Canto religioso sardo, S.Messa al santuario di S.Giovanni d’Andorno

Santuario di San Giovanni d'Andorno
Santuario di San Giovanni d'Andorno, porta di ingresso, dipinto di Flavio Ferrari, fine XX secolo, Battesimo di Gesù in cui il Redentore è raffigurato con il volto di Enrico Maolu.

Domenica 20 ottobre 2013, alle ore 17, nel Santuario di San Giovanni d’Andorno, Santa Messa cantata in Limba sarda.
La celebrazione liturgica sarà officiata dal rettore don Paolo Santacaterina, animata dalle Voci di Su Nuraghe con canti sacri della tradizione isolana.
È costume profondamente radicato nelle genti isolane, di pregare cantando – afferma don Savatore Dore in Gosos e ternuras, Nuoro 1983 – Consuetudine ultramillenaria, avvalorata dalla fede cristiana, che ha consentito al popolo sardo, pur non sapendo parlare di Dio, di parlare con Lui, al Quale si è incondizionatamente abbandonato.
Espressione sublime della capacità del nostro popolo, di esprimere la fede che trasforma la vita e che attraverso la vita, a sua volta, si esprime!
Attraverso questo canto, le singole voci dei sardi, trovano motivo per fondersi meglio, per sfogare l’insoddisfazione repressa, eliminare la tossicità della vita, condannare le ingiustizie, recuperare la consapevolezza di non essere soli a lottare e sperare e per riscoprire il senso della gioia di vivere.
Sobrio e severo, non esistono a riguardo del canto religioso sardo, superlativi poetici o musicali e neppure scomposte esclamazioni.
Assolutamente parlando, questa forma espressiva di religiosità, la si mette a fuoco, soltanto quando la si esamina nel luogo e nel tempo specifico che l’uso le assegna e nella persona che la esegue.Continua a leggere →

Biella, corso di launeddas aperto a tutti con tre maestri sardi

Matteo Muscas e Orlando Mascia
Suonatori di launeddas, con al centro Matteo Muscas e Orlando Mascia.

Le launeddas, strumento musicale a tre canne molto caro ai Sardi, sono affascinanti per chi le ascolta, anche solo per una volta.
In Sardegna, la loro raffigurazione più antica, risalente al 1500 a.C., rappresenta un personaggio che suona uno strumento a tre canne (bronzetto itifallico di Ittiri, esposto al Museo Archeologico di Cagliari). Analoghi strumenti musicali a due canne si ritrovano, in epoche successive, in dipinti greci ed etruschi.
A Biella, verrà attivato un corso, aperto a tutti, per imparare a suonare le launeddas, con insegnante principale Matteo Muscas, giovane virtuoso dello strumento: tanto amante delle sue canne che, una volta trasferitosi nel bergamasco con la famiglia, è entrato a far parte di un gruppo reggae, dove ha inserito il suono delle Launeddas, dimostrando che, anche se lo strumento è antico, le melodie che può creare possono stare al passo con i tempi.
Il laboratorio musicale di Biella avrà l’appoggio del Maestro Orlando Mascia, per la didattica, e di Tore Agus, per la costruzione degli strumenti, che vivono in Sardegna.
Il corso, in via sperimentale e unico nel suo genere in Continente, si terrà presso i locali del Circolo Culturale Sardo di Biella; sarà articolato in 10 lezioni, le prime di gruppo e poi individuali. Ha l’obiettivo di far apprendere la tecnica del fiato continuo e le prime melodie della tradizione sarda.Continua a leggere →

Sardi di Biella salutano la Laurea in Giurisprudenza di Matteo Floris

Matteo FlorisMatteo Floris, ventisette anni, Sardo di seconda generazione, è nato a Biella nel 1986 da padre di Teulada e madre lucana. Fin da bambino frequenta il Circolo Su Nuraghe. Con il passare degli anni ha offerto il proprio contributo volontario in seno all’Associazione dei Sardi, collaborando a diverse iniziative all’interno del coordinamento dei giovani, organizzando e partecipando a momenti culturali e ricreativi di Su Nuraghe. Da anni collabora con il bisettimanale “La Nuova Provincia di Biella”, con indagini giornalistiche, curando pagine di cronaca locale.
Nel mese di settembre ha conseguito la laurea in Scienze Giuridiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, con una tesi su “La banalità del male nel processo ad Eichmann“. Relatore il prof. Paolo Heritier.
Ho scelto una tesi a cavaliere tra scienze giuridiche, storia e filosofia, analizzando una vicenda degli anni Sessanta del Novecento, ritenendo questo argomento ancora molto attuale – afferma Matteo Floris, specificando – “Mi ha molto interessato il caso particolare di Adolf Eichmann, criminale di guerra, sfuggito al processo di Norimberga, catturato dal Mossad nel 1961, processato e condannato a morte l’anno successivo in Israele dal Tribunale di Gerusalemme, chiedendomi: se gli Israeliani non avessero fatto così, chi avrebbe giudicato crimini di tale portata?“.
La sua analisi tratta del “Tribunale delle vittime”, pensando ai delitti dei vincitori mai entrati nei dibattimenti processuali, come le oltre 100.000 vittime dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki o, per quanto riguarda la sua Sardegna, i bombardamenti alleati di Cagliari nell’inverno 1943 e di Alghero nella primavera successiva con centinaia di vittime civili e danni materiali di cui restano ancora numerose visibili tracce.

