Sabato 17 marzo, alle ore 21, al Circolo Su Nuraghe di Biella, nuovo appuntamento con i Sapori di Sardegna. Mariolina Zedda presenterà una versione isolana del dolce noto come “Maltagliati di Forlì”, ricetta appresa da parenti acquisiti romagnoli. Degustazione.
I “Maltagliati di Forlì” traggono origine dalla forma irregolare dovuta alla teglia in cui il dolce tradizionalmente veniva cotto – secondo le indicazioni di Pellegrino Artusi -“in forno di campagna.. in una teglia di 22 cm circa” e successivamente tagliato, prima di essere servito.
Al numero 613 come “Dolce di mandorle“, è indicata una ricetta che rispecchia i “Maltagliati di Forlì” proposti da Su Nuraghe nel libro del grande gastronomo romagnolo Pellegrino Artusi, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“: uguali gli ingredienti, identiche le modalità di preparazione.
L’innovazione principale apportata da Mariolina Zedda consiste nel far cuocere i “Maltagliati” in vaschette monorazione e non più in teglia, con l’ulteriore possibile variante della decorazione tipica dei dolci sardi: una mandorla intera posta su ciascun dolce come negli “amarettos”. Inoltre, nella neo-ricetta, al posto di mandorle, possono essere utilizzati pinoli; la buccia di arancia può associarsi o sostituire quella di limone e la farina di frumento può essere impiegata in alternativa alla fecola di patate.
I “Maltagliati di Forlì“, che verranno presentati a Su Nuraghe “in versione isolana” – “Benesegados de Sardigna” , potremmo dire – sono dolci preparati con ingredienti tipicamente mediterranei, rielaborati nella preparazione e nella forma, secondo le diverse tipologie proprie dei diffusissimi “amarettos” di Sardegna.Continua a leggere →
Donne moderne che in quegli anni lasceranno l’Isola…

Mariolina Zedda nasce a Carbonia da Luigia Tuveri di Fluminimaggiore e da Pietro di Villaputzu. Il papà lavora in miniera. Nel 1948, finita la guerra, si trasferiscono a Marrubiu per andare a lavorate ad Arborea. Aprono un negozio in cui si vende “un po’ di tutto”, dalla stoffa a metri, ai generi alimentati. Poi l’emigrazione. Mariolina, a 23 anni, arriva in Continente nel 1962, a Susa, con il figlio Salvatore di appena cinque anni. È una delle antesignane, le nuove generazioni, di quelle donne moderne che in quegli anni lasceranno l’isola in cerca di autonomia e di libertà. Per due anni lavora al il “preventorio infantile” di Susa, presso l’Istituto gestito dalle Suore Francescane. Poi il trasferimento definitivo a Biella all’Ospedale degli Infermi; due anni come “ausiliaria” in cucina per riuscire a risparmiare i soldi per potersi iscrivere alla Scuola per infermieri professionali. Con il diploma raggiunge il riscatto. Lavorerà in sala operatoria, nel reparto di medicina generale fino alla pensione. Socia di Su Nuraghe, partecipa alla vita del Circolo prestando la sua generosa opera assieme ad altre quattordici infermiere volontarie presso l’Ambulatorio Infermieristico Sardo intitolato alla “dott. Emilia Cavallini”, diretto dalla dott. Franca Sandigliano, con la collaborazione del dott. Graziano Fizzotti.
“La mia famiglia è sparsa per il mondo. Due miei fratelli vivono in Emilia-Romagna, uno in Sicilia, in Sardegna il più vecchio, uno è Carabiniere in Veneto. In due abitiamo in Piemonte: mia sorella suora francescana è a Condove, nella martoriata Val di Susa che cerca di esistere e resistere, dopo una vita trascorsa tra Roma e la Svizzera, io a Biella. Mio figlio è rientrato in Sardegna nella casa dei nonni e fa il Medico a Oristano. Per lui la Sardegna era la Sardegna. Per rientrane nell’amata Isola, ha abbandonato il suo avviato studio dentistico a Cossato e quello di Medico di base a Biella”.
Donne Su Nuraghe, tramandare saperi col filo della tradizione
Corso di filet a Su Nuraghe – tutti i mercoledì dalle 15 alle 17 – ritrovarsi tra amiche, condividere momenti sereni in allegria – scambiarsi consigli sulle varie tecniche di ricamo, lavoro a maglia, uncinetto, macramè… – Info Grazia 3294236841

