Giovedì 28 gennaio verrà celebrato a Biella e a Sassari l’anniversario della conquista di Col del Rosso (1918) – Giornata della Festa di Corpo e della Bandiera dei Reggimenti Storici della Brigata “Sassari” (151° e 152°)
Il Nucleo di Biella “Capitano Emilio Lussu” dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”, isserà il Tricolore sui pennoni dell’area monumentale di Nuraghe Chervu per commemorare il fatto d’armi di Col del Rosso (28 gennaio 1918), una pagina di orgoglio sardo e di gloria italiana: 4 Medaglie d’Oro al valor militare concesse alle sue Bandiere (due per ciascuna).
La gloriosa Brigata “Sassari” è l’unica, fra le Brigate di Fanteria di linea, ad avere così alto riconoscimento nella guerra 1915-18.
Il 28 gennaio 1918 la Brigata “Sassari” attacca e conquista le posizioni di Case Melaghetto e Val Fontana. Mentre rastrella Col del Rosso e Col d’Echele, pur subendo un violentissimo attacco nemico, riesce a mantenere le posizioni ed a contrattaccare successivamente con tale furore che il nemico volge a precipitosa fuga. Il Colonnello Giovanni Aprosio, Comandante del 151° cade da eroe e viene decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. La Brigata, ed in particolare il 151° Fanteria, ha l’onore della terza citazione sul Bollettino n. 981 del 30 gennaio 1918 (L’Arma di Fanteria. Cenni Storici. Torino: Scuole d’Applicazione d’Arma, 1965).Continua a leggere →

Domenica 24 gennaio si terra a Padova il seminario di studio sui risultati del progetto delle interviste in Limba, il dibattito sullo stato di conservazione della lingua sarda nel mondo dell’emigrazione e la documentazione di storie di vita raccolte che andranno a incrementare l’archivio della memoria di
Sa razza sarda modesta et dignitosa
Furriadroxus è una versione stereo dello stesso angolo di Sardegna: da una parte i turisti “padani” che vengono a stendersi al sole che non hanno nella loro terra e dall’altra il mondo degli ultimi abitanti di un paese sempre meno popolato.
Non aveva mai letto i libri di Cesare Pavese, eppure zia Virginia Mereu a Biella, o meglio, a Su Nuraghe, quell’angolo di Sardegna immateriale in cui i Sardi dell’emigrazione si riconoscono e si incontrano, ha cercato di “mettere radici”, lasciare un segno del suo passaggio in queste terre, lontano dalla sua Sardegna in cui sapeva di non tornare più.