Continuità territoriale Sardegna-Piemonte: il Ministro Lunardi ha firmato il decreto

Frutto della mobilitazione dei Sardi residenti in Continente – Manifestazioni negli aeroporti di Milano, Torino e Pisa

Torino, 11 novembre 2004 – Il Ministro Lunardi ha firmato il 9 novembre 2004 il decreto relativo alla gara europea per l’assegnazione di 18 rotte ad una compagnia aerea o a più compagnie consorziate tra di loro fra l’Italia continentale e la Sardegna.
È un primo risultato frutto della mobilitazione dei sardi residenti in continente; per quanto riguarda il Piemonte, tale continuità sarà riconosciuta per gli aeroporti di Olbia, Alghero e Cagliari; grazie a questi collegamenti quotidiani il prezzo del biglietto Torino-Olbia, Torino-Alghero e Torino-Cagliari, solo andata, varierà dai 37 ai 57 euro, escluse le tasse aeroportuali, a fronte degli attuali costi variabili da 450 a 567 euro, andata e ritorno.
Esprimiamo in qualità di sardi eletti nelle istituzioni e a nome della FASI (Federazione Associazioni sarde in Italia), dei numerosi circoli sardi del Piemonte e della comunità sarda tutta soddisfazione e un ringraziamento ai vertici istituzionali (il Presidente della Regione Enzo Ghigo, il Presidente della Provincia Antonio Saitta ed il Sindaco della Città di Torino Sergio Chiamparino) per aver sostenuto questa rivendicazione della comunità sarda. Manterremo alta la vigilanza anche perché LA STRADA È ANCORA LUNGA, occorre, appaltare il servizio alla o alle compagnie aeree disponibili, riattivare le rotte soppresse e attendere una ulteriore copertura economica in Finanziaria ai fini dell’estensione della continuità territoriale alle merci.

Mario CONTU,
Consigliere regionale


Dorino Piras (Assessore Provincia Torino), Vincenzo Cugusi (Consigliere Comune Torino), Maria Durgoni (Consigliere Comune Carmagnola), Antonio Pulina (Assessore Comune Beinasco), Gianluca Lupo (Consigliere Comune Beinasco), Luigi Camedda (Consigliere Comune Settimo Torino), Eligio Colomo (Assessore Comune Carignano), Agostino Macis (Consigliere Comune Caselle Torino), Gavino Sanna (Consigliere Comune Piossasco), Antonio Contu (Consigliere Comune Mezzenile).

Festa dell’emigrante e dell’immigrato

Voluta dall’Unità pastorale Valle d’Andorno

Bagno di folla, domenica 17 ottobre, in Valle del Cervo, per la 1ª edizione della “Festa dell’emigrante e dell’immigrato” voluta dall’Unità pastorale Valle d’Andorno (comprende paesi dell’Alta e della Bassa Valle del Cervo) con la collaborazione della “Casa museo” di Rosazza.
Dislocata in più punti del territorio valligiano, la manifestazione ha visto la partecipazione straordinaria, coloratissima di centinaia e centinaia di persone, giunte con rappresentanze più o meno folte da ogni dove: dalla Valsesia e dalla Valle d’Aosta, da Minervino Murge (Ba) e dalla Sardegna, dall’Abruzzo e dall’Africa (islamica e non), dall’Estremo Oriente all’America del Sud, dal Trentino Alto Adige alla Cina, dalla Romania alla Bulgaria, agli Stati Uniti, alla Francia, alla Calabria, alla Campania, per non citare che le etnìe più rappresentate.
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Il Carnevale biellese

Da circa dieci anni il Carnevale biellese nasce nel Circolo Su Nuraghe di Biella. Il Comitato delle Maschere Biellesi, che organizza il seguitissimo evento che coinvolge l’intera Provincia, tiene le sue riunioni e i suoi incontri nella nostra sede.
Nell’incontro di giovedì 16 ottobre si sono già fissate le date per gli appuntamenti del prossimo Carnevale, stabilendo il giorno in cui il Gipin, accompagnato dalla sua fedelissima Catli-na, scenderà dai monti di Camandona per ricevere le chiavi della Città di Biella direttamente dal sindaco Gianluca Susta.
In passato tutti gli oltre 60 paesi biellesi erano presenti nel momento di consegna delle chiavi. Oggi la modernizzazione tende a rimuovere le tradizioni più antiche, ma il radicamento è ancora forte.
Il prossimo incontro è fissato per giovedì 27 novembre, ore 21 nella sede di Su Nuraghe in via Galilei, 11 a Biella.
Per saperne di più basta mettersi in contatto direttamente con il Gipin (Ermanno Caneparo).

