Radici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
CABIDANNI logudorese, cabidannu sassar., è il mese di ‘settembre’. Frase sassarese: lu maccu e lu mandroni ingrássani a cabidannu ‘lo scemo e il pigro ingrassano a settembre’ (quando abbondano i fichi). La frase sassarese indica il capodanno naturale (espresso con lo stato costrutto: cabu d’annu > cabi d’anni). In Sardegna ed in gran parte del Mediterraneo l’anno agricolo cominciava proprio con l’arrivo delle piogge di fine estate.
Riferendoci a cabu, in Sardegna s’usa intenderlo come ‘capo, promontorio marino’ (oltreché come l’it. testa). Epperò questo concetto è più complesso, coinvolgendo anche certi fenomeni lontani dal mare. In ogni modo, cabu in questo caso non si riferisce affatto a una roccia (< accadico kāpu ‘cliff, embankment’ of river, of mountain) e nemmeno al lat. caput ‘testa’.
La base etimologica di Cabu riferito all’Anno poggia sulla lingua egizia, da ḥb ‘festa’ + eg. Ån, Åni (a form of Osiris, the Moon-god); cfr. bab. Annum ‘dio An, il Cielo’, il ‘Dio Sole’, che poi in latino divenne Janus.
Pertanto il sassar. –annu (log. –anni) non si riferisce all’anno come adesso lo intendiamo ma al Dio Luna, il quale nel mondo semitico fu identificato in seguito col Dio Sole. Quindi il sassar. Cabidannu alle origini non significò ‘Capodanno’ ma ‘Festa del Sole’. Era la grande festa che in tutto il Mediterraneo si organizzava in onore del Sole, il quale riceveva attenzione, onori, riverenze non solo a settembre ma anche in altri giorni specifici del suo ciclo, a cominciare dai giorni successivi al 21 dicembre durante il solstizio. Infatti il Natale cristiano, celebrato cun sa Missa de Buddu (con la Messa notturna tra il 24 e il 25 dicembre), non riceve il nome dai “polli”, come purtroppo fu credenza degli Spagnoli, ma dall’accadico būdu ‘grande festa’.
Durante l’equinozio di giugno in Sardegna si celebra la ‘Festa di Anu’ (santu Ani nel Campidano di Cagliari), ancora una volta riferita espressamente al Sole e non, come si crede per suggestione clericale, a san Giovanni. È notorio che i preti cristiani hanno devastato l’intero scibile pre-cristiano, sostituendo tutti i nomi degli dèi primitivi con nomi di santi bizantini (o comunque con nomi di santi orientali). Eppure, osservando attentamente, in Sardegna non c’è nemmeno un nome di Santo che non sia attribuibile a una sostituzione forzata operata dai Bizantini dal VI secolo fino all’XI coi nomi dei propri santi.
Salvatore Dedola, glottologo-semitista
Nell’immagine: l’incipit, “C”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009