Sapori di Sardegna, dolci contaminazioni al profumo di limone

Luciana Moretto SanteramoSabato 22 novembre, alle ore 21, nelle sale di Su Nuraghe, in via Galileo Galiei, 11, a Biella, nuovo dolce appuntamento con “Dolce Nuraghe”. In calendario, un incontro sorprendente, frutto di elaborazioni e felici contaminazioni. Un processo in divenire costantemente arricchito. L’altro, specie a tavola, è sempre accolto in modo duale: con diffidenza e curiosità, paura del nuovo e curiosità, voglia di conoscere, assaggiare.
Per quanto riguarda il cibo, la novità, superata la naturale diffidenza, si assapora in punta di forchetta e di lingua. Se il gusto è appagato, immediato il desiderio di ripetere l’esperienza, per avere ancora quel cibo, ricercandone la ricetta.
È risaputo come la storia dell’enogastronomia italiana sia la risultante di pratiche culinarie influenzate da contaminazioni culturali, condizionate dalla disponibilità degli ingredienti presenti nelle dispense domestiche. Sulle sponde del Mediterraneo, l’abbondanza di frutti ricchi di sole sono alla base della gran varietà di ricette, germinate da semplici accostamenti originari. Vastissima la varietà di biscotti ottenuti dalla ricottura, “bis-cotto, cotto due volte”, dall’impasto del pane: acqua, farina, lievito, sale e, quando il pane diventa festivo, l’aggiunta di qualche edulcorante ed aromatizzante.
La ricca varietà di frutti, di agrumi dalle intense fragranze, ha permesso e permette di aromatizzare in maniera sempre nuova, con sorprendenti risultati, diversi anche al solo variare delle stagioni. Non solo: in Sardegna la presenza di oltre 200 endemismi botanici, di cui molti eduli, ha permesso una indefinita varietà di ricette. È il caso di “sa pompìa”, un agrume esclusivo della Sardegna, non ancora classificato, sebbene attestato in antichi documenti, presente nell’areale della Baronia, regione Nord orientale della Sardegna, compresa nei territori che si estendono dal comune di Posada al Golfo di Orosei; ibrido naturale sviluppatosi da incroci tra agrumi locali; pianta spinosissina che cresce spontanea nella macchia mediterranea sarda, coltivata alcuni giardini al solo uso familiare per ottenere dolci tradizionali come “s’aranzada”, croccante e canditi ottenuto dalla scorza o dalla sottostante parte piante bianca del frutto, edulcorati con miele, ancora utilizzati in alcune cerimonie locali e nei riti tradizionali di passaggio. Con la buccia, inoltre, è possibile ottenere liquori aromatizzando con il rosolio, diversi impasti per ottenere speciali biscotti.
A Biella, Luciana Moretto Santeramo, nata a Pernumia, in provincia di Padova, arrivata a Biella all’età di 10 anni, nel 1961, riatualizza la eco della ricca fabrilità culinaria appresa nella sua famiglia e in quella del marito, in particolare, dalla suocera, Mariuccia Congiu di San Vito (Cagliari); matrimonio culinario col suo particolarissimo background culturale, risalente ai Santeramo provenienti da Terlizzi (Bari).
Luciana metterà sul piatto di Su Nuraghe il frutto della sua creatività con biscotti al profumo di limone sardo da lei concepiti e prodotti, una nuova specialità che va ad arricchire in modo inedito l’esteso sorprendente panorama dolciario, tra Piemonte e Sardegna, tra Puglia e Veneto.

Eulalia Galanu

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