Da circa tre anni, ogni mercoledì pomeriggio, si svolge presso il Circolo Su Nuraghe di Biella il Corso di filet, sotto la guida, dapprima di “zia” Antonietta Sotgiu di Bosa e, poi, di Laura Rossetti e Paola Antoniotti.
È un corso molto speciale, perché è soprattutto un laboratorio multiforme e fantasioso che prende vita dal contributo delle partecipanti, che vi portano le loro capacità e la loro esperienza. Al gruppo che ha iniziato il corso si sono aggiunte via via altre persone, alcune hanno abbandonato per motivi vari, ma una ventina di donne, sarde e piemontesi, hanno imparato i rudimenti e poi affinato la tecnica di questo antico e prezioso lavoro che rischiava di essere dimenticato, nel frenetico tempo moderno.
È vero, ci vuole tempo e pazienza: bisogna imparare a intrecciare la rete, poi, quando se ne è prodotto un pezzo sufficiente a fare qualcosa, bisogna tenderlo sul telaio, imparare i principali punti per ricamarlo… ma poi quanta soddisfazione nel vedere il disegno che prende vita sul telaio e che alla fine si trasforma in centrino, bordo, tenda, tovaglia per altare!
Ma l’incontro del mercoledì non è solo questo: è il ritrovarsi tra amiche, condividere momenti di allegria, mangiare insieme qualche dolce preparato a turno; poi non si parla solo di filet, ma si scambiano consigli sulle varie tecniche di ricamo, lavoro a maglia, uncinetto, macramè…Continua a leggere →
Sardi a Biella “Il Bar Caffè Mighela e il suo tempo, 1901-1968”
Feminas, Festa della Donna – sabato 10 marzo, ore, 21, inaugurazione mostra nei saloni della Biblioteca Su Nuraghe di Biella – fotografie raccolte nel nuovo volume della Collana Ammentos, ricordi, narra per immagini la storia dei Mighela (1901-1968), profondamente legata alla storia della Città di Biella – Grande torta a forma di Sardegna offerta dalla pasticceria Brusa – mimose dell’Angolo del Fiore a tutte le donne presenti – saggio di balli sardi e di balli continentali – mostra visitabile fino al 30 aprile – ingresso libero

Salvatore e Sebastiano Mighela, seguiti dai nipoti Severino e Giuseppe, sono i pionieri che, all’alba del XX Secolo, decidono in tempi diversi di abbandonare le scogliere e i suggestivi monti dell’Ogliastra per giungere in Continente dove mettere dimora stabile ai piedi del Mucrone. Partono con la Sardegna nel cuore, portando a Biella i migliori vini dell’Isola, associandoli – nella loro attività di mescita – a quelli del Monferrato.
La loro attività caratterizzerà la storia di un’epoca – dal 1901 al 1968, anno di definitiva chiusura dell’esercizio -, portando Biella nel cuore dell’Europa e del mondo, partecipando ad Esposizioni internazionali a Milano (1906) e a Londra (1908).
Nel Bar dei Sardi, il più grande della Città – nella centralissima via Italia, l’allora via Umberto I, articolato su quattro piani, con sale da biliardo e salette riservate – si fissavano appuntamenti d’affari, si tenevano incontri importanti in campo politico, sportivo, sociale, culturale.
I Sardi del presente, quelli partiti successivamente – che hanno trovato dai Mighela un porto sicuro dove approdare, incontrare e conoscere altri conterranei nei giorni difficili dell’arrivo in terra istranza, straniera – intendono rendere omaggio ai Mighela loro antesignani ridonando un frammento di storia comune alla città che li ha accolti.Continua a leggere →
Pizza al Circolo, sapori isolani a Su Nuraghe di Biella

Sabato 3 marzo, il grande forno a cupola, vera e propria opera d’arte realizzata da zio Agostino Angotzi nel 1986, ha lavorato a pieno ritmo per soddisfare le richieste dei numerosi convenuti per la richiestissima “Pizza al Circolo”, appuntamento periodico proposto dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
Durante l’attesa delle pizze, condite con pomodoro proveniente da Serramanna (Ca), era possibile gustare diversi sapori isolani: olive di Dolianova, salsiccia di Simaxis, formaggio pecorino “fiore sardo” di Marrubiu, pane carasau di Irgoli, vini di Alghero, di Jerzu, di Oristano, di Gallura e di Parteolla. A fine pasto, dolci di Belvì – proverbiale “su caschette”, con ripieno di nocciole e vin cotto – e mustazzolos di Oristano.
Immancabile l’Ichnusa, la rinomata birra sarda, prodotta per la prima volta ad Assemini da Amsicora Capra nel 1912. Nella industriosa cittadina che sorge alle porte di Cagliari viene ancora oggi preparata la birra chiara preferita dai Sardi che, con una produzione di circa 650 mila ettolitri annui, si presenta come uno dei birrifici più moderni d’Italia, dove vengono prodotte tutte le referenze del marchio Ichnusa (Jennas e Ichnusa Speciale, oltre a Ichnusa Standard).
A fine pasto, applausi a cucinieri e a quanti hanno permesso la riuscitissima serata con la loro disinteressata bravura; applausi anche a Luigina, la socia che ha preparato i deliziosi “fatti fritti”, generosamente offerti a tutti i commensali.Continua a leggere →