Quotidianamente si leva alta la voce di Nicola Loi di Ortueri con i versi in “Limba” sarda inviati a “Su Nuraghe” di Biella, impersonando nel presente l’antico ruolo del Vate.
Ad ispirare le dodici quartine endecasillabe della poesia “Umanidade/Umanità”, la ferocia delle guerre che incendiano diverse località, un crescendo accelerato con armi precise e sofisticate a fare indifferentemente strage di civili, compresi bimbi innocenti.
“Sos meres de sa terra e de sa banca,/Carros armados contr’a sos pitzinnos”, scrive il Poeta, vale a dire: “I padroni della terra e della banca,/carri armati contro i bambini”.
In chiusura, auspica che vengano interrotti i combattimenti, perché “Si de gherrare no passat sa gana”, ossia “Se di combattere non passa la voglia”, cacciando ogni somaro, – “su pegus” è “l’asino da mola” – tutto il male che facciamo ci ritorcerà contro come boomerang, l’arma australiana che “Cando l’iscudes ti torrat a segus”, “quando la lanci ti ritorna indietro”.