“Su pane de sas animas” per ricordare Emiliano Puddu

Con antichi riti domestici i Sardi di Biella ricordano il giovane Socio recentemente scomparso a soli 34 anni

Emiliano Puddu mentre spinge la carrozzina del figlio appena nato“Est po custos motivos chi Emilianu nd’est cherfidu torrare in Sardigna, po suere sos cabigos de sa Terra chi at negadu su latte a tantos fizzos. E cussos cabigos Emilianu los at suttos po pagos annos, datu chi su Destinu crudele e sa falche messadora che l’at pigadu a trintabattoro annos”.

Sabato 4 luglio, alle ore 21, la Comunità di Sardi di Biella si riuniurà nelle sale del Circolo Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, 11, per ricordare Emilano Puddu, scomparso sei mesi fa a soli 34 anni ad Atzara, il paese di origine in cui era voluto rientrare dopo una breve permanenza lavorativa a Biella dove era arrivato nel 2001, per lavorare, prima al lanificio Piacenza di Pollone, poi, con la crisi del tessile, come muratore.
Sarà un semplice antico rito domestico in sua memoria, proposto dai Soci e voluto dai tanti amici di Emiliano, testimonianza del suo carattere aperto, sempre disponibile, sorridente e gioviale.
Durante l’incontro verranno letti alcuni brani appositamete scritti in sua memoria a cui seguirà la lettura di una lettera fatta pervenire dalla moglie Antonella.
A fine serata, verrà offerto “su pane de sas animas“, i tradizionali dolci preparati per l’occasione.
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Biella “fiume di vita”: un “confluire” di contributi storici

La vita dei Sardi a Biella è storia propriamente biellese – numerosi “affluenti” di diversa matrice etnico-culturale – Sant’Eusebio da Cagliari, grande antesignano degli storici legami tra Biella e la Sardegna – con il passaggio del Regno di Sardegna ai duchi di Savoia, i rapporti tra il Piemonte e l’Isola si sono ulteriormente intensificati – Su Nuraghe ricerca e valorizza antichi legami tra la terra di origine e quella di adozione

Alberto Ferrero Della Marmora indica ai familiari L'itineraire dell'Ile de SardaigneBiella ed il suo territorio presentano una storia pluri – millenaria cui si adatta particolarmente la celeberrima metafora del filosofo greco Eraclito, il quale, prendendo spunto dall’osservazione della natura, ha paragonato il “fluire del tempo” allo “scorrerre di un fiume“. Infatti, il copioso “corso dell’esistenza” dei luoghi ove oggi viviamo e lavoriamo non è altro che il risultato della somma e della sedimentazione, nel succedersi degli anni, dei contributi di numerosi “affluenti” di diversa matrice etnico-culturale.
Dapprima popolazioni celtiche e liguri hanno avuto come punto di incontro le sponde del torrente Elvo per la ricerca dell’oro della Bessa, come testimoniato dal rinvenimento di bronzi celtici e di ceramiche di matrice ligure a pasta nera nelle tombe della zona. Successivamente la conquista dei Romani ha segnato il territorio lasciando ai posteri un’interessante ara sacrificale, proveniente da San Secondo di Salussola, raffigurante una “tauromachia“, nonché due necropoli rinvenute nell’odierno capoluogo, rispettivamente nei pressi del vecchio macello di via Ivrea e nella zona ove attualmente ha sede la birreria Menabrea. Queste terre ricche di risorse naturali hanno poi attirato la migrazione di genti allemanne prima e longobarde poi, delle quali, attualmente, resistono piccole comunità nella Valle Cervo, nei comuni di Rosazza, Piedicavallo, Montesinaro e Campiglia Cervo.Continua a leggere →

Pane di Sant’Eusebio distribuito ai Consiglieri della Città

Identità e antiche tradizioni, radici cristiane sarde e piemontesi – l’Assessore alla Cultura Andrea Delmastro illustra e offre ai nuovi eletti di Biella il “Pane di Sant’Eusebio da Cagliari”, un Sacramentale preparato dalla Comunità sarda, distribuito in apertura di seduta durante il primo Consiglio Comunale.

