La Lingua Ebraica, idioma di memoria e di accoglienza dell’altro

lapide
Lapide alla Sinagoga di Biella che ricorda gli Ebrei biellesi uccisi dalle Leggi razziali fasciste.

Si è soliti parlare impropriamente di Olocausto, ma nessun termine come il vocabolo ebraico Shoah è in grado di definire la valenza di quanto di terribile sia accaduto contro i perseguitati, sofferenti destinati ad un’inesorabile ed implacabile strage fino alla data della liberazione1. La Lingua Ebraica, infatti, è per sua propria essenza idioma di memoria e di accoglienza dell’altro, capace strutturalmente di non dimenticare quanto in precedenza successo2.
L’oblio, l’ignoranza, l’indifferenza, il conformismo, il pregiudizio, l’intolleranza ed il rifiuto del diverso, invece, sono elementi essenziali nel linguaggio del razzismo, della prevaricazione e della violenza3, come dimostrarono in Italia le infami Leggi Razziali emanate dallo Stato fascista nel 19384. Tali fattori nocivi si annidano ancora oggi nelle “maglie” della società e del convivere quotidiano molto più subdolamente di quanto ognuno di noi possa pensare. Le pagine di cronaca nazionale degli ultimi mesi ce lo testimoniano, attraverso le tristi e preoccupanti notizie di intolleranza criminale, con ingiustificabili “spedizioni punitive” ed attacchi omicidi nei confronti di stranieri e cosiddetti “emarginati” e “diversi” della società. Tra i predetti fatti, in prossimità delle feste natalizie, scalpore e sconcerto ha destato l’assalto ad un campo di Rom nei pressi di Torino, sulla base di una vendetta, di una giustizia “fai da te” fondata sull’assenza di riscontri ed alimentata dal “sentito dire” e dalla ricerca di un “capro espiatorio” a tutti costi5.
Nella Germania nazista, alla categoria “Zingaro” corrispondevano tutti coloro che erano definiti “a-sociali“, in quanto conducenti una vita nomade o, sebbene insediati stabilmente e di religione locale, custodi viventi di propri costumi e parlate: in quanto tali erano ritenuti e considerati individui disonesti, pigri, sporchi, ignoranti, criminali per natura, indegni ed oggetto di espulsione da case popolari, “ghettizzati” o segregati in zone circoscritte prive di servizi. Ciò fino alla loro persecuzione finale nei lager, insieme agli Ebrei, tremendo esito definito nella relativa lingua Porajmos6.

Gianni Cilloco

  1. Cfr. W.Laqueur (a cura di), Dizionario dell’Olocausto, Einaudi, Torino 2007, in “In luogo di una prefazione” ed in voce “Storiografia“; N.Pethes-J.Ruchatz, Dizionario della memoria e del ricordo, Bruno Mondadori, Torino-Milano 2002, voce “Shoah“. Nonché: B.Segre, È stato sterminio, non olocausto, in Diario della Memoria, 27 Gennaio 2001, pp. 36-43. []
  2. Cfr. R.Della Rocca, Il dovere della memoria, in http://www.moked.it/giornodellamemoria/3b14.htm []
  3. Cfr. V.Klemperer, LTI, la lingua del Terzo Reich. Taccuino di un filologo, Giuntina, Firenze 1998; W.Laqueur, cit., voce “Razzismo“. E pure: A.Foa, Il lessico del male, in L’Osservatore Romano, 28 Agosto 2011, p. 4. []
  4. Cfr. R.Gattegna, Per il monito non basta un giorno, 22 Gennaio 2011, in http://www.moked.it/giornodellamemoria/centro09.html. Altresì: F.Colombo, Paese di santi, eroi e carnefici, in Diario della Memoria, 27 Gennaio 2001, p. 11. Nonché: E.Lussu, Sardegna, Ebrei e «razza italiana», in E.Lussu (a cura di M.Brigaglia), Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di «Giustizia e Libertà», Dessì, Sassari 1979, pp. 282-286. []
  5. Si vedano: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/433883/; http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/433896/. []
  6. Cfr. W.Laqueur, cit., voce “Zingari“. E l’Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del Giorno della Memoria 2011, on-line su www.quirinale.it. []

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