La Schola Cantorum “Villa del Mas” inaugura alla Basilica di San Sebastiano il nuovo “Festival delle Identità tra Piemonte e Sardegna”. Un ponte tra culture, musica, memoria e spiritualità. Al centro, la figura di Alberto La Marmora, emblema del legame storico tra i due territori.
La potenza della musica e il respiro della storia si sono incontrati sabato 14 giugno a Biella per l’inaugurazione del “Festival delle Identità tra Piemonte e Sardegna”, un nuovo progetto culturale nato per promuovere il dialogo tra due terre apparentemente lontane, ma unite da profonde affinità culturali e spirituali.
L’evento si è svolto nella Basilica di San Sebastiano, uno dei luoghi simbolo della città, che custodisce le spoglie di Alberto Ferrero della Marmora, generale piemontese e studioso della Sardegna, autore del celebre Voyage en Sardaigne (1826). La sua figura rappresenta un ponte ideale tra Biella e l’Isola, tanto che la cima più alta del Gennargentu – Punta La Marmora – porta il suo nome, a testimonianza di un legame secolare tra territori e culture.
A dare il via alla rassegna è stata la Schola Cantorum “Villa del Mas” di Elmas (Cagliari), diretta dal Maestro Orlando Pittau, con un concerto che ha alternato polifonia e canti della tradizione sarda, incorniciato dalla maestosità architettonica della Basilica e dalla spiritualità del luogo. Il pubblico ha ascoltato un ricco repertorio che ha attraversato secoli e generi, rivelando una Sardegna sonora, colta e popolare insieme.
L’apertura musicale è stata affidata a “Su patriotu sardu a sos feudatarios”, inno ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna, composto nel 1794 da Francesco Ignazio Mannu. Un testo militante, nato durante i moti antifeudali, che incarna ancora oggi l’orgoglio del popolo sardo, esaltando valori di libertà e di giustizia.
La serata è stata guidata da Anna Collu, che, con tono ironico e appassionato insieme, ha introdotto il coro, raccontandone la nascita, la composizione – con coristi provenienti da diverse località del Cagliaritano – e il percorso umano e musicale. Il Maestro Pittau, già fagottista del Teatro La Fenice di Venezia e dell’Orchestra di Cagliari, ha fondato il coro nel 2006 con spirito volontaristico, animato dal desiderio di mettere la propria esperienza al servizio della comunità.
Particolarmente toccante l’esecuzione di “Non potho reposare”, brano tra i più noti della tradizione sarda, eseguito in omaggio a tutte le persone segnate dalla distanza e dalla guerra. La poesia, scritta nel 1915 da Salvatore Sini e musicata nel 1920 da Giuseppe Rachel, è stata dedicata al padre guardiano del convento di San Sebastiano, frate ucraino Oscar Malykh, che ha aperto la serata con il Segno della Croce in lingua sarda. In programma anche “Badde lontana”, struggente canto di denuncia, dedicato a tutte le vittime innocenti dei conflitti armati.
Il “Festival delle Identità tra Piemonte e Sardegna” è sostenuto dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Città di Biella, dal Comune di Pettinengo e realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella nell’ambito del bando CultuHub, in collaborazione con i Frati Francescani Minori, l’associazione Pacefuturo odv, il gruppo Mafalda – Voci di Donna e l’Associazione Culturale Sarda “Amedeo Nazzari” di Bareggio Cornaredo.
Più che un semplice cartellone musicale, il Festival si propone come spazio di incontro e di riflessione, dove la diversità culturale è vista come risorsa e occasione di crescita per le comunità locali. Le ricadute potenziali sono molteplici: promozione turistica, economia della cultura, scambi interregionali e valorizzazione del patrimonio immateriale.
Il secondo appuntamento è in programma per domenica 3 agosto prossimo, alle ore 15:00, presso il “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli”, di Pettinengo, bene extraterritoriale della Regione Sardegna.
Protagonisti della giornata saranno i musicisti piemontesi del Trio Tribeba (Alessandro Zolt, Guido Antoniotti, Massimo Losito), che proporranno un viaggio sonoro tra le musiche delle Alpi, con strumenti riciclati e sonorità arcaiche, accompagnati dalle launeddassarde di Nicola Diana e Maurizio Caria.
Un’occasione per ritessere i fili della memoria, coltivare il senso di appartenenza e aprire nuove strade alla collaborazione tra territori, nel segno della musica come linguaggio universale e della cultura come bene comune.
Battista Saiu
Nell’immagine, Basilica di San Sebastiano, Schola Cantorum Villa del Mas davanti al monumento dedicato ad Alberto Ferrero della Marmora