3a Edizione di Su Nuraghe in Musica

Sabato 22 novembre 2003 – saloni di via Galileo, 11 – Biella – corso di musica e di danza tradizionale
Musica alpina di “La quinta Rua” – musica sarda di “Purissima Sanna” e Francesco Bassignana- Festa da Ballo

Artisti di particolare valenza simbolica, oltre che di grande maestria, ecco i protagonisti di Su Nuraghe in Musica 2003. Ospite di questa manifestazione, giunta alla terza edizione, sarà “La quinta rua“, gruppo biellese di musica tradizionale.
Le note sarde saranno prodotte dalle armoniche a bocca di suonatori che da anni risiedono in terraferma: Purissima Sanna di Aosta e Francesco Bassignana di Trivero.
La formazione biellese, composta dal nucleo storico dei “Refolé“, si è arricchita negli anni di nuovi suonatori, molti giovani e giovanissimi.
I loro strumenti sono flauti e ghironde, cornamuse e violini, tamburi, organetti diatonici e tanti, tantissimi oggetti di uso comune, convertiti alla produzione di melodie, tutte particolarissime.
Ecco che da tegole, scodelle e persino da xiveddas, le grandi conche sarde per la realizzazione degli impasti di farina, vengono estratti suoni di bordone, gradevoli e speciali. Nonostante recenti contaminazioni, le danze e i balli piemontesi sono quelli che scandivano i momenti di festa nel mondo contadino, “montagnin e campagnin“, di qua e di là dell’alpe. Infatti molti balli hanno nomi che rimandano alle parlate provenzali, occitane o liguri, come il rigouduon, la courenta, la tresso, la controdanso, o a nomi provenienti da territori ancora più vasti e lontani come polka e valzer. A volte sembra di trovarsi davanti a versioni popolari con tracce antiche di contaminazioni dotte.
Certamente le musiche di corte, quelle dei “signori”, hanno avuto un loro influsso sulle composizioni melodiche, così come la cucina nella preparazione dei cibi o gli abiti dei nobili nella foggia dei vestiti popolari, influenzando a volte anche la quotidianità e non solo i momenti calendariali più significativi.
Il mondo della tradizione ha rifunzionalizzato, ha “digerito”, fatto suo il suo presente, fino ad arrivare a quello che dal mondo della tradizione è giunto e giunge fino a noi.
Nelle musiche che sabato 22 novembre prossimo verranno proposte, coglieremo, come riflesso in uno specchio, anche alcune antiche usanze del mondo cerimoniale alpino.
La musica, definita linguaggio degli dèi nel mondo classico, veniva “suonata” e ballata durante feste comunitarie in piazza o sull’aia: nei riti di passaggio come i matrimoni, nelle feste solari “dei morti” e “di fine anno” o in quelle lunari del Carnevale.
A volte si tratta di canzoni di questua, rito che permetteva di ridistribuire risorse alimentari o le canzoni di maggio, saluto e inno alla primavera, alla nuova stagione, alla fertilità e alla rinascita.
Al canto si accompagna il ballo.
I ballerini, ancora oggi, nel loro ruolo quasi ieratico assumono le codificate posture rituali.
È assai semplice individuare i balli che più recentemente la tradizione ha inglobato e sussunto. Questi, generalmente, sono i balli di coppia, anche se a volte le figurazioni conservano i tratti più arcaici del ballo in cerchio. E proprio il ballo in cerchio, su ballu tundu, il ballo tondo, caratterizza la quasi totalità dei balli sardi.
La Sardegna è una terra conservativa per il fatto di essere “isola”, staccata dal resto del mondo e con il quale, da sempre, è stato difficile relazionare.
Non solo. Gli elementi, gli apporti esterni, una volta penetrati, hanno finito con il diventare parte stessa della tradizione dei Sardi, carne della loro carne, terra della loro terra.
Soffermandoci ai balli, basti pensare alle diverse danze, caratteristiche perlopiù la zona campidanese, quella parte pianeggiante dell’Isola più esposta all’influenza dei forestieri, a sos istranzos, agli arrivati, a sos accudidos.
Certamente più difficile, e perciò stesso minore è stata l’influenza nelle Barbagie, nella parte montuosa del territorio. Qui, ancora oggi, si possono riscontrare balli antichi come su passu torradu, con le mille varianti caratterizzanti singoli paesi. Diffuso su tutto il territorio sardo rimangono su dillu e su ballu tundu. E proprio su ballu tundu è conosciuto come su ballu sardu. Il ballo comunitario antico che addirittura identifica nel ballo la stessa isola dei sardi.
Non resta che cogliere l’occasione offerta da Su Nuraghe in Musica per andare, anche solo per una sera, all’origine, alle nostre radici.

Battista Saiu