È giunta a Biella, nei giorni scorsi, la pietra della Città di Jesolo (VE) con inciso il nome del Comune e il numero dei suoi Caduti (288) nella Prima guerra mondiale. Il manufatto è stato consegnato nelle mani del presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Biella, Giuliano Lusiani, da un rappresentante dell’amministrazione veneta, in occasione del raduno regionale di Alessandria di fine aprile 2023, e poi fatto pervenire al Sindaco di Biella Claudio Corradino. La pietra di riuso andrà ad aggiungersi alle oltre già arrivate nel capoluogo laniero per completare il mosaico della memoria, composto da “tessere” provenienti da ogni parte d’Italia, in onore della Brigata “Sassari” e di tutti i Caduti della Grande Guerra.
“Our stories of migration” e i nuovi “matoich bieleis”, ragazzi biellesi
Martedì 16 maggio 2023, studenti in visita al Museo delle “Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” di Pettinengo – Storie di migrazione interna, dal Maghreb e dall’America latina, studiate a scuola.
Gli studenti della classe 1a L dell’Istituto Tecnico Industriale Statale ITIS “Quintino Sella” di Biella, come attività propedeutica alla visita d’istruzione al “Museo delle Migrazioni” di Pettinengo – prevista per il 16 di maggio 2023, hanno sviluppato un progetto multidisciplinare, intitolato “Our stories of migration”.
Sardi e Biellesi al santuario di San Giovanni d’Andorno
Domenica 7 maggio 2023, Sardi e Biellesi di sono incontrati al santuario di San Giovanni Battista d’Andorno, raccogliendo l’invito del rettore don Paolo Santacaterina. Invito che da anni si rinnova nel nome dell’antica amicizia che, da sempre, unisce le popolazioni della Bürsch con quelle della terra di Sardegna. Sardi e Biellesi che, da secoli, attraversano il mare, come gli oltre 63 impresari della Valle del Cervo sbarcati sull’Isola per realizzare oltre mille opere architettoniche, a partire dall’8 agosto del 1720, quando i francesi Duchi di Savoia, Principi di Piemonte, divennero Re dell’antico Regno di Sardegna.
Bambini di Benna a scuola di biodiversità: visita all’Oasi delle Api, “casiddos di Nuraghe Chervu”
Salutati da una bella giornata di sole, i bambini della Scuola dell’Infanzia di Benna hanno fatto visita alla “Oasi delle Api, casiddos di Nuraghe Chervu” per incontrare gli insetti impollinatori nel pieno della loro attività.
Guidati dalle maestre Eleonora e Manuela, i piccoli protagonisti, di età compresa tra 4 e 6 anni, hanno raggiunto la gabbia di volo, tra fiori spontanei e la fioritura di azzurra facelia (Phacelia tanacetifolia Benth., 1853), trapuntata di rosso trifoglio incarnato (Trifolium incarnatum L., 1753).Mista di piante di interesse mellifero seminate lo scorso autunno: un esperimento che, oltre ad aggiungere decoro all’area, vuol verificare quali essenze potrebbero essere incrementate sul nostro territorio per favorire le api e gli altri insetti impollinatori e che, a breve, verrà affiancato da altre semine primaverili grazie al progetto “+Api. Oasi fiorite” per la biodiversità, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.
Da “Su Nuraghe” una paròla piemontèisa al mèis, Maggio, “M” come “arbo ’d mai = albero di maggio”
Omaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi”.
Siamo giunti al mese di maggio e, nella prima delle citazioni che seguono, Tavo Burat, poeta e linguista rivitalizzatore biellese, ci descrive molto bene – per contrasto ai mesi che lo precedono – l’effetto miracoloso di questo mese sulla natura: (il sole) svetta fecondo con il Maggio e di ghirlande l’adorna. Ragazzi e ragazze usavano piantare un ramo fiorito in mezzo alla piazza del villaggio (piantare maggio) per poi danzarvi attorno: è proprio quanto traspare dalla seconda citazione, tratta essa pure dai versi di Tavo Burat: il mio cuore è sull’albero di maggio.L’alternativa, ci precisa il poeta, è di afferrare la cuccagna (i beni materiali, cibo o altro, messi sull’albero detto appunto “di cuccagna” e poi fuggire svelto come un rampichino (uccelletto passeriforme diffuso in località boscose, con abitudini e regime alimentare simili a quelli dei picchi). Da segnalare che questo bravissimo poeta e linguista ha composto una ventina di poesie, ciascuna dedicata ad un volatile (oltre ad essere l’autore di dizionari sui nomi delle piante e degli animali selvatici del biellese). Per quanto riguarda la terza citazione, va segnalato che l’ “albero di maggio” era l’albero della rivoluzione, piantato un po’ dovunque nell’Europa occidentale durante l’epoca napoleonica.