Na paròla piemontèisa al mèis, giugno / giügn, “S” come “Solì”

Omaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi” nel centenario della nascita di Barba Tòni Bodrìe

incipit S in Sacramentarium Episcopi WarmundiNei versi di uno dei più grandi lirici bilingui (occitano e piemontese), Barba Tòni Bodrìe, affiorano parole che descrivono i costumi e le usanze d’una volta. La sua poesia è una minuziosa rassegna di danze, di feste, di stagioni, di credenze e di leggende. In questo distico troviamo le due parole, ombris (il bacìo, con l’accento tonico sulla “ì”, cioè il versante all’ombra della montagna) e il solì (il lato esposto al sole), sulle aie (àira, spiazzo ricoperto di catrame, su cui si mettevano a seccare i raccolti, ma che servivano anche per le feste campagnole) o sulle piazze, si vedevano fërlòche (graziose cuffie bianche che si allacciavano sotto al mento) e fòfo (ciuffo lungo della capigliatura maschile, lasciato cadere liberamente sulla fronte, a mo’ di “bravo” di manzoniana memoria), carmagnole (lunga giacca maschile, ma anche vivace danza molto popolare), gipe (lunghe sottane), frandieuj (detti anche sfojor, giovanotti focosi) e barivele (ragazze birichine, allegre, spensierate, dove il termine barivela contrasta con quello di mariòira, ragazza da sposare), il tutto in gran costum (che poi il poeta, a più riprese, descrive nei minimi dettagli nelle bellissime poesie del volume intitolato Val d’Inghildon).Continua a leggere →

Cosa vuol dire studiare le migrazioni? Museo aperto a Pettinengo

trasferimento della statua La madre dell'ucciso di Francesco Ciusa

Domenica 13 giugno 2021, ore 14:30, apertura del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – Rete Museale Biellese – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche dalle ore 14:30 alle ore 18:30 – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero

Quando si studiano le migrazioni è buona pratica porsi una serie di domande, più o meno sempre valide, utili sia per farsi una prima idea sul fenomeno specifico che si sta indagando, sia per conoscere il contesto in cui esso si colloca per poterlo comprendere al meglio. Nel momento in cui si indaga sulle migrazioni delle persone, per esempio, è bene interrogarsi sull’identità di chi si sposta (per quanto sembri ovvio, questa informazione può già dirci molto: si tratta di uno singolo o di un gruppo, come una famiglia?), il luogo da cui parte e le motivazioni che determinano questa scelta: in questo modo si delinea il contesto storico-sociale e geografico di partenza, che può aiutare a comprendere perché si sia scelta una data destinazione. Ed ecco le altre domande: dove ci si ferma? Si è deciso in precedenza o durante il viaggio? Se già le risposte a queste domande possono essere illuminanti, il quadro si completa ragionando su altri punti: lo spostamento è definitivo? Se non lo è, ogni quanto e perché si torna a casa? Con chi si instaurano dei rapporti nella destinazione: con i locali o altri migranti, con cui magari si condivide l’origine e la spinta alla migrazione?Continua a leggere →

Giugno – Casa Sardegna a Biella, i nuraghi verso l’UNESCO

mosaico di nuraghi

Da Biella, che nel corso del 2019 ha ottenuto il riconoscimento di “Città Creativa UNESCO”, l’appoggio al Comitato “La Sardegna verso l’UNESCO” affinché l’Isola con il suo patrimonio paesaggistico, archeologico, storico, artistico e culturale diventi patrimonio dell’umanità.
Scelte tra oltre 15.000 fotografie, 377 tessere a rappresentare tutti i comuni dell’Isola, compongono i dodici mosaici che illustrano Su Calendariu 2021 edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Nurnet – La rete dei NuraghiContinua a leggere →

Giugno, una parola sarda al mese: “R” come “Raghi”

Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

incipit R, in Giampaolo Mele, Die ac NocteRAGHI sass.; log. bragas, ragas pl. ‘gonnellino di orbace nero’, appartenente al costume maschile dell’intera Sardegna. Da tutti gli studiosi è chiamato gonnellino. Wagner propone l’origine dall’it. braca, braga, che è dal lat. brăca, di origine gallica secondo Diodoro siculo ed Esichio, designante i ‘pantaloni’, un indumento che fu delle popolazioni celtiche ma ignoto ai Romani, i quali lo adottarono soltanto sul finire dell’Impero. Nessuno ha notato la contraddizione tutta sarda di chiamare gonnellino quelli che, stante l’etimologia corrente, dovrebbero essere pantaloni. In realtà le ragas note non sono né gonnellino né pantaloni poiché, pur avendo sagoma di gonnellino, hanno le falde saldate da una vistosa traversa inguinale.Continua a leggere →

Gandellino invia a Biella una pietra in ricordo dei 38 Caduti nella Prima guerra mondiale

La Sindaca di Gandellino Flora Fiorina

Gandellino, Comune di poco meno di mille abitanti in Val Seriana in provincia di Bergamo, partecipa all’iniziativa del Comune di Biella e del locale Circolo Culturale “Su Nuraghe” volta a realizzare un vasto selciato commemorativo in memoria dei caduti della Prima guerra mondiale presso il Nuraghe Chervu.
La sindaca del paese, Flora Fiorina, ha recentemente inviato a Biella una pietra di riuso con inciso il nome del Comune e il numero dei suoi Caduti (38). La lastra andrà ad aggiungersi alle 250 già installate nell’area monumentale e alle altrettante in attesa di essere messe a dimora presso il Nuraghe, eretto alle porte della Città di Biella nel 2008 e dedicato alla Brigata “Sassari” e ai Caduti Biellesi della Grande Guerra.Continua a leggere →