Tenores di Neoneli, applauditi a Biella e a Bruxelles

Continua il successo dei Tenores di Neoneli – a Novembre, a Biella, nell’Auditorium di Palazzo Gromo-Losa – a Gennaio, a Bruxelles, tra i banchi del Parlamento Europeo – canto sardo “a tenore”, patrimonio immateriale dell’Umanità (Unesco 2005)

Tenores di Neoneli
I Tenores di Neoneli tra i banchi del Parlamento Europeo a Bruxelles.

Lo scorso 22 gennaio 2013, per la seconda volta, l’onda del Festival Sete Sóis Sete Luas ha raggiunto il Parlamento Europeo, trasformando in un grande palcoscenico la sala della Commissione Cultura di Bruxelles.
Un appuntamento che diventa sempre più sintesi del dialogo tra i vari popoli che si affaciano sul Mediterraneo, svolgendo un importante compito, che prevede interventi in Marocco, Palestina, Israele, Tunisia.
«Dare possibilità alla crescita di questo percorso – ha affermato Marco Abbondanza, direttore artistico del Festival – significa investire nella ricchezza che il dialogo e lo scambio portano con sé, ricchezza intellettuale ed anche economica. La diversità produce fantasia e creatività, valori che stanno alla base del bisogno che abbiamo di conoscere cose nuove, di visitare luoghi mai visti. Da qui, la valenza anche socio-economica del Festival, che propone un’idea intelligente di turismo. Alla scoperta del poco conosciuto, del non inflazionato, di ciò che non obbedisce alle regole standardizzate dei mercati dominanti, come quello della musica di derivazione anglofona».
Per gli euro-deputati, un’inedita gradita sorpresa nell’accogliere la delegazione del Festival, formata da persone provenienti da Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Istria, con due assi in più nella manica: Sardegna e Andalusia. La grande Isola era rappresentata dai Tenores di Neoneli (nelle melodie polivocali più antiche al mondo); la regione meridionale più popolosa della Penisola Iberica, da Juan Pinilla, giovane talento del flamenco.Continua a leggere →

Farfalle sarde e biellesi… «ricordo un piccolo prato a Soprana»

Pavonia minore, Saturnia pavonia
Pavonia minore, Saturnia pavonia - Farfalla notturna abbastanza ben distribuita sino ai 1500 metri.

Anche a naso, tutti quanti noi sopra i quarant’anni, che abbiamo trascorso un’infanzia libera nei prati, ci rendiamo conto che il numero delle farfalle oggi si è notevolmente ridotto rispetto ad un recente passato. Mi ricordo di un piccolo prato a Soprana dove andavo a giocare da bambino e dove c’erano diverse zerinzia (o polissena Zerynthia polyxena): ora quel prato è stato occupato da un grosso caseggiato! Ho il ricordo di un frutteto dove vedevo le belle atalanta (o vulcano Vanessa atalanta) che venivano a suggere il liquido zuccherino che fuoriusciva dai fichi: ora quel frutteto è stato abbandonato ed è una boscaglia di robinie!
Ogni casa nella mia piccola frazione, Cerreia, negli anni Sessanta-Settanta aveva animali da cortile ed un suo letamaio. Sopra il letame crescevano rigogliose le ortiche, e sulle foglie dell’ortica vi erano tanti bruchi neri che le divoravano: erano larve di vanesse di varie specie. Ora non c’è più nulla di tutto questo!
Visto questo stato di generale degrado ci siamo chiesti se ripristinando la copertura vegetale nelle ex-miniere potevamo fare qualcosa di specifico per aiutare le farfalle, qualcosa di simile a quello fatto negli anni passati per gli uccelli.Continua a leggere →

Fave di Sardegna e legumi di carnevale oltre mare, Alpi e oceani

Cucinieri di Su Nuraghe
Cucinieri di Su Nuraghe.

Sabato 2 febbraio 2013, con la “Gran favata”, entra nel vivo il Carnevale dei Sardi di Biella, piatto tipico della tradizione contadina, che dal Mediterraneo, giunge e attraversa Alpi e oceani.
Nel periodo di Carnevale che culmina con il Martedì grasso, all’ombra del Mucrone, le associazioni che operano nei paesi e nei quartieri dei centri maggiori, preparano pubbliche fagiolate, secondo gustosissime e segrete ricette, rigorosamente tramandate oralmente. Per diffusione territoriale e per quantità di derrate consumate, Biella (e il Piemonte orientale) vanta un primato di tutto rispetto, incrementato negli ultimi 35 anni, della Gran favata dei Sardi.
Nel periodo di Carnevale, la pluridecennale costante presenza della cucina sarda ai piedi delle Alpi rende unico il panorama culinario biellese, se si considera la preparazione tipica isolana al pari della “casseula” brianzola, preparata con cotenna, puntine, salsiccia e una gran quantità di cavoli, o della variante presente nella vicina Svizzera ticinese, in cui, con l’aggiunta di speck, diviene “cazzöla“.Continua a leggere →

Ricco di avvenimenti il Febbraio di Su Nuraghe

Annullo filatelico
Francobollo celebrativo Mamoiada (2007) e annullo filatelico Biella Micca apposto sulla circolare 148/1 inviata ai Soci.

