Al Museo delle Migrazioni di Pettinengo, storie di donne sole che partono

Pettinengo, Museo delle Migrazioni

Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche dalle ore 14:30 alle ore 18:30 – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.

Il Biellese è un territorio interessato da traiettorie migratorie, tanto in entrata quanto in uscita, piuttosto consistenti e spesso tra loro intessute. Per raccontare parte di tali percorsi, all’interno del Museo di Pettinengo è presente una sala dedicata alle migrazioni provenienti dal Veneto – la cui comunità rappresenta quella più numerosa a Biella e dintorni – predisposta secondo una prospettiva di genere.Continua a leggere →

Da Terralba a Biella per ricordare i soldati caduti in guerra

il sindaco di Terralba, Sandro Pili posa con la stele inviata a Biella

Il Comune aderisce all’iniziativa del circolo sardo in Piemonte

Anche il Comune di Terralba ha aderito all’iniziativa promossa Circolo Culturale Sardo di Biella e dallo stesso Comune di Biella che intende ricordare i caduti sardi durante la prima guerra mondiale, attraverso la realizzazione di un percorso lastricato, realizzato con le pietre inviate dalle amministrazioni comunali di tutti i Comuni italiani che aderiscono all’iniziativa.
La pietra in basalto consegnata dal Comune di Terralba (Oristano) a “Su Nuraghe”, con inciso il nome del Comune e il numero dei Caduti, è parte, insieme a tante le altre del latricato che forma l’area monumentale “Nuraghe Chervu”.Continua a leggere →

Laboratorio linguistico di Su Nuraghe tra poesia e preghiera

Prossimo appuntamento martedì, 28 luglio, ore 21:00 – videoconferenza con La Plata (Argentina) su piattaforma Zoom.

Viola tricolor L“Ave Maria” è il titolo della nuova poesie di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro), inserita tra i testi del prossimo appuntamento del Lavoratorio Linguistico, “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, organizzato dal Circolo Culturale Sardo di Biella in collaborazione con il Circolo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina), per imparare a leggere e scrivere in lingua materna.
Ispirati dall’attualità del presente, i versi che compongono la lirica diventano preghiera di invocazione a Maria per liberarci dal flagello sociale e sanitario che sta mettendo a dura prova i corpi, lo spirito e le stesse regole che governano l’umanità.
“Faghe derettu custa caridade”, si chiede alla Mamma celeste: “fai presto questa carità”, tu “chi in sos chelos ses intercessora”, “che nei cieli sei intercessora”, dando una mano “ a sos afligidos”, agli afflitti “chi dae sa pesta che sunt istadidos”, che dalla peste sono stati colpiti, aspettando fiduciosi “cust’azudu”, questo aiuto.Continua a leggere →

Caddarina sarda e “Catlina” biellese, una storia comune

Graglia, vita d'artista

“Caddarina”, nella variante della lingua sarda che si parla nel Sassarese, indica la mantide religiosa, ed è “pitzinna drappéra”, giovane sartina. Anche nella tradizione piemontese le “Caterine, o Caterinette”, sono le giovani migranti apprendiste sarte. Caterina “custin-e sëche” è la morte che si avvicina con la falce, la “ranza”, a livellare tutti i Cristiani. “A l’è pasaie la Catlin-a” si dice ancora oggi in Piemonte quando si avverte un brivido che non preannuncia niente di buono. Catlin-a è la vecchia, la véggia delle tradizioni popolari di molte valli piemontesi che, giunta alle soglie dell’esistenza terrena, sotto forma di fantoccio, viene bruciata nei falò del Carnevale o della festività di San Giovanni il 24 giugno, che corrisponde grosso modo al solstizio d’estate. Lo sposo di Catlin-a, ‘l Gipin, ha una sorta di alter ego nel gozzuto Giupin bergamasco dal costume verde bordato di rosso (mentre la maschera biellese ha i colori invertiti: abito rosso e bordi verdi) e rappresenta da sempre il carattere ostinato e cocciuto del montanaro refrattario ad ogni conversione.Continua a leggere →

In arrivo a Biella altre pietre della memoria per Nuraghe Chervu

Claudio Corradino e Battista Saiu

Continuano ad affluire a Biella le “pietre della memoria” destinate al monumento ai caduti della Grande Guerra, a Nuraghe Chervu

Sono pietre di riuso, materiale recuperato dal rifacimento di vecchie pavimentazioni, lastre accantonate nei magazzini comunali, abbandonate magari da decenni. Alcune hanno una loro storia, sempre legata al territorio di origine, che le rende speciali. Altre sono state intagliate e fatte incidere appositamente per l’occasione. Hanno le forme più varie – anche se la richiesta formulata dal Comune di Biella specifica che dovrebbero avere «dimensioni massime di 30 x 40 centimetri, spessore 5-8 centimetri». Tutte recano scolpito sulla facciata calpestabile il nome del Comune di provenienza e il numero dei suoi Caduti durante la Prima guerra mondiale. E stanno continuando ad affluire a Biella da tutte le parti d’Italia per completare il già vasto lastricato a opus incertum, che attualmente conta oltre 250 pietre, inaugurato il 17 marzo 2019 nell’area monumentale di Nuraghe Chervu di corso Lago Maggiore, alle porte della città.Continua a leggere →