Siligo, «Premio Maria Carta» al Circolo Su Nuraghe di Biella

alda merini
Siligo, Premio Maria Carta: consegna del riconoscimento alla poetessa Alda Merini, recentemente scomparsa

Saranno premiati: il trombettista di Berchidda Paolo Fresu, il cantante e comico Benito Urgu, la cantante cagliaritana Rossella Faa, il suonatore Paolo Masala, le giovani artiste Claudia Crabuzza e Caterinangela Fadda, il produttore discografico Valter Colle, la Fondazione Fabrizio de Andrè, il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella

La Fondazione intitolata all’artista sarda Maria Carta da otto anni organizza un premio annuale che persegue l’obiettivo di promuovere il ricco patrimonio etnomusicale della Sardegna e non solo.
In questi anni sono stati assegnati riconoscimenti ad artisti, ricercatori, enti e istituzioni che con la loro quotidiana attività hanno contribuito a valorizzare e diffondere questa grande risorsa capace di superare le barriere territoriali, linguistiche e culturali.
Il consiglio direttivo della fondazione, accogliendo le indicazioni formulate dal comitato scientifico, ha deciso di assegnare il premio “Maria Carta” al Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, in considerazione dell’intensa attività culturale svolta a beneficio dei sardi e non sardi presenti nel territorio.
La cerimonia di consegna del riconoscimento avrà luogo a Siligo, paese natale di Maria Carta, il giorno domenica 22 agosto 2010.
Il programma prevede un momento istituzionale in municipio alla presenza dei soggetti premiati e, a seguire, la consegna dei premi nella piazza intitolata a Maria Carta.

La Fondazione Maria Carta premia Su Nuraghe di Biella

Conferenza stampa stamani presso il palazzo della Provincia a Sassari per annunciare l’Ottava edizione del prestigioso riconoscimento e i nomi dei premiati

manifestoSaranno consegnati domenica 22 agosto a Siligo i riconoscimenti della ottava edizione del Premio Maria Carta promossa dall’omonima Fondazione intitolata alla cantante scomparsa nel 1994.
Potrebbe anche essere l’ultima.
Fortissima è infatti la preoccupazione in seguito ai drastici tagli imposti dalla Regione ai finanziamenti concessi alla Fondazione che vede ora fortemente pregiudicata perfino la sua stessa ordinaria amministrazione; con il serio rischio di compromettere la gestione e continuità operativa anche della struttura museale di Siligo dedicata all’artista.
Tutto ciò in una fase in cui la stessa Fondazione e il museo divengono capofila di progetti culturali che coinvolgono l’intero territorio.
Proprio in considerazione della estrema incertezza finanziaria la Fondazione ha dovuto rinunciare a inserire tra i premiati di questa edizione personalità straniere di grande prestigio che in passato avevano contribuito a accentuare il respiro internazionale al Premio.
Ma saranno comunque nomi altrettanto importanti e prestigiosi quelli chiamati a ritirare il riconoscimento nella serata, per forza di cose sobria del 22 agosto, che sarà ospitata nella piazza intitolata a Maria Carta a Siligo.Continua a leggere →

Bollengo, antiche «axente» per il Patrono Eusebio da Cagliari

Nella sezione Fotografias, le immagini della festa

parroco e sindaco
Parroco e Sindaco di Bollengo con alcuni componenti della Comunità Sarda di Sa Rundine e di Su Nuraghe.

