Autunno, stagione «di mezzo», tempo di fine, tempo di inizio

Sabato 30 ottobre, ore 21, al Circolo Su Nuraghe di Biella – nuovo appuntamento con i Sapori di Sardegna – Antonietta Ballone di Mara de Caputabbas preparerà “sos papassinos maresos” – come preparare i dolci per allestire il “tavolo dei morti” – degustazione e ricetta

Antonietta Ballone
Antonietta Ballone presenta un cesto con papassinos maresos e piccole forme di pane per provare la temperatura del forno.

Davanti ai nostri occhi sussistono riti e ritmi quotidiani di antica origine, i quali, oggi, vengono dati per scontati o sono del tutto dimenticati o ignorati dai più1. Le consuetudini e gli appuntamenti di calendario, in particolare, possono dare luogo ad un tempo non monotono ed uguale a se stesso, bensì a quello che gli antichi Greci solevano chiamare kairós, ossia un intervallo temporale preciso, decisivo ed attivo2. Uno di questi aspetti è facilmente riscontrabile con riferimento all’alternarsi delle stagioni e in stretta connessione alla dualità «tempo del lavoro – tempo della festa», un binomio temporale ed, insieme, esistenziale3, senza il quale non si avrebbe alcuna Comunità umana4.
Cibo, musica, teatro, narrazione e danza, tanto più se realizzati a livelli di eccellenza, costituiscono, in particolare, specie nel mondo rurale e pastorale, lo strumento principe per la socializzazione, per il riposo dalle fatiche del lavoro, per la pacificazione inter-relazionale e, in taluni casi, per la guarigione non solo fisica, favorendo, al contempo, la trasmissione della Tradizione5. Infatti «I riti della semina e del raccolto, il battito cardiaco della festa (un tamburo, una corda pizzicata, i colpi dei piedi nella ginnastica della danza) così come la lamentazione funebre costituiscono, al pari della manualità delle massaie e dei saperi empirici dei contadini, il patrimonio genetico di una comunità di destino6».
L’Autunno costituisce un tipico esempio di tutto ciò, nel cui fulcro si evidenziano le cadenze e le occasioni umane di quella che può essere definita la stagione ciclica “di passaggio” per eccellenza, caratterizzata da una notevole ricchezza di simbolismi e di costumi locali.
Il mese di Settembre, denominato in sardo Capidanni o Cabudanni7, evocando sia l’inizio della transizione della natura verso la notte ed il freddo, sia il periodo della vendemmia e della raccolta dei frutti più dolci, contrassegna, in un certo modo, il compimento e l’esordio del calendario agricolo8, come bene testimoniano diverse usanze riscontrabili nel cd. Piemonte Fiorito9 e nelle festività dedicate all’Esaltazione della Santa Croce, alla Vergine Maria ed agli Arcangeli10, e sul quale poi si è incardinato, anche per ragioni pratiche, l’esordio dell’odierno calendario scolastico italiano.
Non è un caso che nel momento intermedio di questa stagione, il I° Novembre, sia stata collocata, sin dall’835, la festa cristiana di Tutti i Santi, ossia la celebrazione del mistero della santità cui sono chiamati tutti gli uomini, in stretta connessione ed in anticipo cronologico rispetto alla più risalente commemorazione dei defunti, datata il 2 Novembre, in ragione del periodo di crepuscolo nel quale si celebrava la dipartita ad altro mondo e che, grazie al Redentore, è ormai superata dalla promessa della resurrezione nella comunione dei santi alla fine dei tempi11.
L’11 Novembre è posta la festività di San Martino di Tours, in esatta corrispondenza temporale con antichi primi dell’anno precristiani celebrati con feste e banchetti, e momento nel quale cominciavano, in passato, le attività dei tribunali e dei parlamenti, si tenevano le elezioni municipali, si pagavano e si siglavano le obbligazioni di ambito agricolo, nonché si procedeva ad operazioni di trasloco, mentre oggi, quale retaggio di tutto ciò, è ancora possibile assistere all’inaugurazione degli anni accademici di alcune Università in prossimità di tale data12.
Nello stesso undicesimo mese dell’anno solare, infine, sono state fissate la fine e l’inizio dell’Anno Liturgico Cattolico13, segnati, rispettivamente, dalla festa di Cristo Re dell’Universo14 e dalla prima Domenica di Avvento15, quest’ultimo tempo di attesa di quattro settimane, il cui esordio è fissato nel calendario bizantino il 15 Novembre, e che si riferisce alla venuta del Salvatore, evento calendarizzato in prossimità del Solstizio Invernale, momento a partire dal quale l’orbita del sole riprende a crescere sulla volta celeste.

Gianni Cilloco

  1. Cfr. E.Bianchi, Il pane di ieri, Einaudi, Torino 2008, pp. 39-45, circa il tema esemplare del pane. []
  2. Cfr. L.Coco, Piccolo lessico della modernità, Qiqajon, Comunità di Bose 2009, voce Tempo. Ed anche: A.Cattabiani, Calendario, Mondadori, Milano 2008, p. 38. []
  3. Cfr. le emblematiche endiadi esistenziali nel Libro del Qohélet, Cap. III, 2-8. []
  4. Cfr. A.Monchiero, Il tempo del lavoro e il tempo della festa, in Slowfood, Ottobre 2008, p. 12. Nonché: P.Grimaldi, Il teatro della vita. Le rappresentazioni dell’etnodiversità, in P.Grimaldi – L.Nattino, Il teatro della vita. Le feste tradizionali in Piemonte, Omega, Torino 2009, p. 7. []
  5. Cfr. P.Grimaldi, cit., pp. 7-14; A.Monchiero, cit. []
  6. Cfr. A.Monchiero, cit. []
  7. Cfr. le varie edizioni di Su Calendariu del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella. []
  8. Cfr. A.Cattabiani, Lunario, Mondadori, Milano 2002, pp. 309-310. []
  9. A riguardo si vedano le notizie pubblicate su questo sito. []
  10. Cfr. A.Cattabiani, 2002, pp. 317-321; A.Cattabiani, 2008, pp. 282-299. []
  11. Cfr. A.Cattabiani, 2002, pp. 357-362; A.Cattabiani, 2008, pp. 303-313; O.Clément, Le feste cristiane, Qiqajon, Comunità di Bose 2000, pp. 89-93. []
  12. Cfr. A.Cattabiani, 2002, pp. 364-366; A.Cattabiani, 2008, pp. 313-318. []
  13. Cfr. A.Cattabiani, 2008, pp. 37-45. []
  14. Cfr. A.Cattabiani, 2008, pp. 320-323. []
  15. Cfr. A.Cattabiani, 2008, pp. 49-50; O.Clément, cit., pp. 15-17. []

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