Orti urbani dei Sardi di Biella, una sfida per il futuro

Orti urbani dei Sardi di Biella

Attività sociale quotidiana del Circolo Culturale Sardo di Biella – tessere di un nuovo mosaico per una mostra partecipata, inclusiva e condivisa da inaugurare a dicembre.

Le lunghe e inaspettate recenti restrizioni che, sebbene attenuate, permangono e sono in agguato, hanno reso d’attualità alcune pratiche agronomiche in ambito domestico, attestate dal rifiorire di ortaggi su balconi e giardini, riconvertiti e potenziati in tempo di pandemia. Prezzemolo, basilico, maggiorana, salvia, rosmarino, menta ed altre piante aromatiche hanno preso il posto di quelle ornamentali, compresi i pur utili gerani. Con la chiusura dei vivai, chi disponeva di spazi più ampi ha predisposto semenzai per ottenere nuove piantine o per la semplice produzione di insalata da taglio, attingendo all’archivio dei saperi contadini, al ricordo o ai racconti di un’economia di guerra.
Il particolare momento ha permesso la messa in pratica degli auspici di Expo Milano 2015 che, attraverso il Milan Urban Food Policy Pact, impegnava i centri urbani a “sviluppare sistemi alimentari sostenibili … inclusivi, resistenti, sicuri e diversi” al fine di “promuovere e rafforzare la produzione alimentare urbana e periurbana”.
Anticipando la sfida sociale e culturale per il futuro che, in Giappone, vede già la presenza di orti urbani in ufficio per coltivare riso e broccoli, i Sardi di Biella, in modo del tutto naturale – ignari delle decisioni di scienziati e sapientoni – hanno attinto nella pratica alla loro plurimillenaria cultura ereditata dagli antenati, “sos mannos”.
Le fotografie di questo nuovo mosaico, sono emblematica testimonianza visiva di questo rifiorire di antichi saperi solo apparentemente dimenticati.

Battista Saiu

1 commento

  1. Quello degli ortaggi, è un argomento interessante, vero professor Saiu?
    Io, sono molto attaccato alla terra, è diventata quasi una cultura, oltre che coltura. Mi piace veder nascere e crescere la nuova vita a primavera, e mi piace dire: Questa mi è riuscita bene oppure qui ho fallito.
    Molta gente, sta scoprendo che il cibo viene dalla terra, chi terreni non ne ha, chiede in affitto.
    Io sono uno di quelli che non ha terreno di proprietà, ma, ho sempre coltivato un piccolo orto, rigorosamente biologico. Sono quello che, le piantine, le faccio da me, nella mia piccola serra: pomodori e insalate.
    Due qualità di pomodori, cuor di bue e costolutto. Ne semino in abbondanza che poi, ci sono tanti amici, che ne hanno di bisogno. Sanno che i miei pomodori, sono speciali. I miei cuor di bue, si pelano facilmente, senza metterli nell’acqua bollente. I costolutti, vanno dai quattro etti al chilo e mezzo. Poi nel mio orto ci trovi poco ma, di tutto ciò che può crescere in un orto.
    Un caro saluto da Efisio Carta al signor Saiu e a tutti i componenti di Su Nuraghe di Biella.

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