Biella, 2 Febbraio 2013 – Con l’annullo filatelico “Biella Micca” apposto sul francobollo celebrativo “Mamoiada”, stampato a Roma nel 2007 dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato e con l’aggiunta di altri 10 centesimi di bolli dovuti al nuovo aumento delle tariffe postali in vigore dal 1° Gennaio, viene inviata ai Soci la prima comunicazione del nuovo anno sociale, il 35° di fondazione dell’Associazione dei Sardi di Biella.
Ai Soci Su Nuraghe 2013, all’atto del rinnovo o dell’iscrizione al Sodalizio, vengono offerti tre doni: Su Calendariu 2013, dedicato alle farfalle che vivono in Sardegna e in Piemonte, documentate dal naturalista Lucio Bordignon; il ricco volume degli Atti del Convegno La Lingua sarda ieri e oggi e il libro fotografico Un secolo di Sardi a Biella, con immagini che testimoniano la silenziosa epopea dei Mighela, il cui nome è entrato a buon titolo nei modi di dire biellesi. “Salvatore e Sebastiano Mighela, seguiti dai nipoti Severino e Giuseppe, sono i pionieri che, tra fine Ottocento e all’alba del XX Secolo, decidono in tempi diversi di abbandonare le scogliere e i suggestivi monti dell’Ogliastra per giungere in Continente dove mettere dimora stabile ai piedi del Mucrone. Partono con la Sardegna nel cuore, portando a Biella i migliori vini dell’Isola, associandoli – nella loro attività di mescita – a quelli del Monferrato” (dall’introduzione “Un secolo di Sardi a Biella”).Continua a leggere →

Dalla Sardegna arriva in Piemonte «Il Popolo di Bronzo»

Mostra visitabile dal 2 al 24 febbraio. Orario: da Lunedì a Venerdì dalle 10 alle 12, Sabato e Domenica dalle 16 alle 18.30. Su prenotazione, apertura pomeridiana e visite guidate per gruppi e scolaresche – Ingresso Libero

LocandinaGattinara, Sabato 2 febbraio, alle ore 16:00, nella “Sala Convegni” di Villa Paolotti, in corso Valsesia, 112, inaugurazione della mostra “Il Popolo di Bronzo” – Ricostruzione a dimensione reale di armi, abiti ed utensili dei bronzetti nuragici
La mostra, realizzata dalla ricercatrice storica Angela Demontis e finanziata dalla Provincia di Cagliari, arriva in Piemonte, grazie ai Circoli dell’area Nord Ovest della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) che la ospitano; sarà visitabile a Gattinara fino al 24 Febbraio 2013.
La rassegna espositiva, dopo l’esposizione di Genova, a cura dell’Associazione Sarda Tellus e la tappa di Gattinara, allestita dall’Associazione Cuncordu, concluderà il suo tour al Museo di Scienze Naturali di Torino su progetto del Circolo 4 Mori di Rivoli, per poi ritornare a Cagliari presso la sede provinciale.
L’esposizione di Gattinara – organizzata in collaborazione con i Circoli sardi Su Nuraghe di Biella e Giuseppe Dessì di Vercelli, l’Enoteca Regionale di Gattinara, l’Istituto Professionale Statale “Mario Soldati” e Istituto Tecnico “Mercurino Arborio” di Gattinara, con il patrocinio della Regione Autonma della Sardegna, la Sovrintendenza per i Beni Architettonici delle Province di Cagliari ed Oristano, la Provincia di Vercelli, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Vercelli e la Federazione Associazioni Sarde in Italia – vedrà la partecipazione di studenti degli Istituti Alberghiero e Geometri di Gattinara, opportunamente formati dalla curatrice della mostra, che si occuperanno di far da guida ai visitatori durante gli orari di apertura della stessa.
In esposizione, una possibile ricostruzione di armi, abiti, accessori e utensili nuragici, realizzati con materiali e antiche tecniche di lavorazione, si basa sulla rigorosa osservazione dei bronzetti analizzata nel libro “Il Popolo di Bronzo” (Angela Demontis 2005). L’uso di tali materiali in epoca antica è avvalorato da citazioni storiche che ne testimoniano l’impiego. Proprio lo studio del piccolo “esercito” di bronzo ci fa vedere come dovevano essere abbigliate le persone in epoca nuragica, una sorta di scatti “fotografici” dell’epoca. Tutti gli elementi esposti in mostra sono stati studiati e riprodotti riportando a proporzione “umana” i particolari visibili sui bronzetti.Continua a leggere →