Luglio, una parola sarda al mese: “S” come “Saiu”

incipit R, in Giampaolo Mele, Die ac NocteRadici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

SAÍU, anche Sàiu secondo le aree linguistiche, è un cognome del quale Pittau fa due ipotesi etimologiche: 1 corrisp. alla forma camp. rustica del nome pers. Sabínu ‘Sabino’; 2 variante camp. rustica del cgn Salíu ‘salato, salace’.
Tali ipotesi non hanno alcun fondamento scientifico. Essendo i cognomi nient’altro che antichi nomi propri, vien da domandarsi perché una madre sarda avrebbe dovuto chiamare il proprio figlio ‘Sabino’ (ossia originario della Sabina). Nemmeno si capirebbe perché un bimbo appena nato (o una bimba) avrebbe dovuto ricevere per nome un aggettivale programmatico del tipo ‘salace’; peggiore ancora sarebbe il significato di ‘salato’, un aggettivo che nemmeno potrebbesi augurare a un futuro leguleio, visto che ai tempi in cui quel nome personale fu inventato la giustizia in Sardegna era amministrata secondo su connottu, ossia nominando pro-tempore un comitato di galantuomini incaricati di dirimere la contesa, allorché essa sembrasse insanabile.
Intanto va detto che il cognome Saiu è documentato nel condághe di Salvennor 27, e ciò ne attesta la più alta antichità e pure l’universalità, nientaffatto relegata alle aree rustiche, come pensano alcuni. Eliezer Ben David, scrivendo nel 1936 dei “Cognomi Ebraici”, cita il cognome ebraico it. Saia, e quello ebr. di Salonicco Saias.
La base etimologica arcaica, almeno per la forma sarda del cognome, è l’egizio saiu ‘stelle’; ma in egizio significa anche ‘pastore’: in tal senso con l’appellativo Saiu dagli Egizi fu nominato il faraone Seti I, col significato di ‘Buon Pastore’. L’epiteto faraonico la dice lunga circa la successiva tradizione ebraica di chiamare “buon pastore” colui che guidava un popolo oppure soltanto chi guidava una congrega religiosa, come ad esempio Gesù di Nazareth.

Salvatore Dedola,
glottologo-semitista

Nell’immagine: l’incipit “R”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009

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