Film dell’ISRE a Biella, conoscere e analizzare riti e tradizioni sarde

Su nuraghe film
Gruppo di partecipanti alla serata con al centro Ginevra con a fianco la mamma e la nonna.

Sabato 13 aprile 2013 – Molto partecipata la presentazione dell’opera di Gabriele Palmieri, “Descrizione di un matrimonio“. Il film, messo a disposizione dall’I.S.R.E, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Regione Autonoma della Sardegna, è stato presentato da Ginevra Foglia Balmet Modesto, sarda di terza generazione. A Su Nuraghe di Biella, le lezione di cinema vengono tenute da sardi nati lontano dall’Isola.
Per l’entrata in società della figlia, vero e proprio rito di passaggio per i nuovi giovanissimi soci, Lucia Modesto ha preparato “sos acciuleddos“, dolce tipico di Gallura a base di pasta intrecciata ed edulcorata con miele. Altrettanto hanno fatto le madrine di Su Nuraghe, preparando altri dolci, generosamente distribuiti a fine serata.
Il documentario è incentrato sul matrimonio di due giovani, Franco Pala e Franca Sannai. Ad assumere particolare rilievo non è tanto la cerimonia in sé, quanto la preparazione che sta dietro: tutti i parenti si mobilitano una settimana prima per organizzare i preparativi di un evento pianificato nei minimi dettagli, secondo un rito che trova salde basi nella tradizione popolare sarda.Continua a leggere →

Caffè letterario – confronto su Accabadora di Michela Murgia

LocandinaGiovedì 18 aprile si svolgerà al Circolo “Su Suraghe” un Caffè letterario organizzato in collaborazione con l’Associazione VocidiDONNE. Mafalda – VocidiDONNE è un’associazione di donne di età e provenienza diverse che hanno deciso di incontrarsi per dare voce ai loro pensieri, alle parole, alle storie, alla rabbia, al dolore, alla gioia, alla determinazione. Nostri e di molte altre donne! Partendo dallo specifico femminile, l’associazione opera principalmente nel territorio biellese organizzando iniziative culturali e di impegno civile, volte ad aumentare l’autodeterminazione delle donne, le loro conoscenze, il loro impegno e interesse a diventare parte attiva della società.
Giovedì 18 aprile ci troveremo alle ore 19,30 per condividere un aperi-cena con piatti tipici della cucina sarda e dalle ore 20,30 ci confronteremo sul libro “Accabadora” di Michela Murgia. Durante la serata verranno letti dei brani del libro da parte di Paola Mazzuccato e Rita Atzei e ci saranno gli interventi del dott. Battista Saiu, antropologo, presidente di Su Nuraghe, del dott. Carlo Peruselli, Direttore della Struttura di Cure Palliative dell’ASL BI e del dott. Gian Andrea Rivadossi, dirigente medico della Struttura Complessa Neurologia dell’ASL BI.
“Acabar” in spagnolo significa finire. E in sardo “accabadora” è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un’assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. È lei l’ultima madre. Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte.Continua a leggere →

Neve non è solo Piemonte, sole non è solo Sardegna

Biella, 11 aprile 2013 – Ad un anno esatto dalla morte di Alessandro Sanna, i soci di Su Nuraghe commemorano l’amico, uno dei fondatori dell’Associazione dei Sardi di Biella, affidando il ricordo alla poesia.

Alessandro SannaAttobia

Unu annu ch’est passadu
e in su coro su disizzu de ti podere faeddare
de medas cosas chi umpare amos vivìdu
a su Circulu sardu de Biella.
Attobia,
gai nos naras torra unu fattu de istoria.

Luisi Melis

Nel primo anniversario, alcuni soci hanno scritto brevi composizioni poetiche, altri hanno tratto dalla loro libreria il volume di poesie di Alessandro Sanna, pubblicate dal Circolo nel 1997 nella collana “Ammentos“, nei cui componimenti evidenti risaltano le caratteristiche dell’autore: Alessandro amava con identico amore le terre delle sue origini: Veneto, Piemonte e Sardegna; ai nonni sardi Giovannina e Gianuario, a Virginia, biellese e a Gaetano, veneto, aveva voluto dedicare le sue opere affidate alla stampa.
Già nel titolo della raccolta, “Terra di neve, Terra di sole“, indica due condizioni non solo climatiche della vita: può nevicare dappertutto ma in certi luoghi di più, il sole brilla ovunque ma in certi luoghi di più, vi sono terre nelle quali è protagonista.
La separazione netta dei due stati non esiste, le sfumature possono essere innumerevoli come le condizioni della vita, diverse ogni mattino e ogni sera. In Piemonte nevica di più, in Sardegna c’è più sole, ma i pensieri, le notazioni si compenetrano scambievolmente.Continua a leggere →