dipinto di Irene Rossi, realizzato per lo stendardo processionale benedetto dal Card. Tarcisio Bertone nell'anno giubilare 2000La Chiesa ha ereditato alcune ritualità precedenti, plasmate sulla tradizione cristiana, sussumendole, conservandole e tramandando, attraverso la religiosità popolare, alcuni aspetti di antiche tradizioni.
Sulle orme di Sant’Eusebio da Cagliari, primo evangelizzatore del Piemonte, la Comunità dei Sardo-Biellesi, con il suo operare, intende contribuire a difendere e a diffondere le comuni radici cristiane che, proprio grazie ad Eusebio, affondano nell’Isola di Sardegna. Infatti, secondo la tradizione, risale ad Eusebio da Cagliari l’introduzione del culto mariano a Serravalle di Crea (Alessandria), e ad Oropa (Biella): Oropa, cuore battente per i Biellesi, luogo sacro e caro anche al cuore dei Sardi.
Da quindici anni, a Biella, viene prodotto il “Pane di Sant’Eusebio“, un Sacramentale preparato in occasione di Sa Die de sa Sardigna, la grande Festa della Comunità sarda, e distribuito alla fine della Missa Majore, la solenne celebrazione eucaristica.
Si tratta di una neotradizione radicata su antiche consuetudini cristianizzate, già attestata nella Chiesa del IV secolo e che ancora permane – a volte decontestualizzata – nel Piemonte della tradizione.
Con un apposito stampo, detto “pintadera“, è stato riprodotto sul pane benedetto di Sant’Eusebio 2009 il sole degli affreschi dell’antico sacello, simbolo ottagonale conosciuto come “stella di Oropa”.
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Le Pietre, il Cuore e la Condivisione nel Tempo

Impegno ad approfondire i rapporti che storicamente uniscono la Città di Biella e l’Isola di Sardegna.

Il Sindaco di Biella Dino Gentile, il Direttore dell'ANFFAS Ivo Menegolo e il Presidente di Su Nuraghe Battista SaiuL’incontro tra Comunità di origine territoriale e culturale diverse può essere occasione di arricchimento e condivisione reciproca, nonché opportunità per riscoprire le radici ed i valori che permeano la vita del presente. In questa ottica di pensiero si colloca il filone di intenti che anima le attività del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella nella terra di Piemonte, caratteristica che si delinea tanto più evidente in circostanze come le Celebrazioni di Giugno di Sa Die de sa Sardigna. Ogni anno, in prossimità del Solstizio di Estate, tempo simbolico che da sempre racchiude in sé i significati del passaggio ad una nuova stagione esistenziale e della propiziazione della fecondità, i Sardi di Biella, patria di adozione, si fanno promotori dell’organizzazione, nei luoghi del lavoro e della propria vita quotidiana, di una serie di manifestazioni incentrate sull’incontro tra la realtà del Continente, che li ha accolti ed ospitati, e le tradizioni della propria Isola di origine. Eventi che segnano una volontà di continuità delle ottime relazioni storicamente esistenti tra il Biellese e la Sardegna, radicate sin dal IV secolo d.C. con l’arrivo di S.Eusebio da Cagliari ad Oropa nel corso della sua missione di cristianizzazione delle popolazioni locali, continuando in epoche più recenti con figure emblematiche come quelle della famiglie La Marmora e Sella ed ai loro rapporti con la gente sarda. Queste perduranti dinamiche relazionali hanno finito col segnare nel profondo, nel corso del tempo, tanto le persone quanto il territorio di Biella.
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Nel mondo della tradizione nulla avviene per caso

Sindaco, Vicesindaco e nuovi Assessori partecipano ufficialmente alla quindicesima edizione di Sa Die de sa Sardigna a Biella – “identità del cuore” – Presenze importanti, segni beneaugurali, speranze, attese e presagi positivi.

Il Vicesindaco di Biella Livia Caldesi con Padre Accursio in Piazzetta Alberto Ferrero della Marmora, alla festa dei Sardi di BiellaBiella, sabato 20 giugno, ore 21. Nella suggestiva cornice del borgo storico del Piazzo di Biella, si è tenuto l’annunciato spettacolo di canti, danze a balli sardi con Mazzimo Zaccheddu e il Gruppo folcloristico Traccas e Sonus di Villamar (Cagliari). La pioggia battente ha consigliato di eseguire lo spettacolo in forma ridotta. L’appuntamento non poteva essere rinviato perché si trattava di una serata speciale per i Sardi che per la prima volta sceglievano di tenere la loro festa nel borgo medievale della Città. Giorno singolare anche per la nuova Amministrazione cittadina che decideva di far presenziare due Assessori per l’inaugurazione ufficiale; per tutti si trattava di una sorta di battesimo: Andrea Delmastro, Assessore alla Cultura di Biella ha portato il saluto ufficiale a nome del nuovo Sindaco della Città, a cui sono seguite le parole di Massimiliano Gaggino, Assessore agli Eventi e Manifestazioni.
Nel suo intervento Delmastro, parafrasando un filosofo spagnolo di inizio Novecento, ha parlato di “identità del cuore” riferita al Popolo basco, ben cogliendo l’essenza del sentire del Popolo sardo. L’applauso, affatto scontato, ha confermato la sensibilità del nuovo Amministratore che ha colto nel segno, catturando con il gesto e la parola, la simpatia della Comunità dei Sardi di Biella.
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