Domenica 1° agosto, la comunità ecclesiale di Bollengo (Torino), si è riunita per celebrare la festa del Santo Patrono: Sant’Eusebio da Cagliari, Sant’Eusebio di Vercelli. Gli abitanti del paese che sorge ai piedi della Serra, collina morenica che unisce Biellese e Canavese, si sono uniti al Parroco don Piero Agrano e al Sindaco Carlo Duò, presenti le Associazioni che operano sul territorio: la cantoria parrocchiale, gli Alpini, il Gruppo Anziani, la Banda Musicale, i Coscritti, la Pro Loco e il Circolo Sardo Sa Rundine che ha sede proprio nel Comune di Bollengo.
Durante la processione, le axentère, quattro ragazze giovanissime hanno portato sul capo le tradizionali axente, coni decorati con fiori e nastri colorati, alti 120 centimetri, rendendo il rito ancora più solenne e suggestivo.
Le axènte, conosciute come carità, matarille o bran, a seconda della zona geografica, sono elementi identitari che rimandano ai riti arborei ampiamente diffusi sul territorio alpino, di cui gli Eporediesi vanno giustamente orgogliosi. Radici identitarie profonde che perdurano, giunte dal tempo della predicazione di Eusebio, che le Chiese locali hanno custodito e tramandato nei secoli: radici comuni, condivise dalla vasta comunità dei Sardi che risiedono ai piedi delle Alpi.Continua a leggere →

Sant’Eusebio, seme buono gettato nei solchi della nostra storia

Orazione a Sant’Eusebio, Patrono della comunità di Bollengo

stendardo e gonfalone
Stendardo raffigurante Sant'Eusebio e Gonfalone del Comune di Bollengo.

O nostro Santo Patrono Eusebio, che godi della vita eterna festa dei Santi che mai si conclude, volgi il tuo sguardo dal cielo a questa comunità che ti invoca come Patrono e Protettore.
Tu hai portato alla nostra terra piemontese la freschezza del primo annuncio evangelico: fa’ che sapiamo accoglierlo di nuovo, nell’attuale società che spesso lo dimentica e l’abbandona.
Fa’ che il Vangelo alla cui diffusione hai hai consacrato la tua vita sia ancora il seme buono gettato nei solchi della nostra storia, capace di generare frutti di bontà, di fraternità e di vita nuova.
Fa’ che la stessa luce del Vangelo ci aiuti a smitizzare ed a contrastare proposte puramente materiali, edonistiche ed egoiste. Fa’ che non ci lasciamo catturare né schiavizzare dal primato dell’avere e dall’avidità di possedere e di consumare sempre più.
Eusebio, nostro Patrono, Tua hai difeso, con coraggio, la retta Fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio: per questo hai affrontato persecuzione ed esilio in paesi lontani.
Fa’ che abbiamo a cuore il valore della Fede, lo sappiamo custodire, coltivare e difenderlo, se occorre. Fa’ che sappiamo trasmetterlo correttamente ed efficacemente, alle generazioni giovanili.Continua a leggere →

Antiche radici tra «axènte», «carità», «magio» e «pan santo»

processione
Bollengo, uscita della processione di Sant'Eusebio con axènte, Sindaco, reliquie di Sant'Eusebio portate dai Coscritti, donne sarde in costume.

Secondo il Gran Dizionario Piemontese-Italiano di Vittorio di Sant’Albino, edito a Torino nel 1859, viene detta Carità, o pan santo o benedetto “una certa focaccia condita con pepe e zafferano e cotta nel forno”. Ancora nel medesimo dizionario, alla voce “Fe balè la carità”. Si dice: “Antica costumanza, che sussiste tuttavia in varj paesi del Piemonte, ove nel giorno della festa del santo protettore … vanno alla casa del loro Abà per prendere il ‘Magio’, che sono due specie di cuffie fatte a piramide dell’altezza di quattro palmi, tutte ornate all’interno di lunghi nastri di varj colori, e ponendosele due di esse sul capo, se n’escono cogli Abà muniti di alabarde, … e fra suoni saltellando se ne vanno alla Chiesa”.
Una approfondita ricerca sul termine atsènt – riferito al nome dato ai simulacri arborei portati dalle axentère di Bollengo e di altri paesi del Canavese – ci ha confermato il suo legame con quello di ‘carità’ con cui più usualmente in Canavese vengono denominati oggetti simili a quelli di Borgofranco, Perosa, Piamprato, Barbania, Montanaro ed altri ancora.
Mentre, infatti, più fonti hanno confermato che per ‘carità’ si deve intendere una focaccia o forma di pane ed in particolare il pane benedetto, distribuito alla fine della funzione religiosa delle feste patronali.Continua a leggere →