La Mazza Civica ad Oropa, due solenni occasioni annuali

disegno mazza civica
Disegno della Mazza Civica progettata dall'architetto Nicola Tarino nel 1814, conservato presso la Biblioteca Civica di Biella.

Biella forse è l’unica città, almeno in Piemonte, che fa ancora uso, in determinate circostanze, della mazza civica, in alternativa al gonfalone.
La Mazza era un’insegna d’onore del corpo decurionale, vale a dire dell’amministrazione comunale. Con il tempo, i comuni ne abbandonarono l’uso, preferendo il gonfalone; non invece l’ordine giudiziario (corti d’appello e suprema corte di cassazione), che nelle cerimonie particolarmente solenni, come l’inaugurazione dell’anno giudiziario, la usa ancora oggigiorno.
Non si sa da quando la città di Biella fa uso della Mazza. Ricerche archivistiche esperite in passato dal già citato Pietro Torrione non diedero i frutti sperati. È assai probabile però che l’uso abbia avuto inizio dopo la concessione delle già citate (parlando dello stemma) patenti ducali di infeudazione del 1660, con le quali la città ottenne anche la giurisdizione penale di seconda istanza, in aggiunta a quella che già deteneva riguardante le cause civili.
Non si conosce la foggia della prima Mazza. Si sa solo che essa era d’argento e che, come quella del Capitolo della Cattedrale, fu dal Municipio (conquistato dai Giacobini) donata al Governo provvisorio piemontese costituitosi nel dicembre 1798, il quale era travagliato da una grave situazione economica.
Con il ritorno della monarchia nel 1814, il comune decise di dotarsi di una nuova Mazza di rappresentanza – questa volta in legno dorato – e fu incaricato l’architetto e ingegnere Nicola Tarino di studiarne la foggia.Continua a leggere →

Maria Carta, tesoro musicale che appartiene all’umanità

Nella storia della musica di tutto il mondo, fenomeni vocali di straordinaria musicalità sono conosciuti da sempre e in tutte le culture e le tradizioni, da oriente ad occidente, sia nel passato sia nel presente – la voce fenomenale trascende la casualità temporale della sua localizzazione e del constesto musicale in cui opera

murales maria carta
Siligo (Sassari): murales che ritrae Maria Carta nella Piazza a lei intitolata

La teorizzazione metafisica del suono appare nella letteratura musicologica indiana a partire dal IX secolo d. C. e prosegue, con varianti non sostanziali e riprese fino almeno al XVIII.
Il suono creatore, nada, unito al principio dell’universo, il brahman, dà vita a tutto, dei e creature umane, animali e vegetali, fino alle forme più solide, quali i minerali. All’inizio del processo sta il brahman, immobile, ineffabile e inudibile: al termine, sta il mondo concreto di cui tutti siamo parte. Il percorso, liberatorio, si compie nei due sensi: dal brahman verso la concretezza mondana e dalla mondanità verso il brahman.
Nel contesto specifico della musica, il brahman è suono, meglio energia sonora, la pratica della quale può condurre alla liberazione dal cerchio infinito delle rinascite.
Nel corpo umano, l’energia sonora si manifesta come voce e, come tale, avoca a sé la priorità nel campo della musica nei confronti della musica strumentale: in effetti, la musica, in sanscrito, è indicata da un termine che significa canto.
La voce, ovviamente, può essere sia normale sia musicale e, in quest’ultimo caso, può assumere connotazione di eccezionalità.
Nella storia della musica di tutto il mondo, fenomeni vocali di straordinaria musicalità sono conosciuti da sempre e in tutte le culture e le tradizioni, da oriente ad occidente, sia nel passato sia nel presente. Ma, per trovare una descrizione precisa del fenomeno, bisogna restare in India. E’ qui che, in un testo della metà del 1200, “Il tesoro dei gioielli della musica“, si incontra la prima formulazione scritta della cosiddetta voce fenomenale.Continua a leggere →

Donne sarde, modo di fare impresa in sintonia con l’artista Maria Carta

Riflessione e progettualità – valorizzazione della figura femminile nel fermento artistico–culturale, ma anche in rapporto alla valorizzazione delle risorse e punti di forza della figura femminile nell’imprenditoria.