Battista Saiu

La memoria, punto di partenza per disegnare il futuro

Sabato 19 ottobre 2013, alle ore 21, “Su Nuraghe Film” presso il “Punto Cagliari“, in via Galileo Galilei, 11, a Biella, primo appuntamento autunnale con lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore” – Ingresso libero

LocandinaSalirà in cattedra Tina Rassu, sarda di seconda generazione, madre di due figlie, per presentare: “Passaggi di Tempo” regia di Gianfranco Cabiddu. L’opera della durata91 minuti, è stata realizzata da Lantia Cinema & Audiovisivi, nel 2005.
È la Storia di un viaggio, il diario di bordo di un’avventura umana e artistica. La gestazione, nascita e sviluppo del concerto Sonos ‘e Memoria a partire dalle immagini mute d’archivio che mostrano una Sardegna antica cresciuta col lavoro e col sudore nel rito collettivo delle feste, nel rapporto di sintonia e conflitto con la natura. Il regista va a scovare i musicisti nel proprio ambiente, ci parla, si confronta sulla necessità di andare oltre il folklore, per trovare una sonorità che, senza tradire le radici, possa convivere oggi con la musica colta e jazz. Sullo schermo si srotola un “work in progress“, idee e suggestioni che crescono e prendono forma. Ognuno recita se stesso, ognuno ha un aneddoto, un ricordo e ognuno racchiude un’anima musicale e umana della Sardegna. Un film puzzle, Passaggi di tempo, di cui il tempo resta il motore segreto della storia. Nel mischiare dietro le quinte, prove e privato, l’ondeggiare delle immagini fra vecchio e nuovo apre orizzonti universali, dove la memoria non è retaggio del passato ma punto di partenza necessario per disegnare il futuro.

Efisangelo Calaresu

Cercando di infondere l’amore per la Sardegna alle mie figlie

Tina Rassu
Tina Rassu con le figlie Elisa e Francesca.

Sono la terza ed ultima figlia di una bella coppia di sardi, trasferiti in continente subito dopo il loro matrimonio; sono nata a Torino nel 1960 e da quasi trent’anni vivo nel Biellese.
Mia madre Raimonda è originaria di Ortueri, un paesino sulle colline del Mandrolisai (in sardo: Barbagia de Mandrolisai), situato al centro, proprio l’ombelico dell’Isola fra le montagne del Gennargentu; si trova nel cuore delle “Barbagie”, quelle regioni montane che i Romani chiamarono Barbaria a causa della asperità dei luoghi e perché, ai loro occhi, i popoli che li abitavano apparivano dei barbari.
Popolazioni mai domate, orgogliosamente attaccate alle loro tradizioni ed al loro territorio di rara e selvaggia bellezza, con i suoi boschi, la sua fauna e i suoi monti. Fra le “zone interne” dell’Isola, la Barbagia-Mandrolisai è quella che conserva maggiormente le numerose tracce della storia più remota dell’uomo.
Mio padre Francesco, scomparso purtroppo nel settembre di ventisette anni fa, era nato a Borutta, paese del sassarese dove sorge la cattedrale di San Pietro di Sorres e l’adiacente Monastero Benedettino, una delle più belle chiese in stile romanico-pisano. Nel colle dove sorge l’antica cattedrale di San Pietro, esisteva un tempo una città che era la sede dell’influente vescovo di Sorres, figura prestigiosa dell’antico Meilogu e di tutto il Regno di Logudoro; nel ‘300, i venti di guerra che coinvolsero la Sardegna non la risparmiarono.Continua a leggere →

Sardi e 12 Confraternite a Graglia per la Madonna del Rosario

Confraternite a Graglia per la Madonna del Rosario
Confraternite a Graglia per la Madonna del Rosario.

Immagini della festa nella sezione fotografias

Domenica 6 ottobre la Confraternita della SS. Trinità e di S. Croce ha celebrato solennemente a Graglia la festa della B.V. del S. Rosario. Una delegazione del Circolo Su Nuraghe, con i costumi tradizionali e lo stendardo della Madonna di Oropa e di S. Eusebio da Cagliari, ha preso parte alla cerimonia, insieme ad altre 12 Confraternite piemontesi e lombarde. Oltre alle Confraternite biellesi di Oropa, della SS. Trinità e alla Pia Unione del Transito di S. Giuseppe, erano presenti: tre Gruppi di Preghiera di Gaglianico, le Confraternite di Borgomanero, Paruzzaro, Romagnano, Vigevano e le due di Somma Lombardo. Era inoltre presente, da Chieri, la Coordinatrice regionale Signora Ida Anfossi.
Nella bella chiesa settecentesca di piazza Astrua il parroco don Paolo, con l’assistenza del parroco emerito don Bruno, ha celebrato la S. Messa, decorata dai canti e dal suono dell’organo recentemente restaurato. Il tempo, incerto, ha comunque consentito lo svolgersi della processione per le vie del paese. Gli antichi stendardi, gli abiti variopinti, le Croci, i bastoni processionali hanno accompagnato la statua lignea della Madonna del Rosario portata a spalle dai Confratelli. Il corteo ha fatto la tradizionale sosta presso la Casa di Riposo, poi, passando davanti alla Chiesa Parrocchiale e all’asilo, è ritornata in Chiesa sotto una leggera pioggia, dove la celebrazione si è conclusa.Continua a leggere →