Da “Su Nuraghe” una paròla piemontèisa al mèis: “A” come “Anvairet”

descrizione

Omaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi”.

Il Piemonte è terra di vini famosi e il terreno ideale per la vite è quello secco, rossiccio, con zolle dure, delle colline del Monferrato e delle Langhe. Nelle varianti locali del piemontese troviamo numerose parole che si riferiscono all’uva, alla vite, ai vigneti, soprattutto in questa stagione autunnale, quando si raccoglie l’una e si fa il vino.

Anvairet è un acino d’uva che comincia a maturare. Ecco come utilizza questa parola Barba Tòni Bodrìe: për le andan-e dij seugn, dij trovador, cand che j’autin a anvàiro tut a anvàira e j’anvairet a uco tuti ansema ansarì ansarì al ri ch’a rij la gòj ëd vive ch’a l’é mai finìa = per le andane dei sogni, dei trovatori, quando le vigne imbrunano e i grilli strillano tutti insieme, rochi rochi al rio che ride, la gioia di vivere che non è mai finita

L’autin è l’alteno, cioè un campo coltivato con piante di vite. La differenza con il tradizionale metodo di coltivazione della vite, che prende il nome di vigneto / vigna, è che nel campo di alteni la vite viene abbinata alla coltivazione di altre piante da fusto o alla posatura di pali, vigneto, vigna. Ecco come lo stesso poeta utilizza questa parola: fa balé ij trantedoj, àussa la glòria, ciucia, Martin, cost a l’é breu d’autin = fai ballare i trentadue [denti, cioè mangia a sazietà], alza la gloria [il bicchiere], succhia, Martino, questo è brodo di vigneto. La usa anche il poeta Gianrenzo Clivio: da j’autin desert a ven un pior  = dai vigneti deserti viene un pianto

Il lumin è un ripiano su un versante di collina con una fila di piante di vite (lumin vuole anche dire “pupilla”).

La vendumia è la vendemmia. Ecco un altro ben verso di Barba Tòni Baudrìe: le mariòire ’n vendumia a l’han ’d caviere com le granghìe dle vis, anej e chen-e = le ragazze da marito in vendemmia hanno capigliature come i viticci e i ricci, anelli e catene

Immancabile in questa stagione la nebbia, che troviamo in una poesia di Gianrenzo Clivio: nebia lingera dël neuv otunn / ch’it ansombre la lun-a e j’erbo andurmì [Clivio] = nebbia leggera del nuovo autunno / tu che oscuri la luna e gli alberi addormentati

L’amore per la terra del vino è ben celebrato nei versi di Gianrenzo Clivio: për na golà ’d vin mossant, anvecià / ant ël sen fresch ëd la tèra rupìa [Clivio] = per un sorsata di vino frizzante, / invecchiato nel seno fresco fresco della terra rugosa.

Sergi Girardin (Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: pagina con incipit “A”, Sacramentarium Episcopi Warmundi (Sacramentario del Vescovo Warmondo di Ivrea): fine secolo X, Ivrea, Biblioteca Capitolare, Ms 31 LXXXVI). Priuli Verlucca,1990, copia posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda

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