Sardi a Biella, viaggio del corpo e dell’anima: Gran San Bernardo-Roma in bicicletta

Luigina Sanna e Salvatore Boi con figlia e genero

Tra i tanti avvenimenti dell’anno appena archiviato, particolare il viaggio in bicicletta di Gabriella Boi, originaria di Nurallao (Cagliari) e di suo marito Valerio Zaffalon (madre piemontese e padre veneto), entrambi nati a Biella, con meta Roma attraverso l’antica via Francigena, una delle più importanti vie di comunicazione del Medioevo.
Lo scorso mese di agosto, casco in testa e in sella alle loro biciclette, Gabriella e Valerio hanno percorso gli oltre mille chilometri necessari per raggiungere la città eterna, partendo dal Colle del Gran San Bernardo. Raggiunta da Biella la vicina Valle d’Aosta, inizia la loro avventura: viaggio dell’anima e del corpo attraverso un pellegrinaggio in tredici tappe, raggiungendo prima Piemonte e Lombardia.
“È incredibile come si riescano a toccare più regioni e passare da una provincia all’altra con una certa disinvoltura” – afferma Gabriella ripercorrendo il viaggio aiutata dagli appunti sul cellulare – “Non ci soffermiamo troppo in queste regioni – ricorda – sono territori abbastanza noti, ma ci facciamo rapire volentieri da scorci inaspettati, da torri campanarie lignee e da altrettanti inaspettati suoni che escono dal portale di una chiesa: un maestoso organo e il suo minuto organista intento a provare, ci catturano. L’emozione è lì, è tangibile, tanto è forte. Non mancano certo tratti impegnativi – continua – ma anche loro regalano a piene mani sensazioni, profumi e consapevolezza di quanto preziosa e buona sia l’acqua fresca di una fontana. Troviamo – ricorda ancora – la generosità della signora Giovanna che ci offre una bottiglia di acqua gelata, ci pare un miraggio in una giornata dalle temperature equatoriali”. “Non mi sottraggo a un sorriso che mi sorge spontaneo – confessa – ogni qualvolta vedo un cartello stradale che indica una nuova città raggiunta; non parliamo poi di come ci si sente quando i chilometri cominciano a ridursi sensibilmente all’avvicinarsi alla meta. Al cartello 100 km a Roma salto come un grillo, sono in piedi sulla mia bici, su quello che per 12 giorni è stato il mio mezzo di trasporto, la cosa più preziosa che possedessi in quel momento. Ed eccoci finalmente a Roma, dopo aver lasciato un pezzetto di cuore in giro per la nostra Italia. Una conclusione emozionale che continua, nonostante il viaggio sia terminato in quella sacrestia del Vaticano dove ci hanno rilasciano la pergamena del pellegrino, il Testimonium peregrinationis peractae ad limina Petri, che attesta il nostro “viaggio del corpo e dell’anima”. In un angolo, qualche lacrima ha timbrato il prezioso foglio, felici per essere riusciti nell’impresa, nonostante qualche imprevisto”.
Viaggio che, come una parentesi nel presente troppo accelerato, ha permesso di sperimentare una sorta di “tempo senza tempo”, vivendo, condividendo 24 ore al giorno, tutti i minuti della giornata con Valerio, immortalato nel selfie finale in piazza San Pietro a Roma, conservato e mostrato sul piccolo schermo del suo cellulare.

Eulalia Galanu

Nelle immagini: Gabriella Boi e Valerio Zaffalon con la loro pergamena dell’avvenuto pellegrinaggio; Luigina Sanna e Salvatore Boi con figlia e genero

Gabriella Boi e Valerio Zaffalon con la loro pergamena dell'avvenuto pellegrinaggio

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