Aperto ancora due domeniche di settembre, dalle 14:30 alle 18:30 con visita guidata gratuita.
Il Museo delle Migrazioni di Pettinengo, curato dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, ha recentemente ampliato l’allestimento di scacciapensieri, inaugurato l’anno scorso, con nuove vetrine in cui sono esposti decine di esemplari di varia foggia e provenienza. Si tratta di una collezione che non ha eguali in Italia. Strumenti semplici e ingegnosi, capaci di produrre un suono incisivo grazie alla vibrazione di una lamella metallica, gli scacciapensieri hanno accompagnato i viaggi e le migrazioni di popoli di tutto il mondo. Le loro radici risalgono al secondo millennio avanti Cristo in Oriente, come testimoniano reperti archeologici e fonti storiche.
L’esposizione biellese è curata da Alessandro Zolt e Guido Antoniotti, musicisti e ricercatori che da anni raccolgono, studiano e diffondono la conoscenza di questo strumento. Il loro impegno ha dato vita a un allestimento unico, dove sono visibili decine di modelli provenienti da ogni parte del globo.
Lo scacciapensieri è un vero strumento “viaggiatore”: in Sardegna prende il nome di trunfa, in Valsesia è noto come ribeba, in Sicilia come marranzano. In Asia diventa khomus in Turchia, vargan in Siberia, kubing nelle Filippine, morchang in India. Ogni regione lo ha adattato a materiali e forme locali, ma la tecnica di base è rimasta immutata nei secoli, segno di una straordinaria continuità culturale.
Tra i pezzi più significativi esposti a Pettinengo ci sono le ribebe valsesiane, prodotte in milioni di copie per secoli in Valsesia e diffuse in tutta Europa e nelle Americhe. La loro storia è stata studiata e ricostruita nel volume La ribeba in Valsesia nella storia europea dello scacciapensieri (LIM, 2019), scritto da Alberto Lovatto e Alessandro Zolt, che documenta l’importanza di questa tradizione artigianale e musicale.
L’allestimento biellese permette di osservare da vicino strumenti antichi e moderni, mettendo in relazione l’eredità locale con quella internazionale. Le trunfas sarde, i marranzani siciliani, le ribebe piemontesi e gli esemplari asiatici mostrano come culture lontane abbiano sviluppato soluzioni simili per produrre un suono essenziale e ipnotico, capace di trasformarsi in melodia quando lo strumento è nelle mani di un suonatore esperto.
Il Museo delle Migrazioni, in via Fiume 12, fa parte della Rete Museale Biellese ed è aperto ancora per le prossime due domeniche di settembre, dalle 14,30 alle 18,30. Accoglie i visitatori con ingresso libero e visita guidata gratuita. È un’occasione per scoprire come un piccolo strumento, apparentemente semplice, abbia attraversato i secoli e i continenti diventando patrimonio condiviso di culture lontane.
Info e prenotazione: Idillio, 3343452685.
Michele Careddu
Nell’immagine, Guido Antoniotti, nuovi allestimenti di scacciapensieri, controllo degli strumenti.