“Viaggio in Sardegna”, mostra fotografica ad Haifa, Israele

LocandinaLa terra dove Venerdì si dice “Chenapura”, la terra dove tutte le feste si dicono “Pasca”, la terra che da sempre ha accolto gli Ebrei, già prima delle grandi cacciate dell’Imperatore Tiberio e di Isabella di Castiglia, incontra la Terra dei suoi “Fratelli maggiori”, secondo la felice espressione del Servo di Dio papa Giovanni Paolo II, con la mostra “Viaggio in Sardegna”, che verrà inaugurata Lunedì 22 aprile 2013, ore 19.00, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa, patrocinata dall’Ambasciata Italiana di Tel Aviv; la Camera di Commercio e Industria Israel-Italia; la Camera di Commercio di Cagliari, Centro Servizi per le Imprese; La Camera di Commercio di Oristano; l’A.S.P.E.N., Azienda Speciale della Camera di Commercio Industria Agricoltura Artigianato di Nuoro.
In Sardegna bastano quattrocento cognomi di origine biblica (1/5 dei cognomi sardi) a confermare una presenza iniziata almeno ai tempi di Salomone, allorché gli Ebrei di Dan e del regno secessionista d’Israele viaggiarono nel Mediterraneo assieme ai Fenici, arrivando in Sardegna. Successiva è la deportazione da Roma di 4000 Ebrei fatto da Tiberius nel 19 e.v. Con l’avvio del Cristianesimo (VI sec. e.v.) gli Ebrei dell’Isola, perseguitati come cristofoni, furono lentamente annientati. Oggi ne rinveniamo le tracce nei cognomi, in alcuni toponimi, in vari nomi comuni, in parecchi termini infamanti, in qualche reperto archeologico, in nove nomi di pani o dolci.
I pani sardi conservano nomi arcaici, legati ai momenti sociali e religiosi che ne determinarono la confezione. Ma la cantonalizzazione dell’isola creata per tutto il Medioevo e nell’Età moderna ha portato scompiglio semantico: tanti pani uguali con nomi diversi, tanti pani diversi con nomi uguali. Sui 300 nomi antichi, prevale comunque il nome còcco, coccòi, cocòne, dato a qualche pane comune, specialmente alle paste-dure, nonché agli elaboratissimi pani della festa.Continua a leggere →

Da Biella a Trino, un’intensa esperienza di spettacolo e cultura

antica sinagoga di Trino
Gruppo di partecipanti ritratti davanti al retro dell'antica sinagoga di Trino, su cui è stata apposta la targa che intitola la piazza Ai quattro Martiri dei lager.

Domenica 7 aprile 2013 nel Teatro civico di Trino Vercellese, si è svolta la performance “La zona grigia” di Francesco Logoteta, con Fabio Lamanna e Marco Gallo, a cura del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
È stata una doppia occasione: lo “Yom ha Shoà”, Giorno del ricordo della Shoà e la recente intitolazione nei pressi dell’antica Sinagoga, della “Piazza ai Martiri dei Lager”, in ricordo di quattro Ebrei trinesi morti nei campi di sterminio nazista: Segre Ermelinda Bella, Segre Cesare Davide, Muggia Celeste Pia e Foa Giacobbe.
Il dovere di testimoniare è dovere di tutta la società civile – ha affermato Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità Ebraica di Vercelli – e noi Ebrei abbiamo il dovere di interrogarci sul significato stesso di Memoria, sia per la nostra tradizione sia sulla percezione di ciò che ha provocato la Shoah, che non è solo commemorazione, ma intende far rivivere la nostra esperienza affinchè diventi un monito perenne contro ogni persecuzione e ogni offesa alla dignità umana rivendicando incessantemente il nostro posto e il nostro contributo alla costruzione della società civile.
Noi Ebrei siamo una piccolissima minoranza che vive nell’ambito di una società sempre più problematica e complicata. Ma rivendichiamo il nostro posto e il nostro contributo alla costruzione della società civile. Se riusciremo a tenere in vita i nostri ideali, tutte le manifestazioni offerte e sentite con affetto da chi ci ama e ci stima contribuiranno ad uscire dai confini della celebrazioni per entrare quotidianamente nel nostro patrimonio di vita vissuta con dolore, con speranza e con emozione
“.
Prima della rappresentazione di “La zona grigia“, la presidente della Comunità Ebraica di Vercelli, dopo aver letto i nomi degli Ebrei della Provincia di Vercelli morti nei lager, ha acceso i ceri che rappresentano la commemorazione e omaggio a tutte le vittime. Subito dopo, l’Inno nazionale di Israele, cantato da Baruch Lampronti di Torino e Paolo Bonato Zalman di Trino.Continua a leggere →