IV Giornata Nazionale dei Piccoli Musei, visite gratuite al Museo delle Migrazioni di Pettinengo

ragazzi di Pettinengo

Domenica 19 settembre 2021 si celebra la IV Giornata Nazionale dei Piccoli Musei. Il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo sarà aperto dalle ore 14:30 alle ore 18:30. Ingresso gratuito con visite guidate predisposte dalla Rete Museale Biellese.

Alle ore 16:00, “Brindisi di fine estate” all’aperto quale dono ai visitatori e momento di socialità nel rispetto delle normative attualmente in vigore: per accedere al museo è necessario essere muniti di green pass.
Guidati dal sommelier Ennio Pilloni, verranno presentati vini provenienti dalla cantina Erbaluce di Caluso (Torino) e Cannonau rosè, della Cantina Li Seddi (Badesi, Provincia di Olbia-Tempio), intercalati da assaggi di “pane guttiau” ed olive.
Allestito in Casa Mazzia Piciot in Pettinengo, il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli è stato inaugurato il 29 aprile 2017. Gestito dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, è bene extraterritoriale della Regione Autonoma della Sardegna. Propone un percorso pluridisciplinare – storico, demo-etno-antropologico, artistico e scientifico – sul tema delle Migrazioni, inteso nel senso più ampio del termine. Partendo dai presupposti che “tutto migra” e che “l’identità è sempre e solo frutto di una scelta”, il Museo non affronta solo la migrazione sarda, ma anche quella di altre regioni italiane. In particolare, racconta le storie e le speranze dei migranti “economici” piemontesi, veneti e meridionali nel corso del Novecento, la loro integrazione nelle nuove comunità che li accolgono: lo fa attraverso documenti, testimonianze, opere d’arte e della cultura materiale.
Nelle cinque sale, tra i vari oggetti mostrati, spicca la pregevole statua della “Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa, unica copia in marmo dell’opera in gesso originalmente esposta alla Biennale di Venezia nel 1907 dal grande artista nuorese. Il racconto di come la statua sia giunta a Pettinengo, ritrovata recentemente nel giardino di una villa di industriali del luogo, non è che una delle tante “Storie” che il piccolo museo offre ai suoi visitatori.
Anche pietre, simboli e tecnologie migrano al pari di umani, animali e uccelli, come illustrano altri allestimenti, quali le selezioni temporanee della collezione di oltre 600 minerali “sardi” donata da Alessandro Beducci e Felicina Bertolone; la collezione di marche da burro biellesi e stampi sardi per il pane, di Pietro Foddanu; la collezione di uccelli impagliati (in particolare quelli che effettuano percorsi migratori che toccano il Piemonte e la Sardegna) di Giovanni Rovetti.
Etnografico è l’allestimento della collezione Martinero, composta di oggetti della vita quotidiana e professionale di questa famiglia di “impresari biellesi”, originaria di Sassaia nella Valle del Cervo (Biella) e “migrata” a Sassari.
Associato ai minerali auriferi sardi e del Monte Rosa, al Museo delle Migrazioni è esposto lo sbozzo del “Calice della Sardegna”, prototipo di quello custodito nel Museo Arcidiocesano di Cagliari, realizzato con l’ultimo oro estratto dalla miniera di Furtei (Medio Campidano).

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine, ragazzi di Pettinengo (Pro Loco e Alpini) ritratti mentre posizionano striscone del Museo delle Migrazioni all’ingresso del paese

Pettinengo, brindisi di fine estate

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