Dicembre, una parola sarda al mese: “L” come “Lacana”

incipit L, in Giampaolo Mele, Die ac NocteRadici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

LÀCANA in sardo (anche in sassarese e gallurese) indica il ‘confine del territorio comunale di un villaggio’, o il ‘confine di una proprietà prediale’. La base etimologica è il sumerico laḫ ‘to net, creare una rete, un recinto’ + ana ‘wooden object’, un oggetto di legno. Il composto laḫana indicò fin dalle origini un recinto creato con palizzate, oppure semplicemente con siepi di piante spinose e resistenti, tipo l’Acacia horrida o giù di lì.
Sa làcana fu uno dei primi indici della volontà umana di ritagliarsi una porzione di territorio a scopi precisi, che potevano essere non solo il recinto per la difesa del bestiame ma anche un limite divisorio tra due tribù, tra due ambiti territoriali. Quel ritaglio di terra riguardò anche l’embrione della proprietà privata.
Derivati  di làcana sono laccanare log., laccanái camp. ‘confinare’.

Salvatore Dedola,
glottologo-semitista

Nell’immagine: l’incipit “L”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009

Casa Sardegna a Biella, 300 anni di storia comune, Dicembre

Biella, manifestazione a Nuraghe Chervu

Nel 300° Anniversario dell’unione tra Piemonte e Sardegna, le immagini di Nuraghe Chervu, pubblicate in Su Calendariu 2020, edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, ci accompagnano con cadenza mensile tra pagine di storia locale e nazionale

Come “sacerdotesse”, antiche madri benedicono con petali e grano – Oggi, il lancio di grano o di riso resta usanza radicata a conclusione delle cerimonie nuziali, retaggio di riti antichi trasferiti e accolti in epoche successive per tolleranza della Chiesa, onde porre in rilievo e “rileggere” solennità e simbolismi. Al frumento è sempre stata associata la figura femminile ed ai semi che germinano è associata la rinascita, la speranza di una nuova stagione di fertilità e di vita.  In Sardegna, in tale contesto, la donna riveste un ruolo quasi “sacerdotale”; la stessa panificazione è accompagnata da particolari gesti e da parole di benedizione popolare. È la madre che benedice il figlio con il grano il giorno del matrimonio e nei momenti cardine della vita; sono sempre e solo le donne a benedire il letto nuziale e a spargere chicchi di grano sul corpo esanime nel caso di morte prematura. Anche l’uso rituale dei fiori è costume universale fortemente radicato sull’Isola, con significato bene augurale e di rispetto.Continua a leggere →

Biella e La Plata, incontro in poesia a Neuquén (Patagonia Argentina)

laboratorio linguistico Biella La Plata

Martedì 24 novembre 2020, il Circolo Sardo di La Plata “Antonio Segni” e il Circolo Culturale Sardo di Biella “Su Nuraghe” hanno avuto il loro incontro mensile attraverso il Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”.
Ancora in tempi di COVID, in cui ci prendiamo tutti cura di noi stessi e di altri in modo responsabile, l’incontro si è svolto a distanza utilizzando la piattaforma virtuale “Zoom”, per la lettura di poesie, storie e racconti di migrazioni sarde e italiane che, attraversando mari e oceano, mette in contatto lingua e cultura sarda, italiana, piemontese e argentina.
Presente Marianela Fava Signorini, giovane del Circolo Sardo “Domus Sardinia”, di Neuquén nella Patagonia Argentina. Con lei, un grande abbraccio virtuale, al di là delle migliaia di miglia marine che separano le terre di origine e quelle di adozione.Continua a leggere →

Su Nuraghe piange Bruno Corrias di Gonnesa

Bruno CorriasNel pomeriggio del 27 novembre è mancato all’affetto dei suoi cari Bruno Corrias di 77 anni. Nato a Gonnesa in provincia di Cagliari. Secondo di sette fratelli, dopo l’adolescenza trascorsa a Carbonia, si trasferisce con la famiglia per ricongiungersi con tre suoi fratelli arrivati qualche tempo prima a Biella.
Erano gli anni dalla grande migrazione con le miniere sarde che chiudevano e il resto del mondo che chiedeva manodopera. Da subito sarto a Biella e, successivamente, a Monaco di Baviera. Poi, nel 1967, il rientro definitivo nella “Città della lana”, dopo essere andato a Teulada (Cagliari) per sposare la fidanzata e portarla in Piemonte nella speranza di una vita migliore per sé e per i figli, che di lì a poco sarebbero nati.
Con la Sardegna nel cuore, assieme ai fratelli lavora presso la nuova filatura Costa Smeralda di Pavignano. Poi, dopo la chiusura della fabbrica che portava un nome che ricordava la sua terra, rientra a lavorare fino alla pensione nella filatura Filver di Biella.Continua a leggere →

È morta a Biella Mariangela Cau di Lunamatrona (Cagliari)

Mariangela CauDopo una vita di sacrifici, è morta la Lunedì 30 Novembre Mariangela Cau, vedova Maolu, di Lunamatrona. Aveva 84 anni. Lascia la figlia Irene, con Mauro, gli adorati nipoti Erica e Raffaele, la sorella Carmela, i fratelli Mariano, Luigi e Gesualdo, con le rispettive famiglie, unitamente a Parenti e Amici tutti.
Terza di cinque figli, rimasta orfana di padre, giovanissima ha dovuto abbandonare la casa e gli affetti più cari per andare a lavorare a Roma e a Milano, prima di approdare definitivamente a Biella.
Cuore grande e generoso, ha allevato con amore la sua famiglia, accudendo con affetto anche i figli delle famiglie presso le quali ha prestato servizio.
Significativo il contributo dato all’altra grande famiglia allargata di Su Nuraghe, partecipando concretamente, fin dalla fondazione, alle diverse attività del Circolo. Ci lascia privata di una carezza da parte delle tante persone reciprocamente corrisposte e amate.Continua a leggere →