Biella chiama La Plata (Argentina), incontri mensili in poesia

incontro mensile in poesia

Venerdì 26 febbraio 2021, alle 21:00 ora italiana, ore 17:00 dall’altra parte dell’oceano – Appuntamento su piattaforma “Zoom”.

Con la fine dell’estate, in Argentina, l’altra Italia dell’emisfero australe, riprendono gli appuntamenti mensili tra il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella e il Circolo Sardo “Antonio Segni”, di La Plata attraverso il Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”.
Terzo anno in poesia, iniziato nel mese di settembre 2019 con la sigla del “Gemellaggio tra Nuraghes”: un progetto a regia regionale su indirizzo assessoriale di Alessandra Zedda, Assessore del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, ratificato alla presenza dei Sindaci di Biella, di Pettinengo, di Ronco Biellese e di Vigliano Biellese, con Chiara Caucino, Assessore Politiche della Famiglia della Regione Piemonte.
Un percorso inaugurato nella bella cornice della V edizione de “Gli Orti de La Malpenga”. Continua, rimodulato a causa dell’emergenza sanitaria, grazie alla collaborazione di poeti contemporanei che offrono i loro versi in lingua materna, parlando della quotidianità nella lingua del tempo presente, con poesie di Roberto Canu, Antonio Carta, Tommaso Corongiu, Nicola Loi, Tonino Mulas, Luciano Sechi, Giulio Solinas e Tore Spanu.
I testi in prosa sono di Oliviero Ferro, padre missionario saveriano, che ha vissuto tra Camerun e Repubblica Democratica del Congo. Attraverso i suoi “Proverbi africani” è possibile osservare come la saggezza popolare sia davvero universale al di là di storie e geografie, comune a sentenze sapienziali presenti nei due continenti che si affacciano nel Mediterraneo, Sardegna e Piemonte compresi.
In questo caso, vengono presentate traduzioni in Sardo campidanese affidate a Giulio Solinas, a don Carlo Rotondo e a Gesuino Murru. Alcune poesie, tradotte in Italiano, sono curate da Roberto Perinu e da Battista Saiu, su indicazione degli autori.
In omaggio alle “Patrie di accoglienza”, le opere sono tradotte in Piemontese letterario nella trasposizione dij Brandé, a cura di Sergi Girardin, di Caraglio (Cuneo), e rese in Castigliano da Matteo Rebuffa, di Candelo (Biella).

Salvatorica Oppes

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.