Rita Pirisi
Siligo (Sassari): l'imprenditrice Rita Pirisi, riceve il Premio Maria Carta 2010

È un’emozione fortissima essere oggi insieme a tutti voi nel rivivere in occasione di questo premio la ricca e profonda testimonianza lasciateci da Maria Carta, figura femminile che insieme ad altre donne sarde nella storia, nell’arte e nella quotidianità, rispecchia la forza, la tenacia, l’intelligenza, la creatività e la capacità organizzativa e di relazione della donna sarda.
Essere qui è per me un onore e un impegno che intendo mantenere nella mia vita di imprenditrice.
Darò come sempre il mio contributo alla valorizzazione della cultura sarda non solo nel campo imprenditoriale di mia stretta competenza con tutte le iniziative e gli eventi che caratterizzano da anni la tipicità della nostra azienda, ma anche in quello etno-musicale, letterario, cinematografico…, convinta dell’importanza fondamentale che hanno le diverse voci integrate e il connubio fra tradizione e sperimentazione.
Vivo questa ricorrenza come un momento di riflessione e progettualità non solo in riferimento alla valorizzazione della figura femminile nel fermento artistico–culturale, ma anche in riferimento alla valorizzazione delle risorse e punti di forza della figura femminile nell’imprenditoria.
Noi donne sarde nel modo di fare impresa ci ritroviamo, secondo me, in sintonia con la donna e l’artista Maria Carta, perché sono necessarie le stesse qualità che ritroviamo in lei, per essere delle imprenditrici capaci di strategie imprenditoriali, che possono lasciare la loro impronta e creare aziende leader nelle diverse specificità culturali e territoriali.Continua a leggere →

Premio Maria Carta, serata di memoria e di celebrazione

Il sindaco di Biella, Dino Gentile, cittadini biellesi, soci e simpatizzanti di “Su Nuraghe”, presenti a Siligo (SS) per il Premio Maria Carta.
Nella sezione Fotografias alcune immagini della serata.

fresu gentile
Paolo Fresu, Dino Gentile ed alcuni soci di Su Nuraghe a Siligo

Sentita e partecipata serata di cultura e talento domenica 22 agosto, a Siligo (SS), in occasione dell’assegnazione dei riconoscimenti dell’VIII edizione del Premio Maria Carta, un evento di respiro internazionale, promosso ancora una volta dalla Fondazione intitolata alla celeberrima artista e voce logudorese scomparsa nel 1994.
L’avvenimento, sebbene svolto in un’atmosfera più austera rispetto agli anni precedenti, a causa della crisi economica che ha imposto un drastico taglio ai finanziamenti concessi da parte della Regione Sardegna, ha visto la presenza di importanti e prestigiosi nomi del panorama artistico e culturale, non solo isolano, insieme al calore di un numeroso pubblico che ha gremito copiosamente la piazza dedicata alla cantante sarda. L’alchimia di tale connubio ha comunque garantito il successo, la solennità e l’emozione degne di una serata di memoria e di celebrazione, sulla quale ha sicuramente vegliato sia lo spirito della compianta Maria Carta, sia lo sguardo dall’alto dell’anima di un altro importante “silighese”, il Presidente Francesco Cossiga.Continua a leggere →

Identitade, raighinas fortes chi affundat in s’antigoriu

premiazione
Su Nuraghe dedica alla Città di Biella il Premio Maria Carta

Homines e feminas, mannos e minores,
Unu saludu mannu a tottu bois chi sezzis innoghe pro ammentare a Maria Carta.
Ringraziamos su Comitadu de sa “Fondazione” chi nos hat seberadu e invitadu, sas Autoridades e sos Silighesos chi nos rezzini in custa bella piatta cun sa cara galana de Maria chi nos sighidi cun sos ojos suos.
In s’ammentu de su numene sou nos hazzis jamadu, ca, paris cun bois, Sardos de Sardigna, chircamos de arrimunire e conservare s’dentidade, a tesu dae innoghe, in cussa terra biellesa in ue che semus feltidos, in chirca de tribagliu.
Cando su Circulu Sardu de Biella faeddada de identidate, narada de flores e fructos novos chi florint e creschent dae una pianta antiga, allevada in Continente dae sos Sotzios. A tottu sos Sotzios de Su Nuraghe andat su premiu chi rezzimos.
Sas raighinas fortes chi affundat in s’antigoriu rezzene un’arvure manna.
Manna est sa pianta de s’identidade sarda cun ramos fortes e frueddas novas chi brottant dae pes. Homines e feminas, in Sardigna o peri su mundu hant semenadu e fattu connoschere su mezzus de sa terra nostra. Gai hat fattu Maria Carta cun sa oghe sua.Continua a leggere →