Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
“Su Nuraghe vino”, incontro con “Cannonau” e “Erbaluce di Caluso”
Sabato 8 ottobre, alle ore 21:00 – presso il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” (via Galileo Galilei 11, Biella) – riprende la rassegna “La Sardegna nel bicchiere”, secondo ciclo di incontri mensili con il sommelier Ennio Pilloni.
Nella prima serata verranno presentati vini sardi e italiani. Alla ribalta quelli sardi e quelli biellesi: “Cannonau Nepente” della cantina di Oliena e “Erbaluce di Caluso” Sasso Moreno, dell’Enoteca “La Roccavilla” di Biella.
Pettinengo, Museo delle Migrazioni: “brace che cova sotto la cenere”
Brace che cova sotto la cenere. Una metafora per cercare di spiegare come e perché io abbia scritto “Il Dopo”. Gli amici Battista Saiu e Dino Gentile hanno scelto questa metafora, la metafora della brace. Perché?
“IL DOPO” di Luciano Clerico al Museo delle Migrazioni di Pettinengo
Un tempo a Pettinengo, e nei paesi biellesi in genere, le storie si narravano, le vite si narravano la sera nella stalla. Era questo l’ambiente più caldo della casa agro-pastorale dove specie d’inverno si riunivano familiari, parenti e amici della borgata. Ieri, domenica 2 ottobre, in un caratteristico ambiente che un tempo fu stalla nel cantone Gurgo di Pettinengo – un edificio di proprietà della Regione Sardegna presso il Museo delle Migrazioni del Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella – un’altra storia è stata raccontata dal giornalista e scrittore Luciano Clerico, autore del libro “Il Dopo”, specchio di un ambiente umano che caratterizzò e ancora caratterizza il “Dopolavoro” di Lessona.
Da Esperia (Frosinone) pietra di memoria per l’area monumentale di “Nuraghe Chervu”
Aderendo all’iniziativa che prevede l’allestimento di un “pavimento della memoria” presso l’area monumentale di “Nuraghe Chervu”, da Esperia, comune in provincia di Frosinone, arriva a Biella una nuova pietra che verrà posizionata nell’area monumentale che sorge alle porte orientali della Città. Si tratta di una lastra di marmo locale denominato “Breccia paradiso”, sottolinea il sindaco Giuseppe Villani, sulla quale è stato inciso il nome del Comune e la cifra “103”, numero dei Caduti esperiani. Pietre locali a significare nella diversità di forma, colore e materiali utilizzati le specificità della composita realtà di Isole e Penisola. Formeranno un unico mosaico come una è l’Italia unita costata oltre un milione di feriti e la vita di 600.000 morti Caduti durante la Prima guerra mondiale, la IV del Risorgimento.