Festas de biddha mia, zente bestida cun ispoglias noas

Martedì 29 Gennaio 2013 – Laboratorio linguistico – Continuano “sos atopios”, gli incontri mensili “in Limba”, lingua materna al Circolo Su Nuraghe di Biella – appuntamento ogni ultimo martedì del mese, ore 21 – ingresso libero

carru a boes
A sa festa cun su carru a boes.

In s’ultimu atopiu fatu in su Circulu Su Nuraghe de Biella amus faedhadu dei sas festas de ‘idha, e ognunu ada faedhadu de cusasas festas mannas chi si faghent in ammentu de santos. Deo apo faedhadu de cussas de bidha mia.
Ogni gruppu de trabagliadores ana de faghere sa festa isoro, onzi santu ada sa bandhela sua, chi sunt totu arrimunidas in sa cheja manna de s’Imaculada. In tempus bonu, dae su mese de lampadas, cominzant a faghere sa chilcadorìa; su cumitadu andhada de domo in domo, narendhe: “semus pedendhe pro sa festa de santu … (narende su numene de su santu) “. Si faghet basare sa bandhela de isse e ti dana s’immagineta; tue, tando, dasa calchi cosa pro sa festa, agurendhe a faghere “bella” festa.
Si cominza cun “Su Babu Eternu totu poderosu”, festa manna de sos carretoneris; oe est sa de sos autistas, zente brava chi si sunt unidos in d’unu comitadu, cun s’iscopu de aconzare sa cheja. Ana apidu meda fastizos ca donzi cosa deviat essere aprovada dae sa Supraintendhenzia, pèro bi sunt resesidos ed est istada una sodifazïone manna meda; oe bi fachent totu sas zerimonias: batijmos, afidos e ateras cosas; ana fatu rinaschere sa festa onzi annu in sa die sua.
In lampadas b’est S’Antoni, una cheja affaca a bidda. Su comitadu e sa zente andana a cheja manna a caddhu e a pe’ a leare sas badhelas de totu so santos, ana essere una bindhichina, e in prunzesione cun su preideru cantendhe e preghendhe si andhada a cheia, si aiscultada sa missa, cun sos cavalerizos fachede s’ardia in tundu a sa cheja pro tre boltas: primma a una parte e, pustis, a s’atera, saludendhe sempre cun sas bandhelsa e frimmendesi onzi borta a dainanti de cheja. Candho totu est finidu, si faghet s’inghiriu e si torrada a cheja manna a che torare sas bandhelas.Continua a leggere →

Giovani a Su Nuraghe, eredi, custodi e missionari della Shoah

Sabato 26 gennaio, nelle sale della biblioteca del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella è stata ricordata la Shoah, con La zona grigia, un “reading concerto” per la “Giornata della Memoria” ideato e messo in scena da Francesco Logoteta con Marco Gallo e Fabio Lamanna – replica a Sordevolo, domenica 27 gennaio. La serata si è conclusa con “su cumbidu”, il rinfresco preparato e offerto dalle socie di Su Nuraghe.

Serata Zona Grigia
Partecipanti alla serata La zona grigia.

La Repubblica Italiana, con l’art. 1 della Legge 20 Luglio 2000, n. 211, ha riconosciuto il 27 Gennaio come Giorno della Memoria, data nella quale, nel 1945, furono abbattuti i cancelli del Campo di Sterminio di Auschwitz, in Polonia. Tale norma è stata scritta al fine di ricordare la Shoah, ossia lo sterminio del Popolo Ebraico, nonché delle minoranze etniche, dei disabili, degli omosessuali e degli avversari politici durante il periodo nazi-fascista, l’infamia delle leggi razziali, la persecuzione italiana ai cittadini ebrei, le vittime e tutti quegli eroi di ogni fronte che, pur non ritenendosi tali, hanno messo a rischio la vita propria e quella dei loro congiunti al fine di opporsi e di combattere il progetto di genocidio e, così facendo, hanno salvato e protetto i perseguitati.
Il racconto più efficace e fedele su quelle terribili vicende – come ha sottolineato tragicamente Primo Levi ((Così ne I sommersi e i salvati (1986).)) – lo avrebbero potuto fare, probabilmente, soltanto i sommersi, le vittime assassinate in quelle circostanze. Questi pensieri sono stati espressi in «pagine disperate, che ci richiamano alla suprema difficoltà che uomini normali, in condizioni di vita normale, a enorme distanza di spazio e di tempo da quella inimmaginabile demolizione malvagia di ogni residuo di dignità nelle vittime trasformate, con violenza distruttiva, in forzati complici e addirittura in carnefici, possano erigersi a giudici di tali immensi misfatti» ((Cfr. A.Galante Garrone, Prefazione, in Aa.Vv., Voci dalla Shoah – testimonianze per non dimenticare, La Nuova Italia, Scandicci-FI, 1995, p. 7.)).Continua a leggere →

Giornata della Memoria, un Sardo «Giusto fra le Nazioni»

