“Biellesos et Sardos umpare”, identità biellese e Sardegna

Biella conserva anche nei simboli ufficiali segni della propria identità che rimandano alla Sardegna – Risultante di antichi contatti e di secolari sedimentazioni. Dagli insediamenti palafitticoli di Bertignana e di Viverore ai contatti con popolazioni celtiche e liguri – Cristianizzazione eusebiana e apporto delle colonizzazioni di popolamento alemanne dal Vallese – contributi transalpini e dal Regno di Sardegna.

Domenica 30 agosto, a Biella, presso il Santuario Mariano Eusebiano Alpino di Santa Maria di Oropa si è rinnovata la commemorazione della centenaria Incoronazione della Vergine Nera, la Festa dell’intitolazione della Basilica, svoltesi in concomitanza con la cerimonia del Patronato civico.
Mazza civica della Città di BiellaIl rito è stato officiato nella basilica nuova gremita, Biellesi e Sardi uniti nella comune preghiera a Maria. Per gli isolani, un modo popolare di rivolgersi alla Deipara, la Madre di Dio, sono i Gosos:

Biellesos et Sardos umpre
Ammunta nos sutta s’infagliu
Dispensa nos salude et trabagliu
In su paris alturas et mare
Innoghe semus a Ti chircare
Et sias nostra protettora.

De-i custos montes Reina
Mama de Oropa consoladora.

Una caratteristica della Religione Cristiana è Dio che irrompe nel tempo ed entra nella storia degli uomini attraverso Maria con l’Incarnazione che – ha affermato Monsignor Gabriele Mana – ha concepito Gesù prima con la mente, poi con il cuore e infine con le viscere. Così anche quelli celebrati oggi ad Oropa sono fatti storici, ricordati ed elencati nell’omelia alla presenza delle massime Autorità cittadine, singolarmente salutate dal Vescovo: il Prefetto, rappresentato dal suo vice; il Sindaco, dott. Donato Gentile; il Presidente della Provincia, on. Roberto Simonetti; il Questore di Biella, dott. Giuseppe Poma e il Comandante la Compagnia dei Carabinieri, dott. Giuseppe Arrigo (alla sua ultima cerimonia pubblica in Città per via dell’imminente trasferimento). I Consiglieri e gli Assessori cittadini presenti, le autorità civili e militari sono stati idealmente uniti in un unico caloroso fraterno abbraccio al Vescovo della Diocesi di Biella e ai suoi Sacerdoti.
Il culto divino è stato preceduto dalla breve processione in cui è stata portata la Mazza civica, affiancata dai Vigili urbani come scorta d’onore.
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I Circoli Sardi nel mondo, fucine di esperienze culturali

Sono 124 le Associazioni riconosciute dalla Regione Autonoma della Sardegna. Molte iniziative dei circa 200 Circoli sardi nel mondo promuovono la Sardegna e i territori in cui risiedono: un’incredibile e insospettabile risorsa anche per i paesi che li ospitano; straordinaria risorsa che si scontra spesso con pregiudizi e diffidenza; si ignorano le eccezionali potenzialità che possono offrire tutto l’anno; con “l’appaesamento” i nuovi arrivati diventano operatori qualificati di cultura locale e di quella di origine. Il nuovo fenomeno dell’emigrazione intellettuale impoverisce ulteriormente la nostra Isola.

videoEsistono “due Sardegne”, una formata da 1.665.617 Sardi residenti (dati Istat 1° gennaio 2008), ed un’altra composta da circa 2.000.000 di Isolani sparsi sui cinque continenti. Un’emorragia continua che vede giovani studenti partire attraverso specifici progetti regionali o col progetto comunitario “Socrates-Erasmus”, che gestisce la mobilità degli studenti in ambito europeo e che, a distanza di anni dalla sua istituzione, si presenta quasi come una deportazione intellettuale di massa.
Emblematico il caso del Circolo “Ichnusa” di Madrid, di recente costituzione e riconosciuto dalla Regione Sarda nel corrente anno, frutto della nuova emigrazione d’eccellenza, essendo formato essenzialmente da studenti o da giovani laureati. La Spagna è diventata la nuova meta dei Sardi per la lingua, alcune comunanze culturali e, soprattutto, le nuove prospettive di lavoro qualificato, il cordone ombelicale, mai completamente reciso, di cinque secoli di storia in comune all’interno della Corona di Spagna.Continua a leggere →

Emigrazione e “tenores”, il presente della tradizione

I lavori del 12° Convegno Emigrazione in Sardegna, “Rundines, il fenomeno di Domusnovas Canales“, svoltosi a Norbello (Oristano), martedì 11 agosto 2009, si sono conclusi con due canti proposti da Su Cuntzertu Abasantesu. Per l’occasione, Felice Cau, “oghe” e poeta della formazione canora di Abbasanta, ha composto un apposito sonetto, ispirato al titolo del Convegno: “Rundines“. Infine, i Gosos de N.S. de Oropa, lodi a Maria Regina dei Monti biellesi, composti in lingua sarda nel 1996 in occasione dell’Anno eusebiano indetto dall’arcivescovo di Vercelli.
manifesto del convegno di Domusnovas CanalesSegni consueti, usanze che si ripetono e che testimoniano come la tradizione sarda si rigeneri continuamente nel presente, attualizzandosi. Radici che affondano nella plurimillenaria storia dell’Isola continuano ad alimentare il presente senza interruzione di continuità.

