canto di guerra, la cui origine si spiega con le vessazioni subite dai vassalli in genere e dai Sardi in particolare, all’epoca canzonati dai Piemontesi con l’epiteto di “molenti” (asini). In quel periodo a Cagliari, presso i funzionari che circondavano il Viceré, era in voga anche una quartina di scherno: “Tirilì, tirilì, crepino i sardi/ noi piemontesi restiamo qui/ tirilà, tirilà, crepino i sardi/ noi piemontesi restiamo qua“.Continua a leggere →

Madrid 1667, Torino 1793, 2013, una storia che si ripete…

giovani attoriVentun giugno 1668: don Agustin de Castelvì, marchese di Laconi, “Prima voce“, “Primo ministro” dello Stamento militare, uno dei tre bracci del Parlamento del Regno di Sardegna, muore in un agguato a Cagliari presso la carrer Mayor del Castell.
Il venti maggio 1668, dopo più di un anno di permanenza a Madrid, il marchese era rientrato in Sardegna, sconfitto ma accolto da eroe per aver lottato alla corte di Madrid.
Il ventun luglio dello stesso anno viene assassinato, poco distante, il viceré spagnolo marchese di Camarassa. Due delitti a distanza di un mese.
La “Prima voce” dei Sardi aveva osato chiedere alla Corona di Spagna, a fronte del donativo di settantamila ducati d’oro, le ultime tasse versate dai Sardi alla Spagna, nuove condizioni di fatto e di diritto, articolate in cinque punti:

  1. Le tasse dovevano essere corrisposte in cambio delle richieste che venivano fatte dai Sardi;
  2. Le cariche governative, civili, militari e religiose, dovevano essere date ai Sardi e non agli Spagnoli;
  3. Nessuno poteva essere imprigionato senza un motivo;
  4. Gli Stamenti, il Parlamento sardo, e non il viceré, avrebbe dovuto decidere se mettere nuove tasse;
  5. Le regole sul governo della Sardegna dovevano essere controllate dal Parlamento sardo e non dal viceré.

Questo si ripeterà praticamente identico verso la fine del secolo successivo, quando una delegazione sarda andrà a Torino per ottenere gli stessi diritti chiesti sotto gli Spagnoli.
Anche allora le richieste non furono accettate e questo provocò l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794, quando tutti i funzionari e i militari piemontesi verranno cacciati dall’Isola.
Identiche le richieste presentate, identico il rifiuto, identiche le reazioni, cambiano solo le date e il momento storico, ma resta la sensazione che, a volte, i Sardi e il loro territorio tendano ad essere sfruttati dagli altri.

“Padre Renzo Zola” e “Su Nuraghe”, solidarietà nel nome di Enrico

cena in ricordo di Enrico Maolu
Quattro cuochi per la cena in ricordo di Enrico Maolu.

Mercoledì 10 aprile 2013 – Per il terzo anno consecutivo, con la collaborazione del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella e l’Associazione Padre Renzo Zola di Viverone, è stata organizzata una cena in ricordo di Enrico Maolu nel giorno anniversario dalla sua prematura scomparsa.
Ancora una volta, in numerosi hanno accettato l’invito a contribuire alla buona riuscita dell’iniziativa che ha come scopo la raccolta di fondi da destinare soprattutto ai bambini poveri dell’India che tanto avevano colpito Enrico. Proprio lui ci aveva trasmesso quello spirito di solidarietà che ancora oggi ci ha ritrovato uniti per rinnovare l’appoggio a chi ne ha più bisogno. Con la raccolta odierna riusciamo a confermare il sostegno per il “progetto Università” che permetterà la continuazione degli studi della ragazza Mary Cristina che sta frequentando il 3° anno al Providence College femminile, a Coonoor. Con il tramite dell’Associazione Padre Renzo Zola, diamo aiuto concreto a bambini ospitati nella Missione cattolica di Wellington, l’obiettivo del “sostegno a distanza” è di accompagnare i bambini fino al termine del loro periodo di scolarizzazione (18° anno di età).
Inoltre, grazie anche alle generose sottoscrizioni ricevute attraverso il Circolo sardo, potremo devolvere un sostegno concreto direttamente ad un villaggio e alla Scuola Primaria braminica di Khajuraho, una Missione umanitaria guidata dalla famiglia del maestro Ram Prakash Sharma.
Un caloroso ringraziamento va alle associazioni “Su Nuraghe” e “Padre Renzo Zola” per il loro sostegno ed a tutti coloro che hanno permesso di realizzare questa iniziativa, in particolare alla bravissima Mina che ha preparato un’ottima cena, coadiuvata dall’esperto Filippo e dal giovanissimo cuoco Raffaele.Continua a leggere →