Domenica 27 gennaio 2013 – replica, oggi pomeriggio, ore 17.30, a Sordevolo della partecipatissima rappresentazione tenuta ieri, sabato 26 gennaio, a Su Nuraghe di La zona grigia di Francesco Logoteta con Marco Gallo e Fabio Lamanna – Serra dei Leoni a villa Cernigliaro – ricordo di Vittorio Tredici, un Sardo “Giusto fra le nazioni” –

mori, stella david

Il 16 ottobre 1943, iniziò la testimonianza di un sardo che rischiò tutto, compresa la vita sua e quella dei suoi cari, per salvare a Roma degli Ebrei che rischiavano di essere fatti prigionieri dai nazifascisti e avviati nei carri-bestiame come fu per tantissimi loro correligionari nei campi di sterminio.
Non fu il solo fra i numerosi Sardi che si comportarono nella stessa maniera diventando Giusti fra le Nazioni.
Lo divennero assieme a tanti altri di diversissime nazionalità e nei più disparati luoghi a dimostrazione che l’umanità e il buon cuore, lo spirito di sacrificio per le cause giuste e i grandi valori morali sono sempre ampiamente diffusi.
Vogliamo, dobbiamo ricordare Vittorio Tredici, per ricordare tutti gli altri come lui e per non dimenticare.
Ma non dimenticare davvero ciò che sembrerebbe impossibile anche solo concepire ma che invece fu cruda realtà cancellando con brutalità ed efferatezza inarrivabili la vita di milioni di Ebrei nella Shoà.
In Israele nel Giardino dei Giusti tra le Nazioni, a Yad Vashem, dal 1997 c’è un albero dedicato a Vittorio Tredici (Iglesias 1892 – Roma 1967).Continua a leggere →

«Ebrei in Sardegna», l’Isola conserva il 20% di cognomi ebraici

Stele di Nora
Stele di Nora, il documento scritto più antico dell'Occidente.

Sabato 26 gennaio, ore 21 a Su Nuraghe di Biella – giovani in scena per non dimenticare – La zona grigia di Francesco Logoteta con Marco Gallo e Fabio Lamanna – ingresso libero – cumbidu, rinfresco

Tributo alla Giornata della MemoriaAuguro di viverla con tanta serenità; ch’essa abbia la potenza di trasmettere ai Sardi e agli Italiani il grande equilibrio che serve per capire, rispettare e amare i nostri simili, a cominciare da quel popolo che è stato 3000 anni (dal 1000 a.e.v. ad oggi), soffrendo per il proprio lembo di terra.
In Sardegna i Fenici non sbarcarono mai in aurea solitudine ma commisti ed affratellati ai pastori della Galilea: la base della dimostrazione sono i numerosi lemmi sardi esclusivamente ebraici o intrisi d’ebraismo, che non possono essere piovuti dal cielo.
Dall’enorme mole di materiale linguistico s’evidenzia la loro presenza in Sardegna almeno dai tempi di Davide e Salomone, grazie all’amicizia che li legava ai Fenici, coi quali evidentemente navigarono verso Iqnuša (= ‘Quella del Grande Blu’), e verso la quale scapparono ogni qualvolta subivano guerre e genocidi, ossia già dalle invasioni assiro-babilonesi, per finire con le carneficine della rivolta antiromana di Bar Kochba (135 e.v.).
Oggi la Sardegna conserva il 20% di cognomi ebraici, un congruo numero di nomi dei suoi 300 pani, un bel numero di nomi floreali, e parecchi toponimi, a cominciare da Sìnnai (antica Sìnai: tutto un programma), che però gli abitanti da millenni chiamano amorevolmente Sìnnia = ebraico Sinniah ossia ‘Sîn-IAHW’, cioè ‘il Dio Luna (Sîn) è lo stesso che il Dio del Deserto (IAHW)’.
Altro nome tra mille è Gurusèle, l’antichissima fontana di Sassari oggi detta Ruséddu, che significò ‘Salam protettore degl’infermi’, il quale è lo stesso nome di Jerusalem, detta Urusalim in accadico, un sito che in origine, prima che sorgessero gli edifici urbani, era famoso per la Fontana di Silòe, detta appunto Urusalim, epiteto rivolto al Dio della Salute Salem (il Dio Sommo) onorando il quale la gente si recava al sacro Monte per curarsi le membra.Continua a leggere →

Farfalle in volo dal Su Nuraghe di Biella

La StampaSabato, 26 gennaio 2013, ore 11.30, in onda su RAI Radio1 – intervista per la rubrica “A tu per tu”

Il detto “una ciliegia tira l’altra” è vero! Vale anche per le farfalle.
Mi spiego meglio: l’anno scorso parlando col presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu, di farfalle appunto, gli diedi il libro Dalla sabbia al colore, che parla della mia esperienza nel restaurare delle ex-miniere a cielo aperto della Minerali Industriali e della Sasil, nel comune di Curino e Masserano, nel Biellese. Il libro era, oltre che tecnico, anche fotografico. Metteva in bella mostra le farfalle nostrane, che non hanno niente da invidiare a quelle tropicali, che siamo abituati a vedere nelle “case delle farfalle”.
Così Saiu, rapito anche lui dalle bellezze cromatiche di questi simpatici insetti, mi ha proposto una serata al circolo per parlare proprio di esse. La serata ha avuto successo tanto che molti soci hanno voluto andare a vederle sul campo, proprio nella vecchia miniera, organizzando un pullman per l’occasione.
Da quel momento molte di queste persone che prima non davano importanza alle farfalle, ora le adorano. Mi scrivono, mi mandano foto, sono preoccupati perché non ne vedono più molte nei campi. La febbre da farfalle ha portato a produrre il calendario 2013 dedicato a loro. Una farfalla per mese, con specie che vivono sia in Sardegna che in Piemonte.
Su Calendariu 2013 è stato molto apprezzato ed è finito sui giornali locali di Biella. Questo ha “smosso le acque” ed ha allargato l’interesse a testate più grandi come “La stampa” che hanno voluto dedicare alla mia storia con le farfalle una pagina intera di giornale, sulle pagine nazionali (La stampa di domenica 13 gennaio 2013).Continua a leggere →