Rundine chi donzi ‘orta festosa
Fidele torras a s’antigu nidu
Su nidu chi pro primu ti at bidu
E ti at pesadu cun mama amorosa

Et oe in Domosnoas, orgogliosa
Cuntenta as cumpridu su cumbidu
Atera rundine puru as batidu
Chi pro sa festa de oe fit bramosa.

Domosnoas ti nd’e podese ‘antare
Pro su bellu modu chi afestas
Cun ballos et tenores canta canta

De nou oe ti cheret saludare
(ca sintzeru s’amore manifestas)
De coro su “Cuntzertu de Abbasanta”
.
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“Rundines”, i Sardi emigrati come rondini al nido

Lunedì 17 agosto l’emittente televisiva Videolina trasmetterà servizi sull’emigrazione sarda – Durante il Convegno della Festa dell’emigrato di Domusnovas Canales, svoltosi l’11 e il 12 agosto 2009, sono stati intonati i Gosos de N.S. de Oropa – Lodi a Santa Maria, Regina di Oropa, venerata nell’importante Santuario Eusebiano Mariano Alpino di Biella in ricordo di Sant’Eusebio, antesignano degli emigrati sardi, emigrato lui stesso da Cagliari nel IV secolo e nominato primo vescovo del Piemonte da Papa Giulio I per cristianizzare la grande regione alpina. Papa Giovanni XXIII ha nominato Sant’Eusebio da Cagliari Patrono del Piemonte. Secondo la tradizione, dall’esilio in Palestina Eusebio da Cagliari trapiantò la devozione a Santa Maria attraverso tre statue della Vergine, portate a Cagliari in Cattedrale, ai Sacri Monti di Crea (Alessandria) e di Oropa (Biella).

Convegno ACLI a GesicoIn donzi tempus et hora
Pro tottu ses meighina
De-i custos montes Reina
Mama de Oropa consoladora

In su monte collocada
Che Reina vigilante
Ses mama de s’emigrante
Da-e sos Sardos numenada
Seberada et incoronada
Pro issos protettora.

Domusnovas Canales, 11 agosto – Durante le vacanze estive rientrano in Sardegna molti Sardi emigrati e, in parecchie località dell’Isola, si intensificano le feste in loro onore. In alcuni casi questi eventi si fanno combaciare con le feste di santi maggiormente venerati, facendo coincidere le date delle tradizionali cerimonie con i periodi in cui gli emigrati rientrano ai paesi di origine.
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Festa di Sant’Eusebio da Cagliari Patrono del Piemonte

Eusebio fu una grande figura di credente e di pastore con il suo modo di pensare, di agire e di testimoniare la fede. A noi tocca il compito di rimanere in questa continuità, di farcene carico e di trasmetterla a una società che si radica anche nel tempo che l’ha preceduta. (Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato, Arcivescovo emerito di Vercelli)

axentere in processione con il tipico copricapo fiorito e alabardieri di scorta alle reliquie del santo sardoIl primo di agosto la Chiesa celebra la Festa liturgica di Sant’Eusebio, il Santo cagliaritano nominato nell’anno 345 da Papa Giulio I, 1° Vescovo di Vercelli. Così è stato a Vercelli, la più antica Diocesi del Piemonte. Nelle parrocchie a lui intitolate la festa viene fatta slittare alla domenica successiva.
I Sardi del Biellese si sono uniti ai fedeli delle parrocchie eusebiane di Vallemosso, di Ternengo, di Muzzano, di Riabella, San Paolo Cervo, di Pezzana e di Roasio Sant’Eusebio.
Domenica 2 agosto, una delegazione del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella ha voluto rendere omaggio al conterraneo Eusebio, inviato in Piemonte 1664 anni fa per cristianizzare questa regione alpina, partecipando alle celebrazioni della Parrocchia eusebiana di Bollengo (To), nella Diocesi di Ivrea.
In questa Chiesa del Canavese si sono conservate interessanti forme di ritualità polare molto partecipate. Alla processione di Sant’Eusebio da Cagliari, sono presenti gli sposi che hanno contratto matrimonio nell’anno. Due coppie sfilano in processione portando sul capo particolari composizioni floreali dette axente. Le donne, coadiuvate da due damigelle dette axentere, hanno il compito di portare materialmente in testa, su appositi cercini, i curiosi copricapo a forma di cono, altri più di un metro e decorati con fiori diversi, mentre i mariti scortano le reliquie del Santo impugnando antiche alabarde ornate di nastri colorati.
Per l’occasione vengono confezionati abiti nuovi per le axentere e le priore; le donne indosseranno i vestiti cerimoniali di Sant’Eusebio solo in quest’occasione e durante le altre feste che si terranno nell’anno, fino al subentro delle nuove coppie dell’anno successivo.Continua a leggere →