Basilica di San Sebastiano – “Missa de is animas” in suffragio di chi è morto lontano dalla terra natia

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Giovedì 2 marzo 2023, alle ore 18:00, nella basilica di San Sebastiano, verrà celebrata “sa Missa de is animas”, la Messa delle anime, in suffragio dei soci defunti di “Su Nuraghe” e di tutti coloro che sono morti lontano dalla terra in cui sono nati.

Il tempio civico della Città di Biella è luogo particolarmente caro anche ai Sardi che vivono ai piedi del Mucrone. In esso sono custodite le spoglie mortali del Generale Alberto Ferrero della Marmora, (1789 – 1863). A Quintino Sella si deve il busto eretto in San Sebastiano a ricordo del Generale, scienziato, Senatore del Regno di Sardegna che, perlopiù a sue spese, pubblico oltre cinquanta lavori scientifici sulla Sardegna: “per la pertinacia con cui studiò e per le fatiche sostenute onde poter studiare a fondo l’Isola sotto ogni punto di vista”. La fama e la benevolenza di cui Alberto è tutt’ora circondato in Sardegna è grande e per l’Isola. In onore di Alberto, la cima più alta del Gennargentu (m. 1834), è detta “Punta La Marmora”.

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“Su Nuraghe Calcio Biella” pareggia 2-2 con “Nottingham Forest”

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Si è conclusa con il pareggio di 2-2 la partita disputata venerdì 24 febbraio tra “Su Nuraghe Calcio Biella” e “Nottingham Forest”,formazione che occupa la seconda posizione nella classifica provvisoria del campionato provinciale di calcio a 7, categoria “open”, organizzato da A.S.C. (Attività Sportive Confederate) di Biella, Ente di promozione sportiva, presieduto da Pino Lopez, riconosciuto e patrocinato dal C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano).

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Oasi delle Api, germinano le piante mellifere rifiorenti

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La struttura – voluta e condivisa dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” (curatore dell’area), dal Club Soroptimist di Biella e dall’Associazione Biellese Apicoltori – è allestita presso l’area “Nuraghe Chervu” in corso Lago Maggiore, alle porte orientali di Biella.

L’obiettivo è di sensibilizzare la popolazione sull’importanza delle api per la sopravvivenza dell’uomo, ma anche per studiare strategie per la loro stessa sopravvivenza. Per questo, nell’autunno scorso, grazie alla disponibilità dell’Azienda Agricola di Roberto Mercandino di Chiavazza, è stata eseguita la semina di essenze mellifere in una fascia antistante all’Oasi.  Parallelamente, un sacchetto delle stesse sementi è stato distribuito dall’Associazione Biellese Apicoltori a tutti gli associati che dispongono di una porzione di terreno. Ora i semi iniziano a germinare e, nonostante la perdurante siccità, si spera in una abbondante fioritura.

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Febbraio – Finestra sulla storia nel “Calendariu 2023” di “Su Nuraghe”: Biella e Sardegna unite nella Storia

descrizioneAl centro immagini delle pietre di memoria dei Comuni italiani presenti nell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”, sulle quali è inciso località e numero dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, nota anche come la IV Guerra di Indipendenza

Personaggi vissuti tra Sardegna e Biellese hanno caratterizzato tre secoli di storia comune a partire dal 1720. Tra costoro, nel corso del XVIII Secolo, i viceré di Sardegna Filippo Ferrero Fieschi della Marmora e Vittorio Ludovico de Hallot des Hayes, ed il primo vescovo di Biella, monsignor Giulio Cesare Viancini, già arcivescovo di Sassari. Il generale Alberto Ferrero della Marmora risulta figura fondamentale nel corso dell’800, insieme agli esponenti della famiglia Sella ed al fotografo ufficiale di Casa Savoia, Vittorio Besso.

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Su Nuraghe in poesia: “Contos mai iscritos/ Racconti mai scritti”

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Bagliori di identità filtrano dai versi che Nicola Loi di Ortueri ha inviato al Circolo Culturale Sardo di Biella. Contos mai iscritos/ Racconti mai scritti” contengono messaggi destinati ai “… professores dae Roma pagados/ … professori da Roma pagati”, estensori di un’unica narrazione alla quale è stata sacrificata la ricchezza storica dell’Isola. “Totu cherent passare in sa fiama”, tutto vogliono bruciare, “passare alla fiamma” è il lamento del Poeta, con riferimento ai ritrovamenti statuari europei più antichi venuti alla luce nella Penisola del Sinis nel 1972, inscatolati e “dimenticati”. “E s’arte agatada in monte Prama, Si fit linna l’aiant postu fogu./E l’arte trovata in Monte Prama”, “se fosse stata legna l’avrebbero messa a fuoco”.

Storia antica e non solo sarda: per negarla non viene indagata, nascosta. E “Nois umiliados e ofesos,/ Noi umiliati e offesi”, lamenta Loi, dando comunque fiato al mai sopito anelito identitario, perché, “Chie at in coro vera sardidade, Cheret tota s’istoria torra iscrita/Chi ha in cuore vera sardità, vuole tutta la storia riscritta”.

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