
Il costruire è un’azione che si connette sempre strettamente al tema della memoria, della celebrazione e, consapevolmente o meno, allo sguardo sul domani. L’antropologo Mircea Eliade1 ha segnalato nei suoi studi come le pietre, materiale per eccellenza delle costruzioni umane, siano state scelte dall’uomo sin dall’antichità come vere e proprie manifestazioni del sacro a causa dei loro caratteri di permanenza e di stabilità nel tempo, aspetto tanto più evidente a proposito del megalitismo, forma edificatoria primitiva capace di fissare il ricordo dando una percezione di eternità2. Col tempo e col progresso delle tecniche tale dato ha trovato una nuova conferma in esplicazioni più complesse ed elaborate del patrimonio artistico ed architettonico: le chiese, gli edifici, i monumenti, nonché le targhe toponomastiche, infatti, possono costituire dei veri e propri “archivi lapidei” capaci di dare modernità e consistenza al tessuto del presente attraverso la risonanza del passato3, come già ricordava due secoli or sono il poeta Ippolito Pindemonte nei versi de I Sepolcri. Queste brevi riflessioni, inoltre, a ben vedere evidenziano un aspetto costante esistente tra l’oggetto della costruzione, l’osservatore e la storia: l’instaurarsi di un dialogo, caratterizzato, per lo più, da una struttura continuamente interrogativa4 nella quale le domande possono rinviare a un presente connotato da una ricerca di senso nel passato proiettata verso il futuro.
Gli artefici e le produzioni del “costruire” hanno storicamente risposto alle costanti appena descritte anche con riferimento alle forme celebrative degli eroi e degli eventi dell’Italia risorgimentale, episodi nel corso dei quali altro filo conduttore è stato l’intenzione di sensibilizzare gli italiani al senso di coesione e di unità.
A Torino, prima capitale della storia d’Italia, due sono stati i momenti importanti a riguardo. Nel 1911, in occasione del primo cinquantenario dell’Unità Nazionale, fu organizzata ad hoc una Grande Esposizione5 attraverso l’edificazione, lungo le rive del Po, di una città “fantastica, con edifici delle meraviglie“, oltre alla contemporanea ristrutturazione e al ripensamento di diversi palazzi e quartieri urbani6.Continua a leggere →
- M.Eliade, Trattato di storia delle religioni, Bollati Boringhieri, Torino, 2008, pp. 195–214. [↩]
- G.Lilliu, Sardegna Nuragica, Il Maestrale, Nuoro, 2006, p. 63. [↩]
- AA.VV., Di pietra in pietra, Ed. Comune di Torino, Torino, 2003, p. 41. [↩]
- F.N.Bohrer, I tempi e spazi della storia, in E.Volpato (a cura di), The witness, Archive books – GAM, Berlino – Torino, 2010, pp. 66–67. [↩]
- R.Rossotti, La grande esposizione del 1911, il mondo si mette in mostra a Torino, in Torino Magazine, n. 92, 2010, pp.128–131. [↩]
- R.Rossotti, cit., p